Incontro con 6 produttori di Borgogna
La Borgogna di Pellegrini. 6 produttori e 27 vini selezionati dal catalogo di Pietro Pellegrini, per un viaggio fra alcuni cru della regione vinicola più celebre al mondo: Chablis, Rully, Morey Saint Denis, Vougeot, Chorey-lès-Beaune e Chassagne Montrachet.
Si è tenuta lo scorso 26 novembre al Park Hyatt di Milano una bella degustazione dei vini di Borgogna distribuiti in Italia da Pellegrini. Pensata come un viaggio dal Nord al Sud della regione, ha visto protagoniste 6 Cantine e 27 vini. Ecco com’è andata.
Chablis
Helene Defaix, moglie di Didier, ha presentato il Domaine gestito dalla famiglia da quattro generazioni. Si estende su 25 ettari, di cui 11 classificati 1er Cru, ed è considerato una della stelle della meno nota riva sinistra del fiume Serein, zona capace di esprimersi al meglio nelle annate calde. Lo stile di vinificazione privilegia l’espressione più cristallina del terroir, che dona sapidità e freschezza. Solo pochi vini prevedono l’uso importante della barrique in fermentazione e invecchiamento, mentre i lunghi affinamenti sui lieviti sono ritenuti fondamentali per donare rotondità e struttura.
Chablis 1er Cru Côte de Lechet 2018 – Domaine Bernard Defaix
Da un 1er Cru minuscolo, con terreni molto rocciosi, che apportano mineralità e note affumicate, e da un millesimo eccezionale in Borgogna per qualità e quantità. Ha profumi delicati di fiori primaverili e frutta esotica; la bocca è corrispondente, con un’esplosione di gusto e di sale sul finale. Vinificazione solo in acciaio.
Chablis 1er Cru Les Lys 2017 – Domaine Bernard Defaix
Da vigneti esposti a est, in parte piantati da Bernard Defaix negli anni Sessanta, si apre su note di pesca gialla, nespola, frutta tropicale e mandarino, che ritornano all’assaggio in un contesto di grande eleganza e avvolgenza. Riesce a essere burroso e leggiadro allo stesso tempo, con lievi note di legno di sandalo in chiusura, che lo slanciano insieme all’immancabile nota sapida. Vinificazione in acciaio, con una piccola parte (tra il 5 e il 10%) che fermenta e affina in barrique. Un colpo di fulmine.
Chablis Grand Cru Vaudésir 2017 – Domaine Bernard Defaix
Tra Valmur e Preuses, il Grand Cru Vaudésir ha maggiore pendenza e meno calcare degli altri Grand Cru della zona. Dopo la fermentazione e l’affinamento in barrique per 15 mesi, il vino viene imbottigliato senza filtrazione. Il naso danza tra aromi di pietra focaia, limone e nocciole tostate, la bocca è intensa, elegante, vellutata: un bell’esempio della maestà dello Chardonnay in Chablis. Da aspettare.
Chablis 1er Cru Côte de Lechet 2000 – Domaine Bernard Defaix
Dopo 19 anni, il vino si apre lentamente su sentori di humus e fungo champignon, per cedere poi il passo a lievi note balsamiche. Restano sorprendenti l’acidità e il lungo finale salino, nonostante qualche perplessità sulla tenuta del tappo.
Chablis 1er Cru Les Vaillons 1988 – Domaine Bernard Defaix
Un vino sorprendente per lo slancio e la complessità che si dipana tra aromi di mandorla, pietra focaia e affumicato. Profondo, intenso, lungo e sapido. Ha 31 anni ma ne dimostra al massimo 15.
Rully
Domaine Jaeger-Defaix
Helene Defaix ha presentato anche due vini del Domaine Jaeger Defaix di Rully, villaggio dove a partire dal 2002 ha ereditato appezzamenti pari a 4,5 ettari, situati nei 1er Cru più prestigiosi: Mont-Palais, Les Cloux, Rabourcé, Préaux e Clos du Chapitre. La proprietà di Rully è seguita con lo stesso spirito di quella a Chablis: rispetto della natura e ricerca della vera espressione del terroir.
Rully 1er Cru Blanc Mont Palais 2017 – Domaine Jaeger-Defaix
Nasce da terreni argilloso-calacarei e, dopo un affinamento di 12 mesi in botti di rovere, ha delicati e intriganti profumi di albicocca, pesca e nespola. Il sorso è equilibrato e coerente, la chiusura è all’insegna di una sferzante acidità che ne sorregge il corpo e invoglia la beva.
Rully 1er Cru Rouge Clos du Chapitre 2017 – Domaine Jaeger-Defaix
Dopo un affinamento in legno, per la metà nuovo, si presenta come un Pinot nero che gioca le sua carte sulla sottrazione e l’agilità del sorso. Il naso è fresco e fruttato e si muove tra i sentori dei piccoli frutti rossi e quelli più vegetali; in bocca ha buon succo e beva disinvolta.
Morey Saint Denis
Domaine Lignier-Michelot
Il Domaine familiare, oggi condotto da Virgile Michelot, produce circa 60 mila bottiglie all’anno, per la quasi totalità a base di Pinot nero. Lo stile della cantina predilige la finezza più che il volume e firma vini precisi e cristallini, che sanno raccontare il territorio nelle minime sfaccettature, senza perdere in golosità e facilità di beva.
Morey Sain Denis Vieilles Vignes 2017 – Domaine Lignier-Michelot
Da viti di oltre 50 anni piantate in parte su terreni argillosi, profondi e compatti, e in parte su suoli sabbiosi e ghiaiosi, si apre al naso con un frutto fresco e gioioso, che ricorda la mora e l’amarena, insieme a cenni speziati e balsamici di menta e liquirizia. In bocca si scopre un vino che lavora in sottrazione, con una scorrevolezza e una facilità che ne rendono la beva trascinante.
Chambolle Musigny Vieilles Vignes 2017 – Domaine Lignier-Michelot
Arriva da vigne di oltre 80 anni, piantate su suoli argillosi piuttosto profondi e racconta una storia completamente diversa dal vino precedente. Qui la leggiadria degli aromi cede il passo alla concentrazione, il frutto si fa più maturo e le note balsamiche ricordano il muschio. In bocca conferma le impressioni olfattive e si muove impeccabile per tensione ed equilibrio, senza rinunciare alla succosità.
Gevrey Chambertin Cuvée Bertin 2017 – Domaine Lignier-Michelot
Mezzo ettaro di vigna a Les Murots e Les Suvreys, con suolo abbastanza profondo, calcareo, con rocce bianche e marne, e piante di oltre 40 anni, dà un vino capace di unire la leggiadria del primo campione e la complessità del secondo. Gli aromi spaziano dalla fragolina di bosco al ribes, agli agrumi tipo il chinotto. All’assaggio, dopo un’iniziale riduzione, si consegna come un sorso di pura Borgogna, fresco, equilibrato, coinvolgente. Colpo di fulmine.
Morey Sain Denis 1er Cru Les Chenevery 2017 – Domaine Lignier-Michelot
Nasce su suoli argillosi, profondi, ciottolosi e con marne rosse, e da piante di oltre 30 anni. Gli aromi sono complessi ed eleganti, tra la fragolina e la tostatura, con cenni vegetali e minerali. In bocca ha buona morbidezza, rotondità e una lettura più immediata del vino precedente.
Clos de la Roche Grand Cru 2017 – Domaine Lignier-Michelot
Da un Grand Cru definito come il “Beethoven della Borgogna” con esposizione in pieno est, è un vino la cui eleganza va di pari passo con l’equilibrio: minerale, pieno e profondo, danza in bocca con leggiadria, seducendo con aromi di lampone, prugna, liquerizia, pepe nero ed erbe.
Vougeot
Domaine della Côte de Nuits, di proprietà di una famiglia originaria della Mosella, con 17 ettari di vigna, di cui 16 coltivati a Pinot nero e uno Chardonnay. Produce cinque vini Grand Cru, sette 1er Cru e due Village tra Gevrey-Chambertin e Aloxe-Corton.
Bourgogne Hautes-Côtes de Nuits Dames Huguettes 2017 -Domaine Bertagna
Affinato sia in legno sia in acciaio per 10-12 mesi, ha bisogno di tempo per aprirsi, rivelando quei profumi leggiadri di piccoli frutti rossi, tipici del vitigno e della zona, In bocca è succoso e fresco.
Vosne Romanee 1er Cru Les Beaux Monts 2017 – Domaine Bertagna
Premier Cru di grande prestigio, con terreni pietrosi e ben drenati, nel millesimo 2017 ha dato un vino caratterizzato dagli aromi di piccoli frutti scuri come la ciliegia nera, la mora e il mirtillo, attraversati da refoli balsamici. In bocca sfoggia una “potenza sotto controllo”, con una struttura di tutto rispetto.
Vougeot 1er Cru Clos de la Perriere 2017 – Domaine Bertagna
Il Clos de la Perriere, il Premier Cru più alto di Vougeout, è un monopole di Domaine Bertagna. Occupa quella che un tempo era un’antica cava e ha terreni magri, ricchissimi di pietre. Eva Reh, proprietaria del Domaine l’ha definito “un vino perfetto per eleganza ed equilibrio”: convince per i sentori di mirtillo, ciliegia e spezie tostate e per la vena fresca che lo percorre, rendendone irresistibile la beva.
Clos de Vougeot Grand Cru 2017 – Domaine Bertagna
Anche senza farsi influenzare dal fatto che la storia della viticoltura in Borgogna nasce tra i muretti di questo Grand Cru, non si può rimanere indifferenti davanti alla magnificenza dei vini che nascono qui. Il millesimo 2017 si apre con un frutto elegantissimo, percorso da vene speziate e fumè, che ricordano l’incenso. All’assaggio, la materia è impeccabilmente sorretta da un’acidità in perfetto equilibrio. Colpo di fulmine.
Corton Charlemagne Grand Cru 2017 – Domaine Bertagna
Da una delle Aoc più celebri nel mondo per i bianchi nasce questo vino che fermenta e affina in barrique, per il 30 % nuove, dai 15 ai 18 mesi. Al naso si presenta con note dolci, di burro e di zafferano, che si ritrovano in bocca, insieme a un’acidità vivissima e a una conduzione impeccabile.
Chorey-lès-Beaune
Il Domine a gestione familiare comprende 20 ettari nella Côte d’Or, distribuiti tra i comuni di Chorey-Lès-Beaune, Savigny-Lès-Beaune, Aloxe-Corton, Beaune, Pernand-Vergelesses e Echevronne.
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Chorey-Lès-Beaune Blanc les Confrelins 2018 – Domaine Arnoux Père et Fils
Un vino semplice, che ricorda ancora gli aromi di fermentazione ma che si farà con qualche tempo di permanenza in bottiglia. Colpiscono la sua delicata godibilità e l’acidità.
Beaune 1er Cru Blanc les Teurons 2018 – Domaine Arnoux Père et Fils
Da terreni rocciosi e calcarei, affina in acciaio per 10 mesi e si presenta nel bicchiere fresco e minerale, con lunga chiusura sapida che lo rende molto gastronomico.
Chorey-Lès-Beaune Rouge Les Beaumonts 2017 – Domaine Arnoux Père et Fils
Da suoli alluvionali di calcare marnoso e fondi pietrosi, ha profumi delicati di piccoli frutti rossi, con qualche piccola sbavatura. Emerge qua e là l’animalità del Pinot nero, in un sorso fresco e scorrevole.
Savigny 1er Cru Les Vergelesses 2017 – Domaine Arnoux Père et Fils
Nasce da vigne di 50 anni piantate su suoli marnosi, sabbiosi e calcarei e ha un naso fresco e piacevole, anche se non del tutto preciso. Gli aromi sono leggiadri e spaziano dai piccoli frutti alle note vegetali; la bocca è succosa e scorrevole, di bella sapidità.
Corton Grand Cru Le Rognet 2017 – Domaine Arnoux Père et Fils
Nasce su terreni rossastri e ciottolosi, ricchi di depositi di marna e ha un naso tutto giocato sui sentori di caramella al lampone, ribes nero e ciliegia. Il palato è corrispondente, con una struttura che non penalizza la succosità e la freschezza.
Chassagne-Montrachet
Domaine Guy Amiot & Fils
La famiglia Amiot ha acquistato le prime vigne nel 1920, compresa la parcella nel Grand Cru Le Montrachet, cominciando a imbottigliare i propri vini già negli anni Trenta. Oggi la proprietà dispone di 12 ettari da cui ricava circa 60 mila bottiglie all’anno, suddivise tra 7 rossi, 17 bianchi e due Crémant.
Bourgogne Chardonnay Cuvée Flavie 2017 – Domaine Guy Amiot & Fils
Il vino “base” nasce da vigne di 45 anni e seduce già all’olfatto, con il susseguirsi di aromi di fiori bianchi, frutta, come la pesca e la pera, tratti minerali e balsamici. La bocca è corrispondente, avvolgente, sapida, al contempo burrosa e fresca. Un piccolo capolavoro da non lasciarsi sfuggire. Colpo di fulmine.
Chassagne-Montrachet 1er Cru Les Macherelles 2017 – Domaine Guy Amiot & Fils
Da suoli argiolloso-calcarei esposti a est, fermenta e matura in botti di rovere, con affinamento sui lieviti, batonnage e malolattica svolta. Il naso spazia dagli agrumi ai frutti bianchi, con note mentolate e spezie dolci del legno; la bocca è ampia, con rimandi di mandorle, miele e qualche sentore di legno.
Chassagne-Montrachet 1er Cru Les Vergers 2017 – Domaine Guy Amiot & Fils
Da suoli argilloso-calcarei, fermenta e matura in botti di rovere, con affinamento sui lieviti, batonnage e malolattica svolta. Il profilo aromatico si estende dal gesso al cedro candito, dal miele alle spezie, alla frutta come la pesca bianca. In bocca colpisce per l’incedere elegante e generoso e per il lungo finale salino.
Chassagne-Montrachet 1er Cru Les Caillerets 2017 – Domaine Guy Amiot & Fils
Le vigne di oltre 70 anni crescono su suoli di marna calcarea; il vino fermenta e matura in botti di rovere, con affinamento sui lieviti, batonnage e malolattica svolta. Gli aromi spaziano dai fiori ai frutti gialli maturi, dal miele a lievi note speziate che ricordano il curry e la curcuma in un contesto di grande fascino e complessità. Al palato ha un ingresso largo e dolce per poi spingersi verso i toni agrumati e finire all’insegna di slancio e freschezza. Un vino ipnotico. Colpo di fulmine.
Le Montrachet Grand Cru 2008 – Domaine Guy Amiot & Fils
Un Grand Cru che non ha bisogno di presentazioni, da vigne di oltre 70 anni. Nonostante un millesimo difficile come il 2008 e una bottiglia non in splendida forma, il vino ha restituito un quadro olfattivo e gustativo di grande eleganza e complessità, che fa comprendere come i grandi vini siano sempre tali anche in presenza di vendemmie e bottiglie sfortunate.
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