La rassegna stampa internazionale di Civiltà del bere #3
Notizie da tutto il mondo, selezionate tra decine di giornali, riviste e blog di ogni Paese e di ogni lingua, per rimanere sempre aggiornati su ciò che accade oltre confine. E per sapere cos’hanno detto di noi
NEL MONDO
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# Ritorno alla normalità (o quasi)
Allerta dazi americani
Il 14 febbraio 2020 era arrivata la buona notizia: niente dazi o ulteriori aumenti (alcuni prodotti erano già tassati del 25%) sui vini che provengono da alcuni Paesi europei e, quindi, anche sui vini italiani. Ma dopo sei mesi il problema si ripresenta e proprio adesso che ristoranti, enoteche e altre aziende iniziano a riaprire e le restrizioni per via del Covid-19 diminuiscono, il mondo del vino potrebbe subire un ulteriore colpo sotto forma di dazi commerciali. (The drinks business).
Su VinePair si riporta che i dazi del 25% imposti a determinati vini e liquori europei (non a quelli italiani, almeno per ora) nell’ottobre 2019 stanno incidendo negativamente sulle attività statunitensi. Ora il rischio di un aumento al 100% minaccia e incombe ancora una volta anche su importatori, distributori, rivenditori e operatori locali statunitensi; una preoccupazione che si aggiunge alle perdite legate al Covid-19.
Si torna a volare, ma senza alcolici
Sono tornati da poco operativi alcuni voli. Oltre alle tante accortezze e norme antivirus, in alcuni casi i viaggiatori dovranno fare a meno del consumo di alcolici a bordo. La compagnia aerea Virgin Atlantic ha infatti rimosso vini e superalcolici nell’ambito di una revisione più ampia del suo servizio di ristorazione con la speranza di ridurre il rischio di diffusione del coronavirus tra i passeggeri, ma il divieto di alcol sarà una misura temporanea. Sulla stessa scia Easyjet, altra compagnia aerea che al momento non permette il consumo di bevande alcoliche durante il volo (The drinks business).
Il ruolo del consumatore oggi
Mentre i governi allentano gradualmente le restrizioni per i locali, IWSR (Drinks Market Analysis) esamina il ruolo del consumatore ai tempi del Coronavirus in 12 diversi mercati. Secondo la ricerca, molti Paesi stanno iniziando ad avviare piani di riapertura cercando di trovare un equilibrio tra problemi di salute pubblica e ripresa economica, con differenze dovute a una complessa combinazione di fattori, tra cui la gravità dei contagi nelle diverse aree o la paura di una seconda ondata di infezioni.
Viticoltura in Norvegia grazie al surriscaldamento globale
Non è, o meglio, non era la normalità: oltre a fiordi, salmoni e aurore boreali, questo nuovo tempo bizzarro ha portato la vigna in Norvegia.
Per via delle temperature più elevate, soprattutto in inverno, si riduce il rischio di gelate e così anche la Norvegia è oggi in grado di produrre 8.000 ettolitri di vino all’anno, che sono molto pochi rispetto ai 40 milioni di ettolitri prodotti annualmente in Francia, ma sono comunque un inizio (Euronews).
# Tendenze Francia
La riscossa del Beaujolais
Per ‘Fiona Beckett on wine’, rubrica su The Guardian, è arrivato il tempo di riscoprire il Beaujolais. È questo un vino perfetto per l’estate, versatile, profumato, ottimo per un pic-nic sull’erba e perfetto da abbinare a piatti di pesce, in particolare salmone e tonno. Il Beaujolais è inoltre molto più economico di altri vini francesi e ha un basso contenuto di alcol.
Cantine sociali di Francia: svolta bio. Il modello Plaimont
Situata nel sud-ovest della Francia, la Cantina Plaimont ha vigneti che si estendono per 5.300 ettari e quattro denominazioni dalle pendici dei Pirenei alle dolci colline della Guascogna ed è diventata un esempio di successo nel mondo delle cooperative. La Revue du vin de France narra come questi progetti condivisi al motto di “Uno per tutti, tutti per uno!” stiano oggi subendo una profonda trasformazione: dal lancio di etichette bio con strategie commerciali innovative, a una cultura territoriale sempre più attenta ai desideri dei giovani. Se, da una parte, le Cantine sociali sono più difficili da gestire rispetto a una realtà familiare, dall’altra «se domina un desiderio condiviso per un progetto che funziona, 400 o 600 produttori insieme diventano rapidamente una forza straordinaria», afferma Anne Haller, direttrice generale di Vignerons Coopérations de France, il sindacato delle Cantine cooperative di Francia.
Rémy Cointreau torna a investire in Champagne
Nove anni dopo aver venduto per 412 milioni di euro Piper-Heidsieck e Charles Heidsieck al gruppo EPI (che ora possiede anche l’azienda di Montalcino Biondi Santi), la società francese Rémy Cointreau è tornata nel mondo delle bollicine francesi con l’intenzione di acquisire una quota di maggioranza di Champagne de Telmont, da 4 generazioni di proprietà della famiglia Lhopital (The drinks business).
# Tempo di classifiche
I migliori bag-in-box
Tra le innumerevoli classifiche sui vini e altre bevande alcoliche per l’estate, spicca su The Telegraph una curiosa graduatoria: quella sui migliori vini bag-in-box e nuove idee di «packaging intelligenti». L’autrice dell’articolo afferma che tutti i suoi ricordi legati a questi vini dai contenitori alternativi sono tutti felici e festivi e che «grazie ai progressi tecnologici, il vino all’interno dei ‘BiB’ oggi è migliore di quanto non sia mai stato prima perché sviluppato da e per una generazione di bevitori di vino che apprezzano la comodità di poter prendere un bicchiere come e quando vogliono, e cercano anche di minimizzare il loro impatto sull’ambiente».
L’ora del gin
La prossima moda potrebbe essere quella del rum, ma il gin è ancora sulla cresta dell’onda anche in quest’anno segnato dalla pandemia. Il Regno Unito si conferma il più grande esportatore mondiale di gin e The drinks business si chiede quali sono i marchi più venduti. Domina la classifica il gin Gordon’s distribuito da Diageo, mentre Hendrick’s ha registrato una crescita del 7,7% nel 2019. Grande successo anche per il gruppo Pernod Ricard con i gin Beefeater e Seagram. Sempre molto apprezzati sono Tanqueray (Diageo) e Bombay Sapphire (Bacardi).
Le classifiche di Decanter
Anche la rivista Decanter è in vena di classifiche e, seguendo il trend rosa del momento, rivela quali sono i vini rosati inglesi perfetti per l’estate, tra cui otto spumanti e due vini fermi. Ma, pochi giorni dopo – sempre su Decanter vengono elencati anche i migliori vini bianchi italiani per la bella stagione: una classifica che passa in rassegna l’Italia da nord a sud, partendo dall’area del Gavi fino alle pendici dell’Etna passando per il Verdicchio di Matelica. Curiosi, inoltre, i consigli per i migliori vini da pic-nic, ancora una volta su Decanter. Tra le etichette indicate anche la lattina prêt à porter del ‘Rosé to go’ di Mirabeau «rinfrescante e gustoso, ottimo da bere all’aria aperta, da portare durante le giornate in spiaggia o da sorseggiare a bordo piscina», afferma la giornalista Ellie Douglas.
DICONO DI NOI
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Sangiovese, l’altro
Ci sono segreti nell’Italia centrale molto ben conservati. Tra questi il Sangiovese fuori dai confini regionali della Toscana. Su Vinous un accurato reportage porta luce e conoscenza sugli altri Sangiovese, per esempio quello prodotto tra le colline di Predappio, in Romagna, da Chiara Condello. Chianti e Chianti Classico Brunello di Montalcino e Vino Nobile di Montepulciano sono solo la punta dell’iceberg del Sangiovese, non solo in Toscana, ma anche in Italia. «Anche regioni come le Marche e l’Umbria hanno, da secoli, preso molto sul serio la produzione di Sangiovese, in purezza e non», spiega l’autore Eric Guido, secondo cui sarebbe in atto un rinascimento italiano completamente nuovo, ma questa volta per il Sangiovese.
Riaperture in Italia
Wine Spectator dedica un articolo alla riapertura, dopo mesi di restrizioni, dei ristoranti in Italia raccontando la ripresa del settore dell’accoglienza e il vantaggio di poter assaporare il gusto di un’Italia al momento ancora poco affollata di turisti. La mancanza di visitatori esteri si fa, però, sentire e l’autore dell’articolo porta come esempio la città di Verona, che ha dovuto rinviare di un anno tanti eventi, tra cui il Vinitaly.
Riscoprire il Ruché
Individuandolo come uno dei vini “invisibili” italiani, l’economista ed esperto di vini Mike Veseth racconta sul suo blog The Wine Economist il Ruché di Castagnole Monferrato, con tanto di indicazione sulla pronuncia: “ROO-kay”. Per Veseth il Ruché è un vino sorprendente e spiega ai suoi lettori come a farlo rivivere, a partire degli anni Sessanta, fu un parroco della zona che evitò di far cadere nel dimenticatoio l’autoctono vitigno piemontese; ma ancora oggi la sfida è aperta.
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Cristie Norman – @cristienorman_somm su Instagram – è una giovanissima (ha 26 anni) sommelier di Los Angeles che guida corsi sul vino online mantenendo sempre i toni leggeri e amichevoli; è inoltre stata molto attiva durante il periodo di lockdown per la tutela dei sommelier di sala negli Stati Uniti.
Tag: Cristie Norman, Decanter, Euronews, La Revue du vin de France, Rassegna stampa internazionale, The Drinks Business, The Guardian, The Iwsr, The telegraph, the wine economist, VinePair, Vinous, Wine SpectatorLa rassegna stampa Internazionale di Civiltà del bere raccoglie ogni settimana notizie da tutto il mondo, selezionate tra decine di giornali, riviste e blog di ogni Paese e di ogni lingua, per rimanere sempre aggiornati su ciò che accade oltre confine. E per sapere cos’hanno detto di noi.
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© Riproduzione riservata - 02/07/2020