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La vite a protezione dell’ambiente: il progetto Italia-Malta

24 Settembre 2012 Andrea Gabbrielli
Dopo le tappe di Ustica, Linosa e Pantelleria, l’attività di divulgazione legata al progetto Promed arriva a Malta. Durante il seminario, svolto al Birdy Park di St. Paul’s Bay, i tecnici dell’Istituto regionale vino e olio di Sicilia hanno presentato i risultati agronomici ed enologici delle sperimentazioni e delle microvinificazioni per la vendemmia 2011 (e parzialmente la 2012) delle uve raccolte a Malta e Gozo. I VOLTI DEL PROGETTO - All’incontro organizzato dal ministero per le Risorse e gli affari rurali di Malta (Mrra), partner del progetto, hanno partecipato Dario Cartabellotta, dirigente generale del dipartimento Interventi strutturali dell’assessorato Risorse agricole e alimentari, già direttore dell’Irvos, Justin Zahra della Direzione agricoltura del Mrra e Roger Aquilina, memoria storica del vino maltese. A illustrare i risultati di un’imponente mole di ricerche sul campo, Daniele Oliva, direttore dell’unità di Microbiologia dell’Irvos, e l’enologa Piera Maria Giaramida. Per i viticoltori maltesi è intervenuto Gerald Vella, direttore di Vitimalta, che raccoglie l’85% dei produttori. VITICOLTURA PER L'AMBIENTE - «Per assicurare il mantenimento del paesaggio e salvaguardare l’ambiente delle isole è necessario che le attività producano reddito in modo da invogliare gli agricoltori a non abbandonare le colture. La vite e il vino sono una grande opportunità, a patto però di essere competitivi incrementando la qualità» ha dichiarato Dario Cartabellotta introducendo i lavori del seminario. Da parte sua, Justin Zahra ha messo l’accento «sull’importanza della battaglia contro l’erosione dei suoli e quindi la necessità del mantenimento della viticoltura nelle isole. Il progetto Promed è un ottimo esempio di collaborazioni tra regioni dell’Unione Europea perché esalta il terroir e la sua identità». LA SPERIMENTAZIONE MALTESE - Il vigneto maltese si estende per circa 500 ettari dei quali circa 280 sono in produzione (Fonte Vitimalta); il 59% sono Dok (Doc) e il 36% Igt. In tutto, il team di ricercatori dell’Irvos ha fornito una consulenza diretta a 6 viticoltori a Malta e 1 su Gozo, mentre i vigneti seguiti sono stati in tutto 10, di cui 2 a Gozo. Centinaia le microvinificazioni effettuate, con particolare attenzione ai due i vitigni autoctoni, la Girgentina, un’uva bianca di gusto neutro e la Gellewza, un’uva a bacca nera da cui si ottiene un rosso mediamente alcolico e di grande piacevolezza, di grande interesse. Attualmente è in corso la ristrutturazione della Stazione sperimentale di Buskett dove nascerà un centro di ricerca in viticoltura ed enologia.

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