Le Manzane, modello di ecosostenibilità

Le Manzane, modello di ecosostenibilità

La famiglia Balbinot, proprietaria della tenuta di San Pietro di Feletto, è fortemente impegnata nella valorizzazione della biodiversità in vigna. Sulle etichette Springo Prosecco Docg Rive di Manzana e Rive di Formeniga sarà apposto il bollino SQNPI che attesta l’adozione di pratiche di lotta integrata.

Se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita. Al di là del dato numerico, questa frase attribuita al fisico Albert Einstein esprime con chiarezza il ruolo fondamentale degli insetti impollinatori per la salvaguardia del pianeta. Molte aziende vinicole lo hanno compreso, intraprendendo azioni concrete per favorire la biodiversità nelle proprie vigne. Fra loro c’è Le Manzane di San Pietro di Feletto, nel cuore delle colline del Prosecco Superiore proclamate Patrimonio mondiale dell’Umanità Unesco lo scorso luglio.

Prosecco Springo, certificato SQNPI

Dal 2019 i 75 ettari vitati della tenuta vengono allevati secondo i dettami della difesa integrata, favorendo l’uso di pratiche agronomiche non impattanti, limitando i prodotti fitosanitari e riducendo al minimo i trattamenti antiparassitari attraverso soluzioni alternative alla difesa chimica. Oggi l’impostazione green aziendale si concretizza nel riconoscimento della certificazione ministeriale SQNPI (Sistema di qualità nazionale di produzione integrata). Sulle bottiglie della linea Springo Le Manzane – ovvero Springo Bronze Conegliano Prosecco Superiore Rive di Manzana Dry e Springo Blue Conegliano Prosecco Superiore Rive di Formeniga Brut – sarà apposto il relativo bollino, la cui grafica è rappresentata proprio da un’ape in volo.

Il bollino della cartificazione SQNPI rappresenta un’ape in volo.

Sostenibilità totale

«La strada intrapresa è quella della sostenibilità a 360 gradi e questo risultato è il frutto di vari anni di lavoro», spiega Ernesto Balbinot, titolare di Le Manzane. «Lasciamo il terreno sempre inerbito per favorire un habitat ideale per gli insetti utili e al tempo stesso per preservare le pendenze collinari dei vigneti da eventuali erosioni dovute a piogge insistenti, purtroppo sempre più frequenti».

L’adesione al protocollo vitivinicolo promosso dalla Docg Conegliano Valdobbiadene


Ancora, Le Manzane ha scelto di seguire scrupolosamente il protocollo vitivinicolo promosso dalla Docg Conegliano Valdobbiadene.
«Si tratta di un documento sottoscritto da una commissione di esperti presieduta dal Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Le linee guida in esso contenute sono indirizzate a salvaguardare la salute del consumatore, ma anche il territorio di produzione e la bellezza del paesaggio. In particolare utilizziamo solo ed esclusivamente sistemi di diserbo meccanico nel sottofila e adoperiamo macchine irroratrici antideriva a recupero che ci permettono di risparmiare prodotto, con un beneficio anche economico. Durante l’anno vengono effettuati lanci di insetti antagonisti per combattere quelli dannosi, ridotti anche attraverso la confusione sessuale».

Ecosostenibilità in ogni fase del processo

Le best practices ecosostenibili superano i confini del vigneto.
«In cantina stiamo adottando un rigoroso sistema di tracciabilità, così da costruire un percorso di qualità completo, dal grappolo al consumatore. Nel prossimo futuro per ogni singola bottiglia Le Manzane sarà possibile conoscere le fasi di vinificazione, lavorazione e l’ubicazione del vigneto di origine».

Passato e presente

La storia della tenuta affonda le radici nel 1958 quando Osvaldo Balbinot avvia una piccola attività commerciale nel settore vitivinicolo nell’Alta Marca trevigiana. Il figlio Ernesto, enologo, decide di mettere a frutto la passione e l’esperienza paterna; nel 1984 fonda il marchio La Vigna e comincia a vinificare le proprie uve. Nel 1992, con una chiara visione delle potenzialità aziendali, intraprende una nuova sfida avviando la commercializzazione del proprio vino con il marchio Le Manzane.
Oggi i 75 ettari vitati di proprietà ospitano, oltre alla Glera, vitigni autoctoni come Verdiso, Manzoni bianco, Bianchetta, Marzemino, e internazionali quali Cabernet, Merlot, Chardonnay e Pinot bianco. La Cantina si avvale di un impianto di produzione tecnologico – nascosto all’interno di una collina dopo un imponente lavoro di riqualificazione ambientale – e utilizza le più moderne tecniche di vinificazione, stoccaggio termocondizionato e imbottigliamento automatico. Le punte di diamante sono le bollicine Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg nella versione Extra Dry e Brut e le due Rive dalla linea Springo. I vini Le Manzane sono distribuiti in 34 Paesi e il 65% del fatturato è occupato dall’export.

La Glera allevata sulla Rive è profumata e ricca di acidità

«Credo molto nella classificazione delle 43 Rive, che indicano altrettante espressioni territoriali», spiega Ernesto Balbinot. «Nella parlata locale, Rive sono i vigneti posti in terreni scoscesi. Le viti, allevate a Sylvoz con una densità di 3.000 ceppi per ettaro, regalano uve Glera ricche in aromi e acidità, anche grazie all’escursione termica, a una brezza costante e a suoli drenanti».

La bottiglia di Springo Bronze Rive di Manzana

La linea Springo

Il carattere esuberante dei due Prosecco Superiore Rive Le Manzane è simboleggiato dal nome della linea, Springo.
«In questa parola si fondono il dialetto veneto springo, che significa vivace, brioso, e l’inglese spring, ossia primavera».
Il Prosecco Superiore Springo Blue Rive di Formeniga è prodotto nel comune di Vittorio Veneto, in frazione Formeniga, da un appezzamento con forte pendenza esposto a sud. «Al naso affascina con note di mughetto, glicine, mela, arancia, salvia, timo e ricordi minerali di pomice. In bocca è fresco e sapido, con carbonica cremosa e sottile che riporta al frutto percepito al naso, con gli agrumi che tendono a prevalere».
Il Prosecco Superiore Springo Bronze Rive di Manzana, invece, nasce sull’omonima collina di Manzana, anch’essa nel comune di Vittorio Veneto, con vigneto esposto a sud e sud-ovest.
«Nel bouquet ampio e intenso di frutta a polpa gialla si distinguono sentori di pesca, mela, banana e fiori di glicine; il finale ha un leggero profumo di crosta di pane. Al palato è ricco, fresco, cremoso, dotato di buona pienezza e lunghezza, in perfetta corrispondenza con il profumo, elegante e armonico».

Realizzato in collaborazione con Le Manzane.

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 2/2020. Acquista

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© Riproduzione riservata - 23/07/2020

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