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Maremma Toscana Doc verso 10 milioni di bottiglie

28 Maggio 2019 Civiltà del bere
Maremma Toscana Doc verso 10 milioni di bottiglie

Il neopresidente Francesco Mazzei parla dei prossimi traguardi produttivi e della crescita d’immagine su scala internazionale della Doc Maremma Toscana. Focus anche sulla sostenibilità e sulla sinergia con altri enti territoriali.

Pochi distretti vinicoli italiani possono contare su una varietà di terroir pari a quella della Maremma Toscana. Dai suoli vulcanici del comprensorio di Pitigliano e Sorano, alle formazioni marnose delle colline tra i fiumi Fiora e Ombrone, passando per i terreni argilloso-limosi dell’Alta Maremma. Un mosaico pedoclimatico che si declina in una ricca offerta produttiva, tra rossi dalla struttura importante, rosati profumatissimi e bianchi di bella freschezza.

Autoctoni, non solo Sangiovese

Sul fronte degli autoctoni, l’egemonia del Sangiovese – diffusa in molte parti della regione – è scongiurata dalla presenza di Ciliegiolo, Alicante, Vermentino e Ansonica, mentre la squadra degli internazionali mette in campo Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Chardonnay, Sauvignon blanc e Viognier.

La sfida del Consorzio

La promozione e la valorizzazione della viticoltura di qualità è affidata al giovane e dinamico Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, nato nel 2014 dopo il riconoscimento della Doc e oggi composto da 312 soci: aziende storiche, nuove realtà e grandi gruppi che hanno deciso di investire in zona.
«L’area di riferimento è l’intera provincia di Grosseto», precisa il presidente Francesco Mazzei, che si è insediato lo scorso agosto con il nuovo cda. «Attualmente produciamo poco meno di 6 milioni di bottiglie all’anno, ma l’obiettivo è arrivare ai 10 milioni in un tempo ragionevolmente breve. Si tratta di una sfida ambiziosa, ma fondamentale per raggiungere una maggiore visibilità a livello italiano e internazionale. Sono circa 4 mila gli ettari di vigneto rivendicati a Igt Toscana che potrebbero “convertirsi” alla produzione Doc, con un potenziale di oltre 40 milioni di bottiglie».

Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana

Superare i campanilismi per valorizzare la Maremma Toscana

Accanto alla crescita dei volumi, si punta all’innalzamento della qualità media del prodotto, individuando le best practices e costruendo valore intorno al brand Maremma Toscana mediante un attento piano di marketing e comunicazione. «In questa direzione si inserisce la volontà di superare i campanilismi e creare un protocollo di intesa con gli altri Consorzi attivi sul territorio, come il Morellino di Scansano e il Montecucco, per sviluppare sinergie organizzative e promozionali in modo da ottimizzare le risorse».

Grande attenzione alla sostenibilità ambientale

Ultimo, ma non per importanza, l’impegno consortile sul fronte della sostenibilità ambientale. «Partiamo da una posizione privilegiata: qui l’industrializzazione è molto bassa, la natura incontaminata e quasi selvaggia, i mari puliti. Insomma, i requisiti per fare della Maremma Toscana il primo distretto vitivinicolo sostenibile in Italia ci sono tutti».

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

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