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Il Rosso di Montalcino protagonista di una due giorni a Roma

2 Febbraio 2012 Emanuele Pellucci
Per una volta il Rosso di Montalcino ha avuto puntati su di sé tutti quei riflettori che normalmente illuminano il suo più illustre parente, sua maestà il Brunello. È successo nei giorni scorsi a Roma, dove l’Enoclub Siena, una giovane associazione di promozione delle eccellenze enogastronomiche che riunisce produttori e appassionati, ha organizzato la prima edizione di “Sangiovese purosangue: il Rosso di Montalcino secondo a nessuno”.
È stata una due giorni di degustazioni e approfondimenti per esplorare storia, cultura e prospettive commerciali di questo vino che esprime il suo territorio attraverso l’uso esclusivo del Sangiovese. Ben 47 le aziende presenti con più di 150 etichette di tra vecchie e nuove annate, assaggiate da un pubblico di oltre 500 persone tra appassionati e operatori del settore. Oltre alle annate più recenti (dal 2008 al 2010) si sono stappate anche bottiglie di annate storiche (dal 1973 in poi) quando ancora si chiamava Vino Rosso dai Vigneti di Brunello. Protagonisti i vini delle aziende Fattoria dei Barbi, Baricci, Col d’Orcia, Costanti, Mastrojanni, Pertimali–Livio Sassetti, Piancornello, Salvioni, Sesti e Tiezzi.
Il programma comprendeva anche una tavola rotonda, con interventi del presidente dell’Enoclub Siena, Davide Bonucci, Enzo Tizzi, Maurizio Castelli, Gian Luca Mazzella e Raffaella Guidi Federzoni a nome di Stefano Cinelli Colombini; cinque seminari, tra cui un confronto alla cieca tra tre Rosso di Montalcino e altrettanti grandi vini di Borgogna e una verticale di vecchie bottiglie di Gianfranco Soldera e una degustazione parallela di campioni da botte di Sangiovese 2010 di vari terroir toscani; infine, si è parlato anche di prospettive e strategie commerciali, un tema molto sentito di questi tempi.

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