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I migliori Sagrantino 2012 in Anteprima

24 Febbraio 2016 Anita Franzon

Leggi le tasting notes dei dieci migliori Sagrantino 2012 in Anteprima

Il nostro viaggio attraverso le anteprime toscane e umbre si è concluso ieri a Montefalco con l'Anteprima del Sagrantino 2012. Due giorni (22 e 23 febbraio) passati sulle colline ricoperte di olivi e vigneti che circondano il centro abitato, fulcro della produzione del Sagrantino insieme a parte dei comuni di Bevagna, Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria e Gualdo Cattaneo. Il Montefalco Sagrantino, Docg dal 1992, ha grande struttura e personalità. Prodotto esclusivamente da uva Sagrantino, ricca di polifenoli e tannini, è un vino che ha bisogno di essere atteso e compreso. Nato come passito da consumare durante le feste religiose, oggi la produzione del vino dolce è rimasta una nicchia di alta qualità. Grazie all'importante lavoro del Consorzio Tutela Vini Montefalco e alla collaborazione dei produttori, il Sagrantino nella tipologia secco si sta ritagliando un posto tra i grandi vini italiani prodotti da vitigni autoctoni.

Un'annata dal grande potenziale. I migliori Sagrantino 2012

Durante l'Anteprima, 29 produttori hanno presentato la nuova annata 2012, bottiglie accompagnate da una "degustazione tecnica vintage" del 2006 per dimostrare le potenzialità di invecchiamento di questo vino. Entrambe annate a 4 stelle e, dunque, particolarmente interessanti e positive per il Sagrantino. Il 2012 è stato caratterizzato da un inverno piuttosto asciutto e freddo, primavera poco piovosa e mite, ma con alcune gelate tra aprile e maggio. Dopo un'estate calda e asciutta con venti caldi a fine agosto, a settembre sono finalmente arrivate temperature fresche e buone escursioni termiche tra il giorno e la notte. Inoltre, alcune piogge ben localizzate insieme ad altri fattori favorevoli, hanno consentito alle piante di concludere la maturazione in modo ottimale. La raccolta è avvenuta a ottobre e la quantità di produzione sotto la media ha consentito un innalzamento della qualità delle uve con bucce sane e resistenti. In cantina grazie a macerazioni lunghe si sono ottenuti vini con un buon equilibrio e tannini piuttosto levigati. Nel complesso l'annata 2012 ha dato vini più pronti rispetto ad anni precedenti, ma che al contempo hanno un buon potenziale di invecchiamento, dato proprio dalla struttura forte e complessa di questo vino. Leggi i nostri migliori assaggi. 

I risultati della rivoluzione verde

All'interno della denominazione si trovano cantine dagli aspetti più variegati: da quelle classiche e tradizionali, alle più innovative e all'avanguardia. Tutte, però, si impegnano a preservare e diffondere lo spirito del Sagrantino, lavorando onestamente per la salvaguardia dell'identità produttiva e culturale del territorio e con una grande attenzione alla sostenibilità ambientale, economica e sociale. La rivoluzione verde è stata accolta e viene portata avanti da molte aziende, e si ritrova anche all'interno delle bottiglie, con vini che mostrano un forte carattere non solo per natura, ma anche per stile. La mano dell'uomo qui c'è, ma è sempre attentamente guidata dalla natura. Molte cantine sono certificate biologiche, altre praticano comunque un'agricoltura attenta limitando l'uso di sostanze chimiche.

Passito, Rosso e Bianco. Gli altri vini di Montefalco

Il Montefalco Sagrantino Passito Docg non può essere dimenticato, soprattutto per la sua importanza nella storia dei vini di questa zona. Ottenuto da uve 100% Sagrantino, i grappoli vengono scelti accuratamente e messi ad appassire su graticci per almeno 2 mesi. Quindi si vinifica fermentando il mosto con le bucce. Si ottiene così un vino passito molto particolare perché, pur essendo un vino dolce, rimane asciutto grazie all'alta quantità di tannini presenti. Denominazione di origine controllata sono il Rosso e il Bianco di Montefalco. Mentre il primo è ottenuto di Sangiovese, una percentuale tra il 10% e il 15% di Sagrantino e, negli ultimi tempi, anche da vitigni internazionali, il Bianco è a base di Grechetto (minimo 50%), altra uva tipica dell'Umbria, e Trebbiano. Anche in questo caso alcuni produttori più “modernisti” si affidano a una percentuale di uve come lo Chardonnay, che donano al vino profumi e struttura. Anche in questi vini, però, la tipicità non è andata perduta.

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