Una verticale più unica che rara che ha permesso di assaggiare sette millesimi rappresentativi: 2021, 2015, 2005, 1995, 1983, 1979 e addirittura 1925, il quale porta grandiosamente il suo secolo esatto di storia sulle spalle
Cento anni e non sentirli. Non capita infatti tutti i giorni, anche a chi si occupa professionalmente di vino, di assaggiare bottiglie centenarie perfettamente bevibili. Ebbene, nei giorni scorsi da Capezzana della famiglia Contini Bonacossi una trentina tra giornalisti e sommelier ha avuto il privilegio di degustare un Villa di Capezzana 1925, antesignano del Carmignano, tra le Docg di nicchia della Toscana. Quell’annata rappresenta l’inizio della bellissima avventura enologica dei Contini Bonacossi a Capezzana, su intuizione di Alessandro, grande collezionista di opere d’arte (che in parte furono poi donate alla Galleria degli Uffizi di Firenze). Un secolo esatto che la famiglia ha voluto celebrare con una verticale di sette annate (2021, 2015, 2005, 1995, 1983, 1979 e 1925) del loro vino più rappresentativo, appunto il Villa di Capezzana Carmignano. Riconosciuto come Doc dal 1975 e Docg dal 1990.
Un ruolo chiave nello sviluppo del territorio
Due date, queste, e in particolare la prima, che si legano indiscutibilmente a un membro della famiglia, il conte Ugo Contini Bonacossi, che tanto si battè mezzo secolo fa per recuperare l’antica denominazione Carmignano staccandola dal Chianti Montalbano Doc. Un areale, quello del Carmignano, che già nel 1716 il granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici aveva accostato al Chianti, al Pomino e al Valdarno di Sopra nel famoso bando che delimitava le migliori zone di produzione vinicole della regione, in pratica la prima Doc ante litteram.
Oggi la Tenuta di Capezzana si estende su 650 ettari di cui 74 vitati (più 10 ettari di diritti), oltre a 140 di oliveti, su un’area di mezza collina alle pendici del Montalbano nel comune di Carmignano, in provincia di Prato.
La proprietà e la produzione della Tenuta
Con il Sangiovese si coltivano anche Cabernet Sauvignon e Franc, Canaiolo, Trebbiano, Chardonnay, San Colombano, Merlot e Syrah da impianti che arrivano fino a 57 anni di età allevati a cordone speronato e capovolto in coltivazione biologica. La produzione annua varia tra 400-450 mila bottiglie (70 mila quelle del Villa di Capezzana) con un export del 60% (Stati Uniti primo mercato con ottimi valori anche in Cina e America Latina). A guidare la tenuta sono i figli del conte Ugo: Beatrice, Benedetta e Filippo e i nipoti Serena, Gaddo e Ettore, quest’ultimo attuale Ceo.
«La nostra è un’azienda che guarda al futuro, non solo al passato», ha esordito Filippo Contini Bonacossi introducendo la degustazione. «L’obiettivo è migliorare ancora le produzioni anno dopo anno». Nell’occasione è stato presentato anche il nuovo consulente enologo, il winemaker di fama Emiliano Falsini, che subentra dopo vari anni di collaborazione di Franco Bernabei.

La verticale del Villa di Capezzana
2021
Come già negli ultimi vent’anni, l’uvaggio è composto per l’80% da Sangiovese e 20% da Cabernet Sauvignon con maturazione del 70% della massa 12 mesi in tonneaux e il restante 30% per 16 mesi in botte grande. Bel colore rosso rubino, note di frutta rossa matura, ciliegia, arancia sanguinella, tannini ben integrati; fresco, con sentori balsamici e un finale lungo.
2015
Una splendida annata, tale da rientrare nel progetto “Villa di Capezzana 10 anni”, varato nel 2006 per mostrare la longevità del vino. Al naso note fruttate, ciliegia, amarena, ribes, mora; in bocca sentori speziati, caffè, cacao, finale lungo.
2005
Produzione ridotta, ma alta qualità. Uno dei vini della verticale maggiormente apprezzato. Bel colore rosso rubino intenso, note di frutta rossa e nera matura, arancia sanguinella, tannini ben strutturati, note speziate, cuoio, bell’equilibrio, elegante e potente, finale lungo.
1995
Presenza inferiore del Cabernet Sauvignon (15%) a vantaggio del Canaiolo (5%), con maturazione di 30 mesi in botte grande. Colore rosso con risvolti granato, note floreali, eucalipto, frutta rossa matura, ciliegia, amarena, note speziate, caffè, cacao.
1983
Uvaggio: Sangiovese 70%, Cabernet Sauvignon 10%, Canaiolo 10%, Colorino 10% con maturazione in botte grande per 24 mesi. Colore granato, discreta evoluzione, frutta rossa matura, ciliegia, amarena, cuoio, spezie.
1979
Piccola percentuale di Mammolo oltre alle stesse varietà dell’annata 1983 e stesso periodo di maturazione in botte grande. L’etichetta non era ancora quella che poi avrebbe caratterizzato gli anni successivi. Un vino che ha retto benissimo l’invecchiamento, con note floreali e fruttate, tannini bilanciati, suggestioni speziate, fresco in bocca e lungo nel finale.
1925
È stata la ciliegina sulla torta (e che torta!) della verticale centenaria. Un vino prodotto con le classiche uve, esclusivamente rosse, coltivate nelle vigne della Toscana: Sangiovese, Canaiolo, Colorino e Mammolo, più appena un 3% di Cabernet, già presente a Carmignano. Ricolmato e ritappato (come altre vecchie annate) nel dicembre 2012, questo straordinario Villa di Capezzana, nonostante il colore evoluto, si è presentato con ampi profumi terziari, note speziate, equilibrato, estremamente elegante e dal finale lungo. Insomma, un grande vino!