Senza confini Senza confini Jessica Bordoni

La Cina si avvicina: Meregalli distribuisce Château Changyu Moser XV

La Cina si avvicina: Meregalli distribuisce Château Changyu Moser XV

Il catalogo del distributore monzese si arricchisce di quattro referenze “made in Cina”. Le vigne si trovano nella provincia di Ningxia, la regione più vocata del Paese del Dragone. All’assaggio, i vini sorprendono per eleganza ed espressività.

Coraggio sì, ma anche una buona dose di lungimiranza. È ciò che ha spinto il Gruppo Meregalli di Monza, tra i marchi leader nella distribuzione di fine wines and spirits in Italia, a inserire nel suo catalogo quattro vini cinesi dello Château Changyu Moser XV, disponibili già dal mese di ottobre.

La regione Ningxia

Si tratta di quattro Cabernet Sauvignon in purezza, tra cui spicca l’elegantissimo Purple Air Comes from The Est. Le uve crescono nella provincia di Ningxia, attraversata dal fiume Giallo. Siamo nel centro della Cina occidentale, ai margini del deserto del Gobi e a circa 1.330 chilometri da Pechino. I vigneti dello Château Changyu Moser XV si trovano alle pendici dell’Helan Mountain, 1.100 metri di altezza, che garantiscono le condizioni ideali per la piena maturazione dei grappoli. Il clima è di tipo continentale, con più di 3 mila ore di sole all’anno, temperature estive medie tra i 30 e i 35 °C e forti escursioni termiche giorno-notte.

La collezione di Château Changyu Moser XV

Changyu

Château Changyu Moser XV è una delle otto aziende del colosso Changyu, il maggiore produttore di vino cinese. Il governo detiene il 20% delle quote, il management il 50%, mentre il restante 30% è composto da azionisti internazionali (tra cui una partecipazione italiana, Illva di Saronno). Changyu è stata anche la prima Cantina nel Paese del Dragone: la fondazione di Changyu Pioneer risale infatti al 1892 grazie a un’intuizione del diplomatico Zhang Bishi, che importò 500 mila barbatelle dagli Stati Uniti e dall’Europa. Oggi la Cina è il quinto produttore di uve da vino al mondo e il numero di aziende è in continua crescita. Il consumo pro capite per ora resta basso, intorno ai 2 litri all’anno, ma tanto basta per farne il primo consumatore mondiale di vini rossi (il rosso è simbolo del potere).

Lenz Moser

Château Changyu Moser XV

Lo Château Changyu Moser XV nasce dalla collaborazione tra il gruppo Changyu e la famiglia austriaca Moser, impegnata nel vino da quindici generazioni. È stato inaugurato nel 2013 non lontano da Yinchuan, la capitale della provincia di Ningxia. Il “castello”, costato 70 milioni di euro, include una barricaia da 1.500 barrique e una dotazione tecnologica di ultima generazione. Cinque anni fa la direzione produttiva è stata affidata all’austriaco Lenz Moser, già celebre enologo in patria, che insieme ai vertici del gruppo porta avanti con impegno e determinazione la mission aziendale: fare di Château Changyu Moser XV un brand di fama internazionale, capace di competere per eccellenza e personalità con i maggiori player europei e del Nuovo Mondo, Napa Valley in primis.

Helan Mountain White

Château Changyu Moser XV possiede 250 ettari tutti a Cabernet Sauvignon (la varietà occupa circa l’80% del vigneto cinese). Lenz Moser decide di provare a vinificare quest’uva in bianco e il risultato è tanto originale quanto interessante. Helan Mountain White è in assoluto il primo Cabernet bianco della Cina. Vinificato in acciaio, colpisce per il suo colore rosa salmone molto chiaro. Naso agrumato e di frutta esotica; bocca scattante e sapida.

Château Changyu Moser XV

Moser Family White

Non meno sorprendente è Moser Family White, primo e unico Cabernet Sauvignon vinificato in bianco e affinato in barrique francesi nuove per 12 mesi. Qui il bouquet di frutti rossi si arricchisce di tabacco biondo e note speziate dolce, mentre il sorso si fa più generoso e persistente.

Moser Family Red

Solo acciaio per il second vin dello Château, un Cabernet Sauvignon di grande pulizia e intensità aromatica, che esprime la vocazione del territorio di Ningxia. Rosso rubino intenso, naso fruttato con richiami di cioccolato, foglia di te e frutta secca. In bocca è equilibrato, avvolgente, espressivo, con acidità e tannino integrati.

Purple Air Comes from The Est

La sfida non potrebbe essere più ambiziosa: produrre il miglior vino della Cina, capace di competere con i grandi rossi iconici del mondo. Purple Air è alla sua seconda vendemmia, dopo un quinquennio di prove e sperimentazioni. L’affinamento si protrae per 24 mesi in barrique di cinque diversi tipi di legno 100% nuovi e di media tostatura. Bouquet floreale, poi frutta rossa e nera, lamponi, mirtilli, note di tabacco e vaniglia. In bocca colpisce per eleganza, finezza, il tannino è levigato, la freschezza invita a proseguire la beva, l’alcol perfettamente integrato. Per la serie, la Cina che non ti aspetti.

In apertura: Lenz Moser

Tag: , ,

© Riproduzione riservata - 12/10/2020

Leggi anche ...

Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino
Senza confini
Come i cambiamenti climatici potrebbero ridisegnare la geografia del vino

Leggi tutto

Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”
Senza confini
Bordeaux chiede un sistema di “giusta remunerazione”

Leggi tutto

La fine dei dazi cinesi basterà a rianimare il mercato del vino australiano?
Senza confini
La fine dei dazi cinesi basterà a rianimare il mercato del vino australiano?

Leggi tutto