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Monte Zovo: Calinverno, il valore dell’attesa

Monte Zovo: Calinverno, il valore dell’attesa

L’etichetta simbolo aziendale fu “inventata” da Diego Cottini nel 1998, personalizzando la tecnica dell’appassimento delle uve della Valpolicella e applicandola al terroir dell’anfiteatro morenico di Rivoli. Un vino unico nel suo genere, che unisce struttura e finezza, concentrazione e freschezza.

L’indimenticato Luigi Veronelli diceva che per scoprire l’essenza di un vino bisogna “camminare” le sue vigne. La lezione è valida soprattutto nel caso delle grandi etichette, in cui l’impronta del terroir e della biodiversità ambientale apporta un’identità unica e inconfondibile. Così è per il Calinverno di Monte Zovo, rosso simbolo che celebra il valore dell’attesa e della dedizione da parte della famiglia Cottini, alla guida di un progetto enologico avviato nel 1995 che oggi spazia dalla Valpolicella all’areale del Lugana, passando per le Prealpi gardesane e Caprino Veronese, sede del quartier generale aziendale.
Calinverno nasce a pochi metri dalla Tenuta principale, in un vigneto collinare nello scenografico comprensorio dell’anfiteatro morenico di Rivoli. Lo sguardo del visitatore resta inevitabilmente rapito da questo “palcoscenico” terrazzato a pergola e Guyot.

Un vino profondamente legato al territorio

«Il Calinverno si può produrre qui e soltanto qui, grazie ad una sinergia perfetta tra diversi fattori, a cominciare da una compagine di suoli differenti, magri e sciolti», spiega Diego Cottini, che lo ha “inventato” nel lontano 1998. «Le correnti fresche dalla valle dell’Adige e dal Monte Baldo offrono una ventilazione costante, la vicinanza al lago di Garda mitiga le temperature diurne e le aree boschive favoriscono la biodiversità». Questo permette di procedere a una vendemmia tardiva, lasciando i grappoli sui filari fino alla comparsa delle prime nebbie. Lo stesso nome richiama l’espressione dialettale “calinverna”: la brina ghiacciata che avvolge i campi di prima mattina.
Originario della Valpolicella, oltre un ventennio fa Diego Cottini decise di riprendere l’antica tecnica dell’appassimento, creando un metodo alternativo a partire dalle stesse uve dell’Amarone, piantate in un diverso terroir.

Come nasce Calinverno

Il blend prevede, infatti, le autoctone Corvina e Corvinone (70%), Rondinella (20%) e Croatina (5%), più un saldo di Cabernet Sauvignon (5%).
«I grappoli restano in pianta fino ai primi di novembre, con una surmaturazione naturale che permette agli acini di concentrare zuccheri e antociani». Dopo la raccolta, si procede con la diraspatura, la pigiatura e la fermentazione di circa 25-30 giorni.
La maturazione prosegue per 2 anni in tonneaux, a cui fa seguito un altro anno in bottiglia. Unico nel suo genere, il Calinverno è la massima espressione dell’unione tra terra-vigneto-uomo. Strutturato e avvolgente, in bocca dimostra un perfetto equilibrio tra l’acidità e il tannino.
L’edizione 2018, che segna il ventennale dalla prima annata in produzione, è certificata biologica e rispetta lo standard Biodiversity Friend.

Foto di apertura: la bottiglia del Calinverno di Diego Cottini

MONTE ZOVO 

località Zovo 23
Caprino Veronese (Verona)
045.62.80.157
info@montezovo.com
www.montezovo.com

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Realizzato in collaborazione con Monte Zovo

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© Riproduzione riservata - 11/11/2023

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