Mondo

Mondo

Il punto sui vini naturali del pioniere del biodinamico Nicolas Joly

7 Giugno 2012 Civiltà del bere
Quello di “vino naturale” è un concetto ambiguo e polivalente. Utile a livello commerciale, in un mercato vinicolo di tendenza green, ma non sempre accompagnato da scelte organiche e bio nella produzione. Questo il pensiero di Nicolas Joly, pioniere del biodinamico e proprietario della tenuta La Coulée de Serrant in Loira (Francia). UN TERMINE RISCHIOSO - Alla scorsa Raw - Artisan Wine Fair di Londra, organizzata il 21 maggio dalla Master of Wine Isabelle Legeron, Joly ha dichiarato al Drink Business di considerare il termine “vino naturale” un contenitore troppo generico, con cui spesso si mascherano i produttori che, pur non facendo sforzi sufficienti per convertirsi all’organico e al biodinamico, cercano di salire sul carro del vincitore ora che i trend del mercato premiano i vini bio. L'USO DEI SOLFITI - Non intervenire nei processi di fermentazione e affinamento porta ad avere vini “naturali”, ma non necessariamente di buona qualità. Spesso questi produttori si scagliano contro l’uso dei solfiti, ma il più delle volte se ne parla in modo generico e fuorviante. Dipende da quali solfiti si usano, e in che quantità: spesso per ottenere una certa longevità, proteggendo il vino dall’ossidazione, una minima quantità di solfiti – di origine vulcanica, ad esempio – è necessaria, per cui secondo Joly non ha senso demonizzarne l’uso. ENERGIE VITALI DALLA BIODINAMICA - Producendo i vini della sua tenuta La Coulée de Serrant, tre Chenin Blanc 100%, Nicolas Joly applica principi di biodinamica che puntano a catalizzare “energie vitali” nella vinificazione, come l’uso di frequenze sonore – producendo una nota a un certo ritmo in fase di fermentazione – e la scelta di forme specifiche per i recipienti di affinamento, più importanti del materiale secondo Joly: ideali, in questo senso, le anfore tipicamente usate in Georgia ma che iniziano ad avere un certo seguito anche in Italia (su tutti spicca il nome del goriziano Josko Gravner).

Mondo

Maison Abelé 1757: lo chef de cave Etienne Eteneau presenta il nuovo Rosé

Un Brut Sans Année a base di uve Chardonnay (50%) e Pinot […]

Leggi tutto

Dazi americani: tutto e il contrario di tutto (con il vino al centro)

Il 28 maggio sono stati considerati illegittimi da parte del tribunale federale […]

Leggi tutto

La 2025 è un’ottima annata. Così dicono nell’Emisfero australe

A sud dell’Equatore la vendemmia è giunta al termine da alcune settimane […]

Leggi tutto

Jacquesson Cuvée 700: con Alberto Lupetti alle origini del mito

Attraverso questa collezione, lanciata nei primi anni Duemila, i fratelli Jean-Hervé e […]

Leggi tutto

Vecchie vigne alla prova del calice. Una masterclass con Sarah Abbott MW

Dal Cartizze al Soave, passando per Pitigliano e il Chianti, con tappe […]

Leggi tutto

Dazi Usa: stop di 90 giorni, ma rimane il 10% sulle esportazioni

Novanta giorni di pausa, così ha dichiarato il 9 aprile il presidente […]

Leggi tutto

La guerra dei dazi di Trump: il mondo del vino (e non solo) in bilico

L’impatto economico dei dazi imposti dall’amministrazione Trump ha già sconvolto il commercio […]

Leggi tutto

La leggerezza dei Kabinett

Nascono soprattutto da uve Riesling. Sono vini freschi e poco alcolici, dove […]

Leggi tutto

ProWein perde la leadership tra le fiere europee del vino

Anche per la storica manifestazione di Düsseldorf, andata in scena tra il […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati