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Il punto sul 65°Congresso Assoenologi

21 Giugno 2010 Jessica Bordoni
Cala il sipario sul 65° Congresso nazionale di Assoenologi, di scena a Merano, in Alto Adige, dal 17 al 20 giugno. Nella Kursaal, la sala del monumentale teatro comunale Kurhaus, i tecnici del settore vitivinicolo si sono riuniti per quattro giornate di studio collegate dal tema generale: “Non c’è futuro senza innovazione in tecnologia, gestione e normativa”. Dopo la cerimonia inaugurale di giovedì 17, coi saluti da parte delle personalità istituzionali e delle maggiori cariche dell’associazione (si veda il post relativo all’intervento d’apertura del direttore Giuseppe Martelli sull’export: Aiuto! 1,78 euro al litro. Tanto vale il nostro vino all’estero), venerdì 18 e sabato 19 le sessioni dei lavori sono entrate nel vivo con ben 10 relazioni. Dei cinque interventi di venerdì, sotto il titolo “Il mondo della produzione stretto tra tecnologia e normativa”, tre erano di aggiornamento tecnico e due dedicati alle nuove direttive legislative comunitarie e nazionali. Merita di essere citata l’analisi del professor Attilio Scienza dell’Università Statale di Milano sulla questione “Viticoltura sostenibile: da slogan a opportunità economica”, ricca di interessanti dati percentuali. È emerso, ad esempio, come nella cosiddetta viticoltura di precisione il risparmio di nutrienti e fitofarmaci abbia raggiunto il 30%, mentre in cantina l’adozione di fonti energetiche abbia ridotto gli input energetici esterni del 10-25%. Altrettanto appassionante l’indagine di Giuseppe Martelli, insieme direttore di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale vini presso il ministero delle Politiche agricole, che ha ragionato intorno al nuovo assetto giuridico previsto per l’Italia dall’Ocm vino e dalla rivisitazione della legge 164/92. Partendo dal presupposto che ormai le normative ci sono e, giuste o sbagliate che ci appaiano, verranno applicate, Martelli ha cercato di offrire una sintesi chiara delle maggiori novità – dall’obbligatorietà della zona di vinificazione per le Igt alla possibilità di mettere in etichetta annata e vitigno –, consapevole che l’arma della conoscenza resta la più efficace per continuare a vincere le sfide che la piazza enologica pone di fronte ai produttori e ai tecnici di settore. “La finanza, il commercio, i mercati” è stato invece il filo conduttore delle relazioni di sabato 19. Tra i conferenzieri, anche il vice ministro dell’Economia e delle finanze Giuseppe Vegas, che ha fatto il punto sulla crisi economica e sulle ripercussioni che il settore agroalimentare in generale e quello vitivinicolo in particolare avranno nella seconda parte del 2010 e nei primi mesi del 2011. A seguire anche il rapporto di Umberto Vattani, presidente dell’Ice, che ha presentato luci e ombre dell’export. Il fatturato del comparto enologico del nostro Paese è di 13,5 miliardi di euro, di cui 3 sono dati dalle esportazioni; la voce vino risulta prima tra le vendite agroalimentari fuori dai confini nazionali. Nonostante la recessione economica in corso, esse aumentano in quantità ma calano sensibilmente in valore: una situazione che determina forti tensioni nei mercati e che a lungo andare rischia di mettere in seria difficoltà le aziende. 

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