Senza confini Senza confini Anita Franzon

Non solo musica e tecnologia. La nuova scena del vino di Seattle

Non solo musica e tecnologia. La nuova scena del vino di Seattle

Seattle è una città dalle mille anime, in continua e vorticosa crescita, ma allo stesso tempo offre angoli e momenti dedicati al pacifico e lento buon vivere. In molti la associano al caffè da asporto, alle grandi compagnie informatiche, alle innovazioni nel campo dei videogiochi o dell’aeronautica. Non bisogna però dimenticarsi del “sound” che pulsa nel cuore e nella storia di questa città così ricca di fermento, seppure ai margini geografici degli Stati Uniti.

Dalla scena musicale del grunge agli albori del movimento no-global, passando per Microsoft e il mondo di Amazon, tutto ciò che è partito dalla punta dello Space Needle – la torre simbolo di Seattle – ha avuto ripercussioni planetarie. E il vino? Cosa c’entra il vino?

Una scena vinicola nuova e aperta

Mentre lo Stato di Washington sta diventando, con oltre 900 Cantine, una delle più promettenti aree vinicole del Nord America, a Seattle sta lentamente crescendo un’attenzione verso un settore prima d’ora piuttosto trascurato. Al contrario dell’importanza e dell’influenza che la città ha ricoperto in altri campi, gli appassionati di vino troveranno qui un ambiente ancora piuttosto vergine, ma del tutto aperto agli stimoli esterni. Ristoranti, enoteche, cantine urbane si stanno moltiplicando, con una particolare attenzione agli aspetti sociali e culturali del vino.

Un mercato incentrato su prodotti e vini locali

D’altronde, il clima fresco e uggioso di Seattle facilita la convivialità. Chi non ama rifugiarsi in un luogo caldo e asciutto sorseggiando un calice mentre fuori piove? Sebbene a Seattle sia forte il consumo dei vini prodotti in zona, così come una cucina in cui non mancano ottime materie prime locali, in particolare provenienti dal ricco e vicino oceano, gli chef amano accostare ai loro piatti tipici etichette provenienti da tutto il mondo. Succede, per esempio, anche nel giovane e vivace quartiere di Ballard, dove si trova il rinomato ristorante e oyster bar The Walrus and the Carpenter.

Ma con una forte curiosità verso i piccoli produttori europei, in particolare italiani

I veri gourmand potranno, però, trovare soddisfazione anche al mercato. Fondato nel 1907, Pike Place Market si trova nel centro della città ed è tra i più antichi e grandi mercati degli Stati Uniti. Qui si trovano, inoltre, due enoteche – Western Wine Shop e DeLaurenti Food & Wine – che pongono l’accento sui vini di piccoli produttori europei, in particolare italiani. Spostandosi nel quartiere di Queen Anne, anche il rinomato ristorante How to Cook a Wolf (che prende il nome dal famoso libro di M.F.K. Fisher) ha un’impronta – sia nel menu, sia nella carta dei vini – tanto statunitense, quanto italiana. Del tutto tricolore sono, invece, la cucina e i vini di Cascina Spinasse, nel quartiere di Capitol Hill, dove lo chef ha condensato tutto il suo amore per il Piemonte.

La scena del vino naturale

Cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni, l’attenzione verso i vini naturali ha fatto breccia tra i palati dei nuovi consumatori di Seattle. Sono nate diverse enoteche. Tra queste Imperfetta e Rae Vino che, oltre a essersi specializzate in vini naturali da tutto il mondo, tengono corsi e degustazioni. Un modo per educare un pubblico per certi versi ancora poco esperto, ma estremamente aperto e curioso.

Seattle
Dalla grande vetrata obliqua di Canlis lo sguardo spazia su tutta la città

Canlis, per un’esperienza completa

Di proprietà della stessa famiglia che l’ha fondato e costruito nel 1950, Canlis è il ristorante più rinomato di Seattle, tanto da trovarsi in un palazzo appositamente progettato per ospitarlo. L’intento era quello di costruire “il ristorante più bello del mondo”, affermano i proprietari. Dallo stile avveniristico, con una grande vetrata obliqua che catapulta lo sguardo sulla città e una sala centrale costruita intorno a un pianoforte, Canlis è un locale ormai storico: una rarità negli States.
Gli attuali gestori, Brian e Mark Canlis, rappresentano la terza generazione, ma hanno voluto dare un’impronta significativamente attuale al ristorante di famiglia assumendo come chef la prima donna nella storia di Canlis. Dal suo arrivo, Aisha Ibrahim ha rivoluzionato il menu spostando l’attenzione verso piatti basati sulla sostenibilità e un’influenza legata alla cucina giapponese e filippina; in tutto sette portate per un un prezzo fisso di $165 a persona. Ad accompagnarla in questo nuovo percorso c’è Linda Milagros Violago, donna del vino e responsabile di un team di sette sommelier e di una cantina di 22.000 bottiglie.

Una gestione del vino al femminile

Più volte premiata e tra le più famose al mondo, la carta dei vini di Canlis è nata come prima licenza per la vendita di vini e liquori nell’era del post-proibizionismo a Seattle ed è oggi gestita tutta al femminile. Chef Aisha Ibrahim e la sommelier Linda Milagros Violago hanno affermato sul quotidiano Seattle Times di voler coltivare «un ambiente giusto ed equo, dove non si accettano sessismo o razzismo (…); un ambiente in cui tutti sono desiderosi di imparare e hanno le opportunità per farlo». Lo staff viene, inoltre, incoraggiato a partecipare a lezioni di yoga ed esercizi di respirazione per combattere lo stress e aumentare il coinvolgimento di tutti. Una piccola, grande rivoluzione per la scena del vino di Seattle e non solo.

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© Riproduzione riservata - 05/01/2023

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