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Livio Felluga, omaggio all’Abbazia di Rosazzo

27 Ottobre 2018 Civiltà del bere
Abbazia di Rosazzo è l'etichetta, tributo alla viticoltura locale, che nasce dalle migliori uve dei vigneti  dell’Abbazia: Friulano, Pinot bianco e Sauvignon blanc con Malvasia e Ribolla gialla. Prodotta a partire dall’annata 2009, incarna il sogno del patriarca della storica azienda.
"Qui è perfettissimi vini" annotava nel 1483 il letterato veneziano Marin Sanudo riguardo a Rosazzo, nel cuore dei Colli Orientali. Già intorno all’anno Mille i monaci Agostiniani insegnarono a dissodare la terra alle popolazioni locali e da allora la coltivazione della vite non si è mai interrotta. La fama dei vini di Rosazzo trovò il suo apice quando l’intera produzione fu riservata al Doge di Venezia e quindi utilizzata nelle relazioni diplomatiche della Serenissima Repubblica. Mille anni di viticoltura la cui eccellenza qualitativa è stata coronata nel 2011 con il riconoscimento della Docg.

Il segreto è nella "ponca"

Il terreno di Rosazzo è interamente formato da marne e arenarie di origine eocenica, che in dialetto friulano si chiama "ponca". Il clima è particolarmente mite per la vicinanza del mare e l’esposizione a sud, con le Prealpi Carniche e Giulie a proteggere la zona dai freddi venti del nord. Un microclima unico che è ideale per la coltivazione della vite.

Il legame antico con l'Abbazia

La Cantina Livio Felluga è un simbolo della produzione di Rosazzo e porta il nome del suo fondatore, pioniere dell’enologia friulana, che si è spento nel 2016, a 102 anni. «Il legame tra la nostra azienda e Rosazzo è profondo. Proprio su queste colline, negli anni Cinquanta, mio padre acquistò le prime vigne e nel 1981 nacque Terre Alte, iconico vino bianco italiano», racconta Maurizio Felluga. Naturale evoluzione dell’amore per questa terra è il sogno, coltivato da Livio Felluga fin da giovane, di dedicarsi alla cura dei vigneti abbaziali.  

Un sogno diventato realtà

Sogno che si realizza nel 2009 con la nascita di Abbazia di Rosazzo, aristocratico bianco e massima espressione delle vigne che circondano il complesso. È un raffinatissimo uvaggio di Friulano, Pinot bianco e Sauvignon, con un piccolo contributo di Malvasia e Ribolla gialla. Profilo sensoriale unico, di grande eleganza e complessità: le sensazioni fruttate e floreali sono impreziosite da note calde di pasticceria e da accenni balsamici. Un vino di struttura e grande longevità. «A coronamento del legame con l’Abbazia, abbiamo riportato allo splendore l’antica torre occidentale del complesso. Abbiamo voluto renderla il luogo ideale per condividere con i nostri ospiti, in un cornice unica, l’impagabile bellezza del nostro territorio» conclude Maurizio Felluga.
Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 5/2018. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l'ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com
 

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