Teroldego e Rioja, così lontani così vicini
Incontri Rotaliani 2021 ha sancito un patto d’amicizia tra la Piana Rotaliana e la regione spagnola. La seconda edizione dell’evento registra un successo di presenze, in due giorni di masterclass, convegni e walk-around tasting che hanno coinvolto alcuni grandi nomi della critica enologica.
Il Trentino e la spagnola Rioja, due mondi geograficamente lontani e assai diversi tra loro, sono stati teatro di un confronto alla due giorni di Incontri Rotaliani 2021, il 24-25 ottobre. Palcoscenico dell’iniziativa una Piana Rotaliana ammantata dei colori autunnali in un evento diffuso tra i comuni di Mezzocorona, Mezzolombardo e San Michele all’Adige (Trento). Più di 300 professionisti e wine lover si sono alternati tra sei masterclass, due convegni e banchi d’assaggio, dove il Teroldego, padrone di casa, si è confrontato con gli spagnoli della Rioja (Tempranillo, Garnacha, Graciano, Viura & Co.), per un totale di 56 vini e distillati da 21 Cantine.
La seconda edizione di Incontri Rotaliani
In un mondo del vino che tende a guardarsi allo specchio e ad essere autoreferenziale, spicca una manifestazione che viaggia invece in senso opposto, cioè puntando su un confronto tra territori, che è occasione di crescita e arricchimento. La Piana Rotaliana, definita da Goethe “il più bel giardino d’Europa”, è un territorio d’elezione che è capace anche di accogliere altre realtà vitivinicole, di porre le basi perché in futuro possano nasce collaborazioni e progetti di ricerca condivisa. Con questo spirito Incontri Rotaliani ha preso avvio due anni fa ospitando una delegazione dalla Borgogna e oggi rinnova le sue ambizioni mettendosi a confronto con la Rioja.
La relazione come opportunità di crescita
«Questa seconda edizione ci ha permesso di incontrare un nuovo territorio – la Rioja – e di riprendere le collaborazioni anche con la Borgogna, interrotte a causa della pandemia. Conoscere altre culture, avviare relazioni tra enti e produttori e far nascere nuove amicizie: questo è lo scopo dell’iniziativa e anche quest’anno l’abbiamo proprio raggiunto», ha dichiarato Alois Furlan, presidente del Consorzio turistico Piana Rotaliana Königsberg, che ha organizzato l’evento in collaborazione con l’associazione culturale Alteritas Trentino – Interazione tra i popoli.
Il direttore di Civiltà del bere Alessandro Torcoli, media partner dell’evento, ha commentato: «Sono rari non solo in Italia, ma nel mondo, eventi enologici di questo spessore culturale, anzi è forse l’unico caso di un territorio – la Piana Rotaliana – che decide di promuoversi cercando il confronto con altre zone vinicole, intessendo rapporti di amicizia e di collaborazione».
Il Paese ospite di Incontri Rotaliani 2021
La zona incontrata quest’anno, la Rioja, è molto più grande della Piana Rotaliana – 65.326 ettari di vigneti e 3,4 milioni di ettolitri l’anno, contro i 435 ettari rivendicati a Doc Teroldego Rotaliano e 25.571 ettolitri imbottigliati (fonte Ismea, 2019) – ma ha alcuni caratteri simili. Come la produzione di un rosso da un vitigno di estremo interesse ma non facile (il Tempranillo) e la variabilità territoriale (tra Rioja Alta, Alavesa e Oriental – fino al 2018 chiamata Baja – le tre zone in cui la denominazione è suddivisa). Ma le similitudini non si fermano qui. Conosciamo meglio la regione vinicola spagnola attraverso la presentazione che ne ha fatto il Consejo Regulador de la Denominación de Origen Calificada Rioja (mentre del Teroldego parleremo più approfonditamente nei prossimi giorni con un secondo articolo) durante il convegno del 24 ottobre al Teatro San Pietro di Mezzolombardo.
Rioja sotto la lente
Al 1560 risale il primo simbolo di “vino di qualità di Logroño”, oggi capoluogo della comunità spagnola La Rioja. Nel XVII secolo la zona si specializza nella produzione di vino, come testimoniano numerose ordinanze comunali in materia. Dal 1850 si fondano e cominciano a svilupparsi le Cantine, che oggi ammontano a oltre 600. E sono numerose quelle che hanno a disposizione un archivio che arriva fino a 150 vendemmie diverse. Nel 1925 la Rioja è la prima denominazione d’origine a ottenere la dicitura “Calificada”.
Si tratta di una zona di grande cultura enologica, dove si respirano uva e vino ovunque nei 144 piccoli paesi sparsi sul territorio e dove ogni anno giungono oltre 800 mila turisti. «Negli ultimi 20 anni», ha confermato Marina Grijalba di Riojatrek, che dal 2008 organizza tour in Cantina, con pacchetti creativi come “viticoltore per un giorno”, «l’enoturismo si è via via sviluppato e sono state create destinazioni con il contributo di tutti, privati e istituzioni, scommettendo su un turismo di qualità».
Progetto enoturismo
Sul fronte italiano, è stato portato a esempio il progetto EnotourLAB in Piana Rotaliana Königsberg, un percorso nato nel 2017, dedicato alle aziende vitivinicole del territorio e volto al miglioramento dell’accoglienza in Cantina e alla creazione di esperienze enoturistiche di livello. «Da principio abbiamo mappato le risorse enoturistiche provinciali e analizzato le potenzialità del settore», ha spiegato Alessandro Bazzanella di Trentino School of Management.
«Siamo riusciti a coinvolgere 25 delle 47 aziende della Piana Rotaliana, con investimenti in punti vendita, servizi e personale per un ammontare di 1 milione di euro nel biennio 2018-19, e una prospettiva futura di 3,5 milioni di euro. Proporsi come territorio fa la differenza: un territorio può generare maggior indotto rispetto al singolo». Altro elemento fondamentale per il successo è «creare delle destinazioni che siano sostenibili», ha aggiunto Roberta Garibaldi, amministratore delegato di Enit-Agenzia nazionale del turismo, «e saper comunicare le buone pratiche che le aziende mettono in atto».
La voce della Borgogna a Incontri Rotaliani 2021
Al convegno di Mezzolombardo hanno partecipato Jocelyne Pérard e Olivier Jacquet dell’Università di Borgogna, in virtù dell’usanza di ospitare anche un contributo dei partecipanti alle scorse edizioni della manifestazione. Mentre Jacquet ha parlato della costituzione delle denominazioni d’origine in Francia e di come queste abbiano portato nel secolo scorso alla nascita della figura del produttore diretto, che è andato ad affiancare quella storica del négociant; Pérard ha spiegato le conseguenze delle fluttuazioni climatiche a livello mondiale. «Oltre all’impatto umano», ha raccontato, «nel cambiamento climatico intervengono anche le variabilità fisiologiche, determinate dall’interazione tra oceani, atmosfera, biosfera, ecc. (tutti gli elementi del sistema terra), innescando degli effetti domino irreversibili e non sempre prevedibili».
LE MASTERCLASS
Teroldego vs Rioja
Particolarmente apprezzate le masterclass di Incontri Rotaliani 2021, condotte da opinion leader del mondo enoico. Sono: il sommelier campione d’Italia Roberto Anesi, il primo Master of Wine (MW) italiano Gabriele Gorelli, il curatore di Slow Wine Fabio Giavedoni, la MW londinese Sarah Jane Evans, il giornalista Nereo Pederzolli, il direttore di Civiltà del bere Alessandro Torcoli e l’esperto di analisi sensoriale e di distillati Luigi Odello con il presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino Bruno Pilzer. In queste degustazioni guidate si è parlato a fondo dei punti d’incontro e delle differenze tra Teroldego e vini della Rioja.
Un’annata, due paralleli: la 2018 tra Rioja (42°) e Trentino (46°)
Roberto Anesi ha messo a confronto 7 vini della stessa annata, la 2018, giudicata per entrambe le zone molto buona e capace di dar vita a prodotti freschi, fruttati, con profumi accentuati e ottimo potenziale evolutivo. 3 Rioja – Bodegas Moraza, Sierra de Toloño (rappresentata in Italia da Pellegrini Spa), Gómez Cruzado – e 4 Teroldego – Redondèl, Marco Donati, Martinelli, De Vigili. L’accento è stato posto sulle differenze tra territori, ma anche all’interno del territorio stesso, come per esempio l’area più fresca di Mezzolombardo e quella più calda di Mezzocorona.
R&R: il Campo Rotaliano incontra la Rioja
I campioni degustati con Gabriele Gorelli erano 8, metà Teroldego – De Vigili, Roberto Zeni, de Vescovi Ulzbach, Martinelli – e metà Rioja – Bodegas Moraza, Bodegas Pujanza (rappresentata da Proposta Vini), Marqués de Cáceres (distribuita da Gruppo Meregalli), Gómez Cruzado. Pur non riscontrando profili sensoriali comuni, le due denominazioni sono accomunate dal savoir faire nell’arte del cambiamento, con versioni che strizzano l’occhio alternativamente alla croccantezza del Beaujolais (con macerazione semicarbonica) e alla Borgogna (con l’uso più o meno parziale dei raspi in vinificazione).
Rioja: racconto di un territorio
Solo Rioja, bianchi e rossi (Sierra de Toloño, Gómez Cruzado, Marqués de Cáceres, Bodegas Morazas, Bodegas Pujanza), nella masterclass condotta da Sarah Jane Evans, che ha parlato della variabilità del territorio sia in termini di composizione dei suoli che di altitudine, e della nuova generazione di produttori che stanno rivoluzionando lo stile di quest’area. Un tempo dediti ai rossi (al 90%, di cui almeno il 70% a base di Tempranillo), oggi la tendenza vede emergere anche i bianchi e l’utilizzo delle varietà autoctone (Garnacha blanca, Malvasia, Viura, Maturana blanca, Torrontés, Tempranillo blanco, Calagroño; Garnacha, Graciano, Mazuelo…).
Foto di apertura: più di 300 professionisti e wine lover si sono alternati tra sei masterclass, due convegni e banchi d’assaggio, per un totale di 56 vini e distillati da 21 Cantine © Filippo Frizzera
Tag: enoturismo, Incontri Rotaliani, Incontri Rotaliani 2021, masterclass Incontri Rotaliani, Piana Rotaliana, Rioja, Teroldego, Trentino© Riproduzione riservata - 30/10/2021