In Italia

In Italia

Maternigo: il futuro dell’Amarone secondo Tedeschi

1 Luglio 2014 Monica Sommacampagna
Un tempio di biodiversità di 84 ettari, di cui 31 adibiti a vigneto, tra i 300 e i 400 metri sul livello del mare. Duemila piante di olivi, bosco e soprattutto 140 chilometri di filari coltivati a Corvina, Corvinone e Rondinella, varietà di primo piano per la produzione di Amarone e Valpolicella, con una piccola percentuale di vitigni antichi come l’Oseleta e la Forselina. Tra le particolarità il vigneto “Anfiteatro”, allevato con lo storico e raro sistema a lira. Ecco, in breve, la tenuta Maternigo, dal 1986 proprietà della famiglia Tedeschi. QUANDO IL TERRITORIO FA LA DIFFERENZA - La tenuta, posta sulle colline tra i comuni di Tregnago e Mezzane di Sotto, oggi comincia a dare i suoi frutti grazie a una viticoltura con uno spiccato radicamento territoriale. La proprietà, ampliamento nell’area orientale della Doc Valpolicella, rappresenta infatti un investimento volto a potenziare e qualificare ulteriormente la presenza sui mercati internazionali della storica azienda con sede a Pedemonte, in provincia di Verona, a partire da caratteristiche ambientali distintive, come ha spiegato Sabrina Tedeschi nell'incontro-degustazione tenuto la scorsa settimana a Maternigo. L'ECCELLENZA PRODUTTIVA - In questa ampia e fortunata area l’enologo Riccardo Tedeschi ha individuato due particolari appezzamenti, uno per ottenere Maternigo Valpolicella Superiore, che ha avuto come prima annata il 2011 (in degustazione, fruttato con delicate note speziate), e l'altro dedicato al Maternigo Amarone, non ancora in commercio. Una produzione che si è aggiunta ai marchi oggi distribuiti, tra i quali spiccano la fortunata linea La Fabriseria e l’Amarone Capitel Monte Olmi, punta di diamante della cantina, per un volume totale complessivo di circa 500.000 bottiglie vendute in 50 Paesi nel mondo. PER VALORIZZARE OGNI CRU - Oggi l'azienda guarda ancora più avanti grazie ai risultati del lavoro triennale di zonazione e caratterizzazione, iniziato nel 2010, che ha interessato sia la tenuta Maternigo sia i vigneti posti nella zona Classica. Una iniziativa pionieristica in Valpolicella che ha evidenziato 7 aree con caratteristiche pedologiche diverse e ha permesso di sviluppare una viticoltura altamente specializzata per valorizzare ogni cru, tenendo anche conto dei valori aggiunti rappresentati oggi dalla territorialità e dalla sostenibilità.

In Italia

Cadgal, l’altra faccia del Moscato d’Asti

Alessandro Varagnolo, che guida la Cantina piemontese dal 2023, mira a dare […]

Leggi tutto

VinoVip al Forte: alla 3^ edizione del summit riflettori puntati sui grandi bianchi e sui giovani

La biennale “marittima” di Civiltà del bere si è svolta l’8-9 giugno […]

Leggi tutto

9 Morellino del Cuore + 1 di vecchia annata

I 10 campioni di Tenuta Agostinetto, Poggioargentiera, Cantina Vignaioli del Morellino di […]

Leggi tutto

La linea Ritratti di La-Vis si rinnova

Rinasce la storica gamma della Cantina trentina che comprende Sauvignon, Chardonnay, Gewürztraminer, […]

Leggi tutto

Monteverro all’Enoluogo: il grand vin bordolese-mediterraneo sfida il tempo

Il salotto milanese di Civiltà del bere ha ospitato una verticale di […]

Leggi tutto

Il futuro del Cannonau è giovane

Non solo rosso, ma anche spumante, rosato, passito e liquoroso. È quanto […]

Leggi tutto

Breve giro in Calabria, tra pionieri ed emergenti

Durante il Vinitaly abbiamo incontrato cinque imprenditori, dalle storie molto diverse, che […]

Leggi tutto

Il Ludwig di Elena Walch è il miglior Pinot nero d’Italia

Seguono a stretto giro la Riserva Burgum Novum di Castelfeder e la […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati