La Grave del Friuli secondo Albino Armani

La Grave del Friuli secondo Albino Armani

Il produttore trentino racconta la sua avventura, iniziata ormai oltre 20 anni fa, nella Grave del Friuli, ai piedi delle Alpi Carniche. Un territorio difficile, con suoli ricchi di sassi e ghiaia (i magredi), forti venti e sbalzi termici.  Alla prova d’assaggio il Pinot grigio, il Friulano, il Sauvignon e le bollicine Ribolla gialla e Prosecco Rosé.

Un produttore chiaro, di nome e di fatto. Parliamo di Albino Armani, a capo dell’omonimo marchio di “Viticoltori dal 1607” che oggi abbraccia Trentino, Veneto e Friuli, per un totale di oltre 300 ettari certificati SQNPI (agricoltura integrata).

La tenuta di Albino Armani a Sequals

Lo abbiamo incontrato virtualmente nel corso di un webinar dedicato ai vini che produce nella Grave del Friuli, dove sorge la Tenuta di Sequals (Pordenone), che ha acquisito alla fine degli anni Novanta. «Sono trentino di origini e il Friuli anche per una questione di vicinanza geografica è stata una passione fin da ragazzo, quando ho mosso i primi passi nella viticoltura», racconta. «Si tratta di una regione tanto complessa quanto affascinante, in cui è importante entrare con umiltà, praticamente in punta di piedi».

Albino Armani Sequals
Albino Armani ha organizzato un webinar dedicato ai vini che produce nella Grave del Friuli, dove sorge la Tenuta di Sequals

La grande varietà regionale

«In Friuli l’omogeneità non esiste», sentenzia il giornalista e divulgatore Walter Filiputti, che accompagna Albino Armani durante la diretta zoom. «Ci sono molte differenze dal punto di vista storico, ma anche pedoclimatico, con una straordinaria complessità di suoli e aspetti meteorologici. Va detto che il cambiamento climatico ci sta dando qualche vantaggio. La Grave si trova ai piedi delle Alpi Carniche, tra Udine e Pordenone, ed era una zona tra le più piovose del Friuli, con colpi di freddo notevoli. Oggi che le temperature sono aumentate mediamente di qualche grado, le precipitazioni sono diminuite, soprattutto durante i mesi legati alla vendemmia».

E quella della Grave

Venendo ai terreni, la Grave è un vero e proprio puzzle con tasselli-appezzamenti le cui caratteristiche variano di metro in metro. «Si va dai suoli misti con ciottoli calcarei a quelli argillosi, passando per le risorgive e i cosiddetti magredi, senza dubbio la conformazione locale più tipica. Come il nome lascia intendere, sono terreni poveri di sostanze (magri), con un’alta percentuale di ghiaia e sassi, i claps nella lingua friulana. Le viti devono fare i conti con una natura tutt’altro che generosa: riserve idriche ridotte e un clima molto variabile, ventoso, con forti sbalzi termici tra la pianura e le montagne circostanti».

I magredi sono terreni poveri di sostanze (magri), con un’alta percentuale di ghiaia e sassi, i claps nella lingua friulana

Lo studio sulla relazione clima-terreno-vitigno

«A Sequals troviamo i magredi, la cui composizione è per l’80% di ghiaia e sassi», spiega Albino Armani. «In frazione Lestans ci sono antichi sedimenti torbosi che risalgono a vecchi laghi scomparsi, mentre nelle vigne di Valeriano, frazione di Pinzano al Tagliamento, c’è una grande concentrazione di argille». Negli anni l’azienda ha portato avanti una serie di studi sui terreni e sull’adattamento dei vitigni al clima. «Le nostre esili vigne, con produzioni naturalmente basse, ci offrono vini dall’inconfondibile tipicità. Penso ad esempio al Sauvignon, per il quale ho impiegato vari anni a trovare i cloni e i terreni più adatti. Stessa cosa per il Tocai e i rossi, incluso il Pinot nero in cui io credo molto. Ammetto di aver fatto anche molti errori di percorso, sia negli impianti che in vinificazione, che però sono stati fondamentali per arrivare ai risultati di oggi. Il tempo insegna, bisogna saperlo ascoltare». 

Il webinar si è concluso con l’assaggio di cinque espressioni aziendali della Grave. Ecco le nostre note di degustazione.

Pinot grigio, Friuli Grave Doc 2019

Vinificazione in bianco, fermentazione e affinamento in acciaio a contatto con i propri lieviti fino all’imbottigliamento.

Giallo paglierino tenue, bouquet che sintetizza il carattere minerale e sapido dei Pinot grigio prodotti in questa zona. Al naso note di pera, fieno, un lieve accenno di legno di cedro. Il sorso è vibrante, verticale, fresco, sapido. Persistenza aromatica e potenziale di invecchiamento molto interessanti.

Friulano, Friuli Grave Doc 2019

Macerazione a freddo, pressatura soffice e fermentazione in acciaio. Affinamento in parte in acciaio e in parte in tonneau a contatto coi propri lieviti fino al momento dell’imbottigliamento.

Giallo paglierino brillante dai riflessi verdolini, con un ampio corredo olfattivo che spazia dai fiori bianchi alla pesca gialla, con il finale tipicamente ammandorlato. Anche qui si sente il marchio del territorio: rispetto ai Friulano “di collina” (Collio e Colli Orientali) è più snello, croccante. Grande trasparenza e pulizia al palato. La presenza del legno non si sente, perché come spiega Albino Armani “i sassi devono arrivare anche in bottiglia”.

Sauvignon, Friuli Grave Doc 2020

Macerazione pre-fermentativa a freddo, fermentazione e maturazione in acciaio a contatto con i propri lieviti fino al momento dell’imbottigliamento. Il Sauvignon è un’uva esigente, che si esprime al meglio nei terreni magri e nei climi freschi e con escursioni termiche importanti. Qui nei Magredi ha trovato una seconda casa.

Giallo paglierino con riflessi verdolini, un ventaglio di profumi che includono note agrumate di pompelmo, tropicali del mango e fruttate di mimosa e magnolia. In bocca nerbo, freschezza e intensità aromatica, con una bella promessa evolutiva.

Nel corso del webinar è stato proposto parallelamente l’assaggio di una prova di botte di Sauvignon 2020. Si tratta di una sperimentazione attualmente in corso; l’obiettivo finale è il lancio di un Sauvignon con almeno 18 mesi sulle spalle. In questo caso una parte dell’affinamento avviene in acciaio sui lieviti (60%), un’altra in botte da 25 ettolitri (35%) e il resto in barrique. In tutti e tre i casi è previsto un batonnage settimanale. Rispetto al Sauvignon in acciaio, la prova di botte mostra una maggiore texture, più struttura e morbidezza gustativa. 

Ribolla gialla Metodo Classico Brut 2019

L’uva cresce negli appezzamenti di Lestans, con terreni più argillosi e strutturati e un clima più fresco rispetto a Sequals. La vendemmia precoce con basse rese permette di preservare l’acidità. Rifermentazione in bottiglia con sosta di 30 mesi sui lieviti. Dosaggio Brut.

Come spiega lo stesso Albino Armani, forte dell’esperienza sulla spumantizzazione in Trentino: «La scelta del Metodo Classico evita di banalizzare la Ribolla in un territorio dove ha una sua sacralità e 30 mesi ci è sembrato il tempo minimo per darle la giusta importanza».

Bouquet generoso di fiori bianchi, nespole e nocciole tostate. Sorso cremoso, ampio, elegante. Non si corre dietro alla dolcezza e questo è un altro plus.

Prosecco Rosé Extra Dry Doc 2020

Per la nascita del Prosecco Rosé Albino Armani ha scelto di concentrarsi sulle uve Glera e Pinot nero allevati a Guyot nei vigneti della Grave. La sosta in autoclave è di circa 3-4 mesi, il residuo zuccherino si attesta intorno ai 15 g/l per donare maggiore morbidezza alla beva. Bel colore rosa chiaro brillante, tendente al salmone. Al naso note di pesca, bergamotto, piccoli frutti rossi e geranio in sottofondo. In bocca buon equilibrio tra acidità e struttura. Il sorso è insieme dinamico, fresco e cremoso, soprattutto sul finale dove il frutto torna in primo piano.

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© Riproduzione riservata - 04/04/2021

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