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L’alberello di Pantelleria candidato all’Unesco

7 Marzo 2011 Andrea Gabbrielli
La vite allevata ad alberello di Pantelleria è stata candidata ad entrare a far parte del Patrimonio mondiale dell’Unesco. L’alberello è una delle forme di allevamento più antiche ed è arrivato al seguito della colonizzazione greca del Mediterraneo e ne ha seguito le rotte. Particolarmente adatto ai climi caldo-asciutti e ai terreni poco fertili, a Pantelleria ha la particolarità di essere impiantato in una conca sia per difendere la vite dal vento che per raccogliere la scarsa piovosità convogliandola verso le radici. Rispetto alle forme espanse consente un’alta densità di ceppi per ettaro e il limitato sviluppo permette di ottenere uve di alta qualità e di elevata gradazione zuccherina. Questa forma di allevamento inserito in un contesto altamente suggestivo come quello di Pantelleria tra terrazzamenti e muretti a secco, non solo è un elemento che ha disegnato indelebilmente  il paesaggio ma  ha caratterizzato fortemente l’identità culturale e produttiva dell’isola. Peccato che questa testimonianza unica nel corso degli anni si sia fortemente deteriorata. Infatti se sino agli anni Ottanta la superficie vitata di Pantelleria si estendeva per 4.000 ettari oggi si arriva a poco più di 600 e anche il calo della produzione è stato altrettanto sensibile: dai 200.000 quintali di 30 anni fa ai 25/26.000 quintali di oggi. Riconoscere l’alberello come Patrimonio dell’Unesco è un utile passo per frenare l’abbandono.

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