Eventi Eventi Elena Erlicher

Co(u)ltura Conegliano Valdobbiadene: buona la prima!

Co(u)ltura Conegliano Valdobbiadene: buona la prima!

Si chiude con un successo di 1.000 visitatori il primo festival della letteratura e del vino. La nuova manifestazione, organizzata dal Consorzio di tutela al Castello San Salvatore di Susegana (Treviso), ha proposto tanti i contenuti di spessore e i nomi autorevoli dell’enologia italiana. Presentata anche l’annata 2022 del Prosecco Superiore Docg.

Se il filosofo britannico Roger Scruton ci ricorda quanto il vino sia un dono che contribuisce alla riflessione e al miglioramento della società, non solo al piacere (Bevo dunque sono, 2009), non possiamo non averne avuto prova nei due giorni di Co(u)ltura Conegliano Valdobbiadene.
Il primo festival che unisce letteratura e vino, organizzato dal Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, ha ospitato circa 1.000 visitatori, sabato 6 e domenica 7 maggio, al Castello San Salvatore a Susegana (Treviso), con un programma che ha conciliato intrattenimento e conoscenza, attraverso presentazioni di libri, incontri con gli autori, degustazioni, video proiezioni e mostre – un video mapping di racconto della storia del Consorzio, una mostra dedicata ai manifesti pubblicitari storicidel settore e una “immersiva”tra i filari e le storie del territorio.
«Siamo molto orgogliosi del risultato di questa prima edizione. Il nostro obiettivo è stato raggiunto; l’arte enologica è stata percepita sotto differenti sfaccettature che andavano dalla comunicazione, al commercio, alla viticoltura e alla tradizione. Senza dimenticare le sei masterclass guidate dai nostri esperti che hanno riportato i presenti sul terroir ragionando insieme sulla morfologia del territorio e le rispettive declinazioni olfattive e gustative», ha dichiarato Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio.

I numeri dell’annata 2022

«Abbiamo portato per la prima volta all’interno di un importante evento di promozione vinicola contenuti di alto profilo letterario, pur sempre legati al prodotto. Alla prima edizione hanno partecipato con entusiasmo alcune tra le più influenti personalità del nostro settore. Segno di un vivo interesse per proposte innovative di spessore», ha commentato Alessandro Torcoli, direttore Civiltà del bere e curatore di Co(u)ltura. 
Il festival ha preso spunto dalla presentazione dell’ultima annata, la 2022, del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg che era proposta ai banchi d’assaggio di 32 Cantine. Caratterizzata da un clima particolarmente secco, ha dato vita a uve di ottima qualità nel Coneglianese, dove la possibilità di accesso all’irrigazione di soccorso è più semplice; nella zona di Valdobbiadenese, dove questo non è possibile, i grappoli hanno avuto un grado di maturazione più spinto. La produzione 2022 si è attestata su quasi 104 milioni di bottiglie per un valore di 607 milioni di euro, in linea con il 2021. Il 43% della produzione vola all’estero. Regno Unito, Germania e Svizzera in testa, che insieme coprono il 58% del mercato straniero (dati 2022 Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore).

Gli incontri con gli autori

Il premio Campiello Giovani

I finalisti del Premio Campiello Giovani 2022 sono stati protagonisti del primo dei nove incontri con gli autori del festival. Intervistati dal critico letterario Antonio D’Orrico, i cinque ragazzi under 22 hanno letto il finale dei racconti ispirati dalle colline di Conegliano Valdobbiadene, dopo essere stati ospiti del consorzio per tre giorni. Raccolti nel volumetto Trame di vite, le loro storie spaziano dal giallo alla fuga nella memoria, dai toni più spigliati e scherzosi alle narrazioni quasi mitologiche, come Dagala di Alberto Varsalona, vincitore del Campiello Giovani.

Tito Vagni e la comunicazione del vin

Subito dopo è salito in cattedra il prof. Tito Vagni, che insegna allo Iulm di Milano e alla Sapienza di Roma, “Per una erotica del vino”, «perché ogni volta che comunichiamo stiamo provando a sedurre». Una comunicazione efficace è circolare, è una spugna che assorbe lo spirito del tempo, lo rigenera attraverso il suo linguaggio specifico e lo re-immette generando nuovi frammenti dell’immaginario, che a loro volta determineranno il modo di pensare e sentire del pubblico. Per quanto riguarda il vino, bisogna immaginare il prodotto valorizzando il territorio, le famiglie che lo conoscono, ecc. Oggi il pubblico non ama più la comunicazione patinata, esige chiarezza e vuole vedere, così come ascoltare, per poter prendere parte a un’esperienza.

Attilio Scienza contro i pregiudizi

Dalla comunicazione alla scienza, l’incontro successivo ha analizzato i pregiudizi del settore con il prof. Attilio Scienza dell’Università di Milano – che ha da poco pubblicato Vine and Prejudice – intervistato da Luciano Ferraro del Corriere della Sera.
«Bisogna far uscire la vite dal ghetto della specie!», è il monito del professore. Il biologo/botanico Wallace riuscì a superare la tassonomia di Linneo introducendo il concetto di “popolazione”, laddove prima si parlava solo di specie. Anche per la vite bisogna andare oltre la fissità della specie, che in natura non esiste.

Daniele Cernilli racconta come sta il vino italiano

Con DoctorWine alias Daniele Cernilli, critico enologico, e Roberto Fiori de La Stampa si è discusso dello stato di salute del vino italiano.
«Un mondo sfaccettato che è popolato, da un lato, da aziende e denominazioni che mietono successi, come quella del Conegliano Valdobbiadene Superiore; dall’altro, da realtà più legate a mercati locali che soffrono, per l’aumento dei prezzi di vetro, cartone, fertilizzanti…). Per ora ce la caviamo, ma si intravedono problemi all’orizzonte, anche legati al cambiamento climatico».

Luigi Moio e Il respiro del vino

Quindi è stata la volta del prof. Luigi Moio, presidente dell’Oiv (Organizzazione internazionale della vite e del vino) e autore de Il respiro del vino, saggio di divulgazione scientifica adatto anche al pubblico degli appassionati. Dopo aver spiegato la genesi degli aromi del vino e la capacità di riconoscerli attraverso la costruzione di un ampio “vocabolario olfattivo”, Moio ha affrontato il pericolo di delegittimazione che corre il nettare di Bacco, se trattato alla stregua di altri prodotti come il tabacco.
«Il vino è diverso dai superalcolici che nascono dalla distillazione; è frutto di un procedimento naturale come la fermentazione».

Mike Veseth e i movimenti globali del vino

Di movimenti globali del vino – le Wine Wars – ha parlato anche l’economista americano Mike Veseth, che ha creato il blog The Wine Economist, intervistato dalla giornalista Susan Gordon. In un modo dall’economia fragile, acquisiscono sempre più potere i grandi brand a scapito dei piccoli. Questi ultimi, per reagire, devono imparare a muoversi insieme, laddove il vicino non è nostro concorrente, ma alleato; il concorrente è il resto del mondo. Ai “terroiristi”, come li chiama Veseth, spetta il compito di difendere il vino e la cultura legata al torroir. «Non ha senso spostare i vigneti a causa del cambiamento climatico, ma bisogna pretendere scelte politiche che ne mitighino gli effetti».

Sandro Boscaini, il mito dell’Amarone

Sandro Boscaini di Masi Agricola e Antonio Calabrò, presidente di Museimpresa e direttore di Fondazione Pirelli, hanno introdotto il concetto della nascita di un mito enologico, portando il caso del successo dell’Amarone nel mondo. L’ultimo acquisto dell’azienda risale al 2016, con la storica Casa spumantistica Canevel in Valdobbiadene. Il successo risiede nella «capacità di essere se stessi, avendo una propria identità e procedendo “a passo d’uomo”, lentamente come in natura, dando vita a prodotti tailor made (fatti su misura). Non dobbiamo scadere nelle mode, ma essere innovativi nel governo dei processi, che rimangono naturali».

Slawka Scarso e il marketing del vino

Per avere successo bisogna saper vendere, come sostiene Slawka Scarso – esperta di marketing e protagonista dell’incontro successivo con Giorgio dell’Orefice de Il Sole 24 Ore – che conviene sulla necessità di non seguire le mode.
«Il marketing del vino deve lavorare sulla differenziazione e su come raccontare il prodotto e ciò che c’è dietro ad esso, che è poi ciò che piace al consumatore. L’attenzione va spostata sul suo interesse». Cosa che si può ottenere ampliando i canali di distribuzione, dando spazio alla vendita diretta in cantina, per esempio, che consente di avere un contatto con il consumatore per meglio comprendere le sue esigenze.

Alberto Grandi e la tipicità

Infine, il prof. Alberto Grandi dell’Università di Parma, sostenuto dal giornalista Gad Lerner, ha affrontato il controverso argomento della “Tipicità vera o presunta”. L’autore del libro Denominazione d’origine inventata, citato anche sulle pagine del Financial Times, avverte del rischio “cristallizzazione” dei nostri prodotti gastronomici: «La tendenza italiana è quella di creare bandiere che non possono essere messe in discussione». Al contrario, la chiave del successo risiederebbe nel saper cambiare e adattarsi. Come nel caso del fenomeno Prosecco, che ha avuto la capacità di modificarsi utilizzando la sua storia come veicolo di comunicazione.  

Le masterclass

Conegliano Valdobbiadene Prosecco e i versi di Zanzotto

La prima masteclass ha proposto in assaggio il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore – la degustazione di quattro calici da diverse Cantine è stata proposta per tutti gli appuntamenti – accompagnato dai versi del poeta novecentesco Andrea Zanzotto, originario di Pieve di Soligo (Treviso). L’aver camminato a lungo su queste colline ha dato vita a componimenti-cartoline dai titoli evocativi, come “Declivio sull’orma” e “Nautica celeste”, lette dal critico enogastronomico Antonio Paolini.

A ogni calice la sua erba

Poi, con la seconda masterclass si è focalizzato lo sguardo sulle erbe che popolano questi luoghi.
«Esse creano una biodiversità alleata della vite e aiutano le piante, tra le altre cose, ad andare in profondità con le proprie radici, mentre le erbe occupano la superficie», ha spiegato il botanico Diego Ivan, autore di Herbarium, che ha associato ad ogni calice un’erba (dal trifoglio alla fragaria) tra le 116 da lui rinvenute nell’areale di Cartizze; «ma nella Docg nel suo insieme arrivano fino a 500».

La storia delle colline

Nella terza masterclass, il direttore del consorzio Diego Tomasi ha narrato la storia delle colline di Conegliano e Valdobbiadene, «dalla viticoltura promiscua con il gelso e i cereali di inizio ’900 al lavoro contadino che ha ingentilito e ricamato il paesaggio con i filari». Fino ai giorni nostri, quando, grazie alla ricerca, sono stati individuati nove apparati radicali diversi delle viti indicativi di altrettanti suoli; dalle radici più profonde tipiche dei terreni ghiaiosi sabbiosi a quelle meno profonde dei conglomerati.

L’importanza dei suoli

Tomasi è intervenuto anche alla quarta masterclass, guidata dalla wine educator Cristina Mercuri, sull’impronta dei suoli sulla personalità del vino. Qui si è spaziato dagli aromi più speziati tipici dei vini provenienti dall’area morenica calcarea vicino a Vittorio Veneto, a quelli più strutturati al palato che nascono sui suoli di argillosa rossa vicino a Susegana e ai colli del Montello, fino ai Prosecco più fini e floreali dei terreni con congleomerati della zona di Valdobbiadene.

Alla scoperta della tipologia Sui Lieviti

Merita una masterclass e un libro dedicati la tipologia Sui Lieviti. Il tradizionale Prosecco a rifermentazione in bottiglia, che poi sarebbe la prima versione di spumante nata tra queste colline e che si presenta solo nella versione Brut Nature (Dosaggio Zero), dato che non esiste sboccatura. Il libro Rive, Piére e Casére è “un’opera corale”, come la definisce lo storico Miro Graziotin, che ha percorso per 50 anni queste terre parlando con contadini e abitanti, cioè “il popolo delle colline”, grazie ai racconti dei quali è nato il testo illustrato dai fotografi Arcangelo Piai e Corrado Piccoli.

L’arte della spumantizzazione del Conegliano Valdobbiadene

Agli appassionati era dedicata l’ultima masterclass didascalica sul metodo Martinotti (Charmat) e le sue molteplici interpretazioni da parte delle Cantine del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore.

Foto di apertura: il video-mapping che racconta la storia del Consorzio
Foto del servizio, ove non diversamente specificato © F. Marquez

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© Riproduzione riservata - 16/05/2023

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