Vola il Crémant de Bourgogne, cala Bordeaux e vino sfuso

Vola il Crémant de Bourgogne, cala Bordeaux e vino sfuso

Crémant de Bourgogne con il vento in poppa, ma calanole vendite dei vini di Bordeaux (-3%) e soprattutto dei vini sfusi senza indicazione geografica (ma anche a Igp). Le ultime notizie che vengono dalla Francia sono dunque altalenanti, ma ciò che colpisce è soprattutto il successo commerciale delle bollicine borgognone, che da un po’ di tempo a questa parte stanno facendo la concorrenza a quelle più nobili della vicina Champagne.

Le ragioni del successo

Una crescita che può spiegarsi da un lato con molti aspetti di similitudine (stessi vitigni, suoli spesso simili, stesso metodo di lavorazione, stessa delicatezza dell’effervescenza) e dall’altro con il più favorevole rapporto qualità-prezzo. Semmai la preoccupazione viene della scarsa produzione, conseguente alle gelate e alle gradinate che hanno colpito la Borgogna negli ultimi anni. Insomma, nonostante il vento in poppa c’è il rischio di non poter soddisfare la richiesta.

Chi produce il Crémant de Bourgogne

Il Crémant de Bourgogne è una giovane denominazione che si sviluppa nei dipartimenti dell’Yonne, Côte-d’Or, Rhône e Saône-et-Loire, il cui consorzio UPECB (Union des Producteurs et Elaborateurs du Crémant de Bourgogne) annovera 3.248 soci tra viticoltori, centri di vinificazione, cantine cooperative e commercianti. Complessivamente la denominazione rappresenta il 10% dei volumi della produzione viticola della Borgogna ottenuta da una superficie vitata di 2.400 ettari, con una produzione annua di circa 16,5 milioni di pezzi e con un prezzo medio di 6,5 euro a bottiglia. Da sottolineare che ben il 25% della produzione del Crémant viene dai terreni del Beaujolais (in foto).

Vitigni, tipologie, livelli di qualità

I vitigni autorizzati sono quelli tradizionali della Borgogna: Pinot noir, Chardonnay, Pinot blanc, Pinot gris, ma anche Gamay noir a frutto bianco, Aligoté, Melon e Sacy. Quattro le tipologie: blanc, blanc de blancs, blanc de noirs e rosé. Sul piano delle menzioni qualitative, dopo la modifica dello scorso anno, oggi il Crémant de Bourgogne è posizionato su tre livelli: Classique, Éminent e Grand Éminent. Quest’ultimo (vino super premium) è ottenuto esclusivamente dal mosto fiore di Pinor noir e Chardonnay con un minimo di affinamento sui lieviti di 36 mesi. Nel tipo rosè è ammesso un 20% di Gamay.

-3% per le vendite di Bordeaux

Meno soddisfatti i produttori del versante bordolese nonostante la vendemmia 2016 sia stata positiva, con un +9% in quantità rispetto al 2015. “A differenza di molte regioni francesi”, ha spiegato di recentr Allan Sichel, presidente del CIVB (Conseil Interprofessionnel des Vins de Bordeaux), “il vigneto bordolese è stato generalmente risparmiato dalle intemperie fruttando una produzione di 5,8 milioni di ettolitri”. La nota negativa viene dalla commercializzazione, che lo scorso anno ha visto un calo del 3% sia in volume che in valore e anche nell’export: 4,73 milioni di ettolitri pari a 630 milioni di bottiglie per un valore di 3,65 miliardi di euro.

Problemi ereditati dalle precedenti vendemmie

“La nostra commercializzazione”, ha precisato Sichel, “soffre ancora delle modeste raccolte dei tre anni precedenti”. Nel dettaglio, nella grande e media distribuzione, che assorbe il 46% in volume dei vini di Bordeaux venduti in Francia, il calo è stato del 3% in volume e del’’1% in valore. All’esportazione, dove è indirizzato il 42% della commercializzazione, le vendite nel 2016 sono risultate stabili, con un balzo del +6% nei Paesi terzi (con record in Cina e Stati Uniti), ma con una forte diminuzione sui mercati europei (-10% in volume e -16% in valore).

Crolla la domanda dei Vin de Pays

Più grave, invece, la situazione del vino sfuso, sia senza menzione geografica ma anche a Igp. Rispetto alla campagna 2015-2016 il calo dei volumi ha segnato un -32% tra i rossi, -35% tra i bianchi e -7% tra i rosati. In arretramento anche i prezzi, con i vini rossi pagati a poco più di 70 euro ad ettolitro (-7% rispetto all’anno precedente), i bianchi a 78 euro (-10%) e i rosati a 75 euro (-5%). Anche i vini sfusi a Igp non restano esclusi da questa debolezza del mercato: addirittura un calo dei volumi del 38% dei rossi, del 29% dei bianchi e “solo” del 12% dei rosati. Non manca però una nota di ottimismo, a sentire l’agenzia FranceAgriMer: “I prezzi medi dei Vin de Pays erano di 40 euro ad ettolitri nel 2006, mentre adesso sono sopra gli 80 euro…”.

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© Riproduzione riservata - 27/03/2017

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