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La festa dell’uva di Capoliveri, grandioso spettacolo di piazza

5 Ottobre 2010 Jessica Bordoni
Un’isola che i Romani definivano insula vini ferax, patria di vitigni autoctoni quali l’Aleatico, l’Ansonica e il Procanico, non poteva stare senza la sua festa dell’uva. È quel che devono aver pensato una quindicina di anni fa alcuni capoliveresi capitanati dall’imprenditore turistico Michelangelo Venturini quando, riuniti nell’associazione culturale Giuseppe Verdi, hanno deciso di dare un seguito alle antiche celebrazioni di fine vendemmia di Portoferraio. Nel 1996 è nata così la Festa dell’uva di Capoliveri, che quest’anno ha chiuso i battenti domenica 3 ottobre con un grande spettacolo di piazza e oltre 6 mila persone accorse da tutta l’Elba e non solo. Noi siamo andati a vedere di cosa si tratta. I rioni del borgo che si contendono il Trofeo Bacco sono quattro: il Baluardo (che corrisponde alla parte più avanzata dell’antico castello di Capoliveri), la Fortezza (ossia il vecchio cuore del castello, la zona più sicura in cui rifugiarsi in caso di attacchi pirateschi), il Fosso (che probabilmente circondava le mura del complesso) e infine la Torre (il punto più alto, dove verosimilmente si ergeva un torrione di avvistamento). Ogni contrada è chiamata a svolgere il tema della vendemmia a Capoliveri attraverso allestimenti scenografici, ricostruzioni storiche e scene in costume – dialogate rigorosamente in vernacolo. I lavori di preparazione cominciano con vari mesi di anticipo e a prendervi parte non sono soltanto gli abitanti dei quattro quartieri, ma tutta la cittadinanza capoliverese e i numerosi turisti italiani e stranieri. A questo proposito è stato infatti adottato lo slogan “Va’ dove ti porta il cuore”: vai dove ti senti meglio o con le persone che più ti aggradano e quello sarà il tuo rione. Nell’edizione 2010 è stato il Baluardo ad aggiudicarsi il favore della giuria e a mettere così al collo della statua bronzea mobile di Bacco, simbolo del concorso, il fazzoletto rosso amaranto di contrada. La sua messa in scena ci ha mostrato la Capoliveri del 1955 riproducendo, con l’uso esclusivo di pezzi originali, molti ambienti e scene di vita vissuta dell’epoca: una giovane donna che acquista delle provviste in latteria, un anziano calzolaio che lavora aiutato dal nipotino, un aspirante fidanzato che canta una serenata davanti al balcone (suscitando i sorrisi dell’amata e gli insulti di sua madre, che invita la figlia a rientrare subito in casa) e, dulcis in fundo, le varie fasi di lavorazione dell’uva in cantina e la grande cerimonia di piazza a fine vendemmia. «Questa festa, al di là della competizione fra rioni, è riuscita a unire tutti qui in città. Gli anziani aiutano i più piccoli e viceversa, ognuno spiega agli altri qualcosa», ci ha detto orgoglioso il patron Venturini, «Mi permetto di affermare che questa è la più bella manifestazione di tutta la Toscana!». Provare per credere, l’appuntamento è a Capoliveri a inizio ottobre 2011.

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