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Martinelli: tele artistiche al metro di un grande barolista

31 Maggio 2011 Maria Cristina Beretta
Massimo Martinelli, enologo piemontese e produttore, sin da giovane aveva due passioni: il Barolo e la pittura. Il Barolo lo ha prodotto a La Morra continuando il lavoro dello zio, lo scomparso Renato Ratti, le tele dipinte le ha realizzate sin da ragazzo come attesta un’opera datata 1965 che ha portato giovedì scorso a Milano, allo spazio “bq”, di via Fratelli Bettinelli, assieme ad altre opere. La particolarità dei suoi lavori è che si possono avere a dimensioni desiderate, lui dipinge con diversi tipi di colori, dagli acrilici a quelli ricavati da infusione di erbe ma anche dal mosto e dalla feccia dell’uva dopo la fermentazione, su enormi tele di cotone che stende tra i suoi vigneti dell’azienda Bricco Mollea, a Vicoforte (Cuneo) e lascia lì a “maturare”, tra pioggia e sole come un grande vino matura in cantina.  Qualcuno ha acquistato le sue tele per arredare più stanze, utilizzandole per pannelli o sul pavimento, dopo averle rese impermeabili. L’autore ora produce solo un vino in azienda, il Dolcetto e però mantiene vivi i contatti con Barolo ricoprendo la carica di presidente della Commissione di degustazione Docg del Barolo e del Barbaresco. (www.relais-art.com)  
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