Senza confini Senza confini Matteo Forlì

La protesta dei trattori assedia l’Europa e infiamma anche il mondo del vino

La protesta dei trattori assedia l’Europa e infiamma anche il mondo del vino

Gli agricoltori, già provati dai rincari, manifestano per le politiche agricole comunitarie. Migliaia di trattori paralizzano le capitali. E in Francia esplode anche la violenta contestazione dei viticoltori. La cronaca e gli approfondimenti sui media internazionali.

Per approfondimenti: BBC, The Guardian, Reuters, Il Sole 24Ore, Fortune, Financial Times, Wine Spectator, Wine Searcher, Vitisphere, UnHerd

Dalla Francia alla Germania, dal Belgio al Portogallo. E ancora in Romania, Polonia e Grecia. Fino all’Italia. La protesta dei trattori blocca da settimane l’Europa, paralizza le principali arterie del traffico nelle sue capitali e costringe Bruxelles a rimettere mano alle politiche agricole europee.

Politiche agricole dell’Ue sotto accusa

I motivi del malcontento sono diversi, spiega la BBC. Già provati dai rincari del costo della vita, gli agricoltori si scagliano contro le misure pensate per rendere maggiormente sostenibile il settore agroalimentare. Provvedimenti che finiscono, a loro avviso, per erodere reddito, colture e competitività del settore. Nella maggior parte dei Paesi, gli agricoltori affermano di non essere pagati abbastanza, di essere soffocati da tasse e burocrazia e incolpano le importazioni di cibo a basso costo.
Nel mirino, spiega il The Guardian ci sono le norme contenute nella PAC, la Politica agricola comune (Common agricoltural policy) che per il quadriennio 2023-27 ha messo in agenda una serie di passi per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Costi del carburante e import extra-Ue nel mirino

La rivendicazione più diffusa è quella relativa al prezzo del gasolio: la crisi energetica ha aumentato i costi per le aziende, mentre in molti Paesi europei si parla di ridurre i sussidi ambientalmente dannosi, compresi quelli relativi al carburante agricolo. Ma sotto accusa, ricostruisce Reuters, sono finiti anche i prezzi delle importazioni dai paesi extra Ue, meno cari e non obbligati a rispettare gli standard ambientali imposti agli agricoltori comunitari. Per i prodotti provenienti dall’Ucraina, l’Ue ha rinunciato a quote e dazi dopo l’invasione della Russia, e i nuovi negoziati per la conclusione di un accordo commerciale tra l’Europa e il blocco sudamericano Mercosur hanno alimentato il malcontento per la concorrenza sleale nel settore dello zucchero, dei cereali e della carne.

Le proteste in tutta Europa

Il movimento di protesta è partito in Germania, quando a metà dello scorso dicembre il governo di Olaf Scholz aveva annunciato un aumento delle tasse e il taglio dei sussidi sul gasolio agricolo, portando in piazza oltre 100 mila agricoltori. Dalla metà di gennaio in Francia i manifestanti hanno bloccato per giorni le principali autostrade che portano a Parigi e le città di Lione e Tolosa. E di recente anche in quasi tutte le regioni italiane si sono moltiplicati cortei di protesta e i trattori marciano su Roma (Il Sole 24 ore). Il primo febbraio oltre un migliaio di mezzi agricoli hanno assediato Place du Luxembourg, mentre era in corso un vertice sull’Ucraina alla sede del Parlamento europeo (Fortune). Accampati per le strade i manifestanti hanno incendiato pneumatici, lanciato uova e bottiglie di birra contro le forze dell’ordine e paralizzato la circolazione.

L’Ue corre ai ripari

Quest’ultimo atto di dissenso, racconta il Financial Times, sembra aver convinto la Commissione Europea a rivedere i target sui tagli delle emissioni di gas serra richiesti all’agricoltura per contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici. In una prima bozza della comunicazione sul clima, Bruxelles definiva il settore come “un’area centrale” per l’azione climatica, chiedendo una riduzione delle emissioni di almeno il 30% al 2040 rispetto ai livelli del 2015. Nell’ultimo documento trapelato, le cifre per il comparto agricolo sarebbero state cancellate.

Violente proteste dei viticoltori in Francia

Alla rivolta dei lavoratori agricoli si sono uniti anche i vigneron francesi a causa della tensione sui prezzi, tra aumento delle materie prime, inflazione e difficili rapporti commerciali. In particolare, i viticoltori lamentano una mancanza di sostegno dalle istituzioni sui margini di guadagno sempre più ridotti e ce l’hanno anche coi commercianti di vino locali e i négociants che preferiscono le importazioni spagnole a basso costo, rispetto alle uve prodotte localmente, ma più care.
Per far sentire le loro ragioni i viticoltori della Gironda hanno bloccato le arterie autostradali dirette a Bordeaux (Wine Spectator) ma altrove la protesta ha assunto connotati più violenti.

Episodi e vandalici e azioni violente

“Una bomba fa esplodere la guerra del vino francese”, ha scritto Wine Searcher riferendo dell’esplosione che ha devastato il piano inferiore di un edificio governativo francese a Carcassonne il 19 gennaio, gesto attribuito al gruppo francese di viticoltori ad azione diretta, il Comité d’Action Viticole (CAV).
Vitisphere ha riportato dettagli di altri episodi vandalici e danneggiamenti ai danni di negozi e cantine nell’Herault, davanti alla Prefettura di Montpellier e a Nimes dove sarebbero stati svuotati i serbatoi e danneggiati i macchinari del centro d’acquisto Johanès Boubée, che fa riferimento al gruppo Carrefour. Le radici di tale malcontento, riflette il sito britannico UnHerd che dedica al tema un interessante articolo di approfondimento dall’emblematico titolo “La storia violenta dei “terroiristi” francesi del vino potrebbero essere più profonde.

Foto di apertura: la “protesta dei trattori” è partita in Germania per poi diffondersi in tutta Europa © L. Jameson – Pexels

Tag: , , , , , , , , , ,

© Riproduzione riservata - 08/02/2024

Leggi anche ...

La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino
Senza confini
La “lingua elettronica” può rivoluzionare il controllo di qualità del vino

Leggi tutto

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto