Dalle Nostre Rubriche

In Italia

In Italia

L’apparentemente timido Grechetto di Todi

23 Luglio 2019 Roger Sesto
L’apparentemente timido Grechetto di Todi

Tra i protagonisti del rilancio del Grechetto di Todi v’è Cantina Peppucci. «Da subito (2002) abbiamo ritenuto fondamentale recuperare la tipicità del Grechetto, sempre più diluito con altre varietà sino a stravolgerne l’identità; scelta motivata dalla sua presunta scarsa aromaticità e acidità», si presenta così Filippo Peppucci.

«Avendo noi impiantato solo Grechetto di Todi come uva bianca, eravamo viceversa convinti che, con adeguate pratiche vitienologiche, sarebbe stato possibile esaltare questa cultivar anche in purezza. Ricerca che ci ha condotti alla produzione del fresco Montorsolo. Dal 2014 abbiamo cominciato a selezionare annualmente i nostri migliori cru, arrivando all’ideazione de I Rovi, Grechetto di Todi Superiore Doc».

Un grappolo di Grechetto di Todi a piena maturazione

I Rovi, da vigne circondate da rovi di more

La fermentazione parte in acciaio, ma si completa (per il 30% della massa) in barrique. A inizio gennaio il vino ottenuto viene riassemblato in acciaio, dove sosta sur lies fino a metà giugno, con bâtonnage settimanali a frequenza scalare; protocollo che si completa con una maturazione in vetro di 15 mesi. I Rovi pur non perdendo in acidità si rafforza in struttura e in aromi terziari, così da smarcarsi dall’immediatezza del Montorsolo. «Perché I Rovi? Per ricordarci che proviene da vigne circondate da rovi di more, ma anche per rammentarci metaforicamente l’arduo percorso da compiere per ottenere un grande Grechetto di Todi».

Per conoscere gli altri autoctoni di Lazio e Umbria clicca qui.
L’articolo sui vitigni autoctoni laziali e umbri prosegue su Civiltà del bere 3/2019. Se sei un abbonato digitale, puoi leggere e scaricare la rivista effettuando il login. Altrimenti puoi abbonarti o acquistare la rivista su store.civiltadelbere.com (l’ultimo numero è anche in edicola). Per info: store@civiltadelbere.com

In Italia

Addio a Giuseppe Bonci, vignaiolo appassionato dei Castelli di Jesi

Il 21 dicembre si è spento all’età di 81 anni il produttore […]

Leggi tutto

La via etica: le diocesi italiane fanno rete “agricola”

Con il progetto Nostra Madre Terra gli Istituti diocesani di Piemonte, Veneto, […]

Leggi tutto

Ristorante Barbagianni a Colle di Val d’Elsa (Siena)

Tradizione toscana e tecniche francesi in un ricercato equilibrio di sapori. Al […]

Leggi tutto

Consorzio Colli di Conegliano Docg: Isabella Collalto de Croÿ eletta presidente

Cambio al vertice del Consorzio di Tutela dei Vini Colli di Conegliano […]

Leggi tutto

Le tre anime del vino toscano secondo Arillo in Terrabianca

Radda in Chianti, Maremma e Val d’Orcia: il progetto generazionale della famiglia […]

Leggi tutto

Gabe Tenute, nuova voce di carattere nel cuore del Conegliano Valdobbiadene

Un progetto recente (la fondazione risale al 2024) ma già ben avviato, […]

Leggi tutto

Doc Monreale: per i produttori il vitigno su cui puntare è il Catarratto

La tendenza va in particolare verso i biotipi Lucido ed Extra Lucido, […]

Leggi tutto

Paternoster, per i 100 anni arriva Barone Rotondo

L’azienda del Vulture, di proprietà della famiglia Tommasi, festeggia un secolo di […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati