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Libri e documentari (in inglese) per l’estate

Libri e documentari (in inglese) per l’estate

C’è la storia di una ragazza dai capelli rossi di New York che sognava di diventare una critica teatrale, ma oggi è un riferimento per il movimento del vino naturale. Oppure il racconto lucido e umoristico di quando birra, vino e alcolici erano prescritti dai medici. Cosa si intende per biodinamica? E per viticoltura rigenerativa? Due libri lo spiegano. Sono diverse le nuove pubblicazioni a tema vino e altre bevande alcoliche che quest’estate potranno soddisfare la sete di conoscenza di esperti e neofiti.

Per approfondimenti: Club Oenologique, The New York Times, The Wine Economist, The New York Times, Decanter e Wine Spectator

La rivista inglese Club Oenologique ha raccolto in un articolo le migliori ultime e prossime uscite da leggere durante le vacanze estive. Si tratta di novità o ristampe adatte a chiunque, purché si abbia confidenza con la lingua inglese. Tutti i libri proposti si possono facilmente acquistare on line.

Autobiografie e vino: da chi e cosa imparare

To Fall in Love, Drink This è la storia di Alice Feiring e di come la sua passione per il teatro e i libri sia stata assorbita dall’amore verso il vino naturale e la difesa di un prodotto “vivo”, come l’autrice stessa lo definisce. The Life and Wine of Hugh Johnson è un’altra autobiografia da non perdere per chi è innamorato non solo del vino, ma anche del modo in cui i grandi critici hanno insegnato a raccontarlo. Hugh Johnson è indubbiamente uno dei maestri in questo settore.

Per chi è preoccupato per il futuro della viticoltura

Nature at Heart – For a Better World è una raccolta di pensieri di Gérard Bertrand. Vigneron francese, ex giocatore di rugby e profondo amante della natura, Bertrand ha dedicato gli ultimi trent’anni della sua vita alla filosofia biodinamica applicata alla viticoltura quanto alla vita. Chi, invece, non ha mai sentito parlare di viticoltura rigenerativa può affidarsi alle spiegazioni del giornalista Jamie Goode che nel suo Regenerative Viticulture esamina la logica storica, geografica, viticola ed economica alla base di un sistema basato sulla biodiversità e la salute del suolo. La chiave di tutto è restituire alla terra ciò che l’agricoltura inevitabilmente sottrae.

Ristampe di opere dimenticate

L’Academie du Vin Library ha dedicato una collana alle edizioni classiche, ovvero alle ristampe di opere dimenticate come è accaduto per gli scritti dell’avvocato Maurice Healy, che in Stay With Me Flagons raccontò il mondo del vino negli anni Quaranta del Novecento. Si tratta di un viaggio nei prodotti più conosciuti e consumati all’epoca: Sherry, Madeira, Brandy, Porto, i vini francesi e italiani. “Il valore del libro sta nelle testimonianze storiche e nell’eleganza di una scrittura affascinante e umoristica”, scrive il recensore Guy Woodward. Per la stessa collana è stato ristampato A Contemplation of Wine, una serie di affascinanti riflessioni sul vino scritte nel 1951 dal corrispondente di guerra Herbert Warner Allen.

Dottori e distillatori: storie di improbabili rimedi alcolici

Recensito e approvato tanto da Club Oenologique quanto da The New York Times, Doctors and Distillers di Camper English racconta di quanto, in passato, medicina e alcol non fossero considerati due campi distanti come lo sono oggi. Pare che l’antidepressivo preferito di Carlo II Stuart, re d’Inghilterra, fosse costituito da una polvere ricavata da cervello umano disciolta in alcol. Ma furono moltissimi nel corso dei secoli i rimedi alcolici più strambi e fantasiosi raccomandati dai medici di ogni continente. Non bisogna, però, andare molto indietro nel tempo per trovare esempi che fanno sorridere: “In Irlanda, la pratica di offrire ai donatori di sangue una pinta di Guinness è terminata solo nel 2009”, scrive l’autore.

Le guerre del vino, il nuovo libro di Mike Veseth

Sequel di Wine Wars, libro del 2011 che racconta le guerre del vino, è Wine Wars II. L’autore di entrambi i volumi è Mike Veseth, alias The Wine Economist, che dopo un decennio ha ritenuto utile aggiornare la mappa mondiale del vino e, di contro, le storie dei resistenti “terroiristi”. Uscito a inizio luglio, il nuovo libro analizza la competizione derivata dalla globalizzazione dei produttori di vino del Vecchio e del Nuovo Mondo. Si tratta del primo e unico approfondimento sul mercato enologico e sulla sua tripla crisi (ambientale, economica e di identità) a livello mondiale.

Interessanti documentari in arrivo

Accanto ai libri sono in uscita anche interessanti documentari recensiti in anteprima da alcune testate giornalistiche. Living Wine, film in uscita il 15 luglio, vede per protagonista un gruppo di viticoltori della California accomunati dalla produzione di vino naturale. La narrazione si guarda bene dal cadere nei cliché e nelle solite discussioni a favore o contro questo movimento. “Dimentica il funky. Il focus qui è l’agricoltura, la cultura, l’ambiente, il cambiamento climatico e, sì, anche dell’ottimo vino”, si legge su The New York Times nella recensione scritta da Eric Asimov.

Un film tributo a Gérard Basset

Il film A Life in Wine: Gérard Basset, the World’s Favorite Sommelier esce, invece, il 17 luglio. Si tratta di un documentario tributo al famoso sommelier (Master of Wine, Master Sommelier, Cavaliere in Inghilterra, campione del mondo dei sommelier ASI nel 2010) scomparso nel 2019. Gérard Basset iniziò la sua carriera nel settore come lavapiatti e cameriere, ma raggiunse in breve tempo importanti successi professionali e personali. Il film della durata di un’ora è prodotto dallo studio e dal team di produzione 67pallmall.tv (dove sarà visibile on-demand) del noto wine club londinese 67 Pall Mall (Decanter).

Thomas Jefferson e il vino francese

Il 25 maggio 1787, il futuro terzo presidente degli Stati Uniti scende da una carrozza e rimane affascinato un maestoso castello francese. Incontra il proprietario, visita i vigneti e ne degusta il vino. Inizia così una storia d’amore che si riverbera sulle vite di statunitensi e francesi ancora oggi. Eastbound Westbound è il film che racconta della passione di Thomas Jefferson per il vino di Bordeaux e, in particolare, per Château Haut-Brion. È questo un profondo interesse che ha contribuito alla creazione di duraturi legami di collaborazione tra Francia e Stati Uniti. Non a caso Bordeaux fu la sede del primo consolato americano d’oltremare, mentre tra i viticoltori bordolesi e californiani gli scambi furono e sono tuttora molto forti. Presentato negli scorsi mesi, il documentario dovrebbe essere disponibile a breve in streaming. Nel frattempo, Wine Spectator ne segnala il trailer.

Foto di apertura: © S O C I A L . C U T – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 15/07/2022

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