Senza confini Senza confini Anita Franzon

L’evoluzione degli investimenti nel vino. Il nuovo report di Liv-ex

L’evoluzione degli investimenti nel vino. Il nuovo report di Liv-ex

L’analisi approfondisce come sono cambiati durante l’ultimo decennio coprendo il tema sotto diversi aspetti, dall’inflazione al ruolo della tecnologia, fino all’ampliamento della rete degli investitori.

Per approfondimenti: Liv-ex, Cna Luxury, Wine-Searcher e Wine-Searcher

Oggi chiunque abbia una connessione internet può investire nel vino. La rete ha velocemente cambiato il settore principalmente per due motivi: le informazioni si trovano con un semplice click e le vie di accesso al mercato sono più semplici.

Un mercato più trasparente

Innanzitutto, secondo quanto riportato dal nuovo report pubblicato da Liv-ex, è necessario fare una distinzione tra collezionisti e investitori. I primi acquistano bottiglie che sono intenzionati a stappare; i secondi rivendono i vini per ottenere un profitto. Secondo David Parker, fondatore e Ceo di Benchmark Wine Group, occorre mettere in chiaro queste differenze in quanto solo una minima parte dei vini del mondo – circa il 3% – risulta adatta all’investimento. E se, fino a pochi decenni fa, questa piccola fetta veniva spartita tra pochi esperti, oggi potenzialmente chiunque può avere accesso, tramite una rapida ricerca su Google, a informazioni di valutazione indipendenti. In questo modo il mercato dei vini pregiati è diventato più trasparente.

E uno spazio più democratico

“In altre parole”, si legge nel rapporto, “un maggiore accesso alle informazioni, ma anche alla compravendita, ha reso l’investimento nel vino pregiato uno spazio più democratico”. In effetti, le piattaforme online sono il luogo più popolare tra gli investitori per vendere il loro vino, un’opzione che non esisteva fino a 15 anni fa. Le case d’asta, i broker e i commercianti specializzati rimangono comunque un punto di riferimento. Tra i primi a intuire le potenzialità della rete sono stati i rivenditori di vino statunitensi, che in questo modo hanno aumentato le vendite riducendo al contempo i costi di inventario e del personale.

Quali sono i vini da investimento?

Le bottiglie considerate da investimento provengono tipicamente dalle classiche regioni del vino pregiato, come Bordeaux e Borgogna, ma il mercato si è notevolmente ampliato negli ultimi dieci anni. Nel 2010, il 95% dei vini presenti sul mercato di Liv-ex proveniva da Bordeaux. Nel 2022, quel numero è sceso sotto il 35%. La California ha ottenuto un certo beneficio da questa tendenza, trovando sempre più spazio nei portafogli di collezionisti e investitori. «Ma Bordeaux non ha perso quote in termini di valore assoluto: è il mercato a essersi allargato», ha sottolineato Robbie Stevens di Liv-ex.

Un investimento poco rischioso anche in periodi difficili

“Quando il mercato azionario sale, il mercato del vino sale più velocemente. Quando il mercato azionario scende, il mercato del vino rimane stabile”, si legge ancora nel rapporto. Quello nel vino pregiato è considerato, dunque, un investimento poco rischioso, il cui valore non è crollato nemmeno durante i periodi difficili caratterizzati da pandemia, guerra e inflazione. Inoltre, gli investitori possono oggi acquistare solamente parte di una collezione di vini, o addirittura una quota di una singola bottiglia di vino, comprando dunque azioni a un prezzo relativamente basso rispetto al valore totale del prodotto. Il futuro degli investimenti nel vino pregiato, a quanto pare, è roseo e anche secondo il magazine Cna Luxury si tratta di un “investimento alternativo in grado di offrire buoni rendimenti. Al massimo puoi decidere di stapparlo”.

Prezzi in picchiata, ma più opportunità per investitori astuti

Wine-Searcher, intanto, analizza come i prezzi dei vini pregiati stiano crollando, con un contemporaneo aumento delle opportunità per gli investitori più astuti. L’indice Liv-ex Fine Wine 1000 che misura i prezzi del mercato secondario dei mille vini più richiesti sul mercato, è in calo da sette mesi, ma il vicepresidente Justin Gibbs ha spiegato come la tendenza rifletta più le condizioni economiche al di fuori del mondo enologico, che una diminuzione dell’appetito per il buon vino. Inoltre, sempre secondo quanto dichiarato da Gibbs, i prezzi dei vini en primeur sono al momento più alti rispetto ad annate più vecchie e proprio per questo motivo bottiglie di Bordeaux degli anni ’90 e 2000 potrebbero oggi costituire un ottimo investimento perché prima o poi i prezzi saliranno nuovamente. Lo stesso ragionamento vale per lo Champagne.

Dove si fanno oggi gli affari

Il calo dei prezzi non coinvolge, però, altri vini oggi considerati molto popolari. Borgogna e Piemonte, per esempio, rischiano di diventare del tutto irraggiungibili per il consumatore medio. Così, in un altro recente articolo pubblicato da Wine-Searcher, la giornalista Vicky Denig analizza con l’aiuto di sei professionisti del settore quali siano, a oggi, i migliori affari per investitori e consumatori. Il mondo del vino è, infatti, in continua evoluzione ed è dunque necessario rimanere costantemente aggiornati, in particolare sui produttori emergenti e di nuova generazione. Un altro spunto è affidarsi ai “Super Seconds”, ovvero le seconde etichette di grandi produttori. Infine, è bene scandagliare anche denominazioni meno famose: proprio qui potrebbero nascondersi nuove perle.

Foto di apertura: © A. Grey – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 14/07/2023

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