Il grande ritorno di VinoVip Cortina
La 13ª edizione di VinoVip Cortina, il summit organizzato da Civiltà del bere, si è chiusa con successo, baciata da due giorni di sole fortunato. Sono state coinvolte 700 persone tra produttori, professionisti e appassionati. Momenti chiave: il talk-show dedicato alle nuove competenze e alla centralità delle risorse umane per le imprese, il Premio Khail 2022 a Chiara Lungarotti e il Grand Tasting al Golf Club.
a cura di Jessica Bordoni e Elena Erlicher
Due giorni di degustazioni, approfondimenti, networking, ma anche light dinner, proiezioni cinematografiche, trekking e brunch ad alta quota sullo sfondo incomparabile delle Dolomiti ampezzane. Il 10 e l’11 luglio il mondo dell’enologia nazionale si è dato appuntamento a VinoVip Cortina, il summit biennale ideato nel 1997 da Pino Khail e organizzato da Civiltà del bere con il patrocinio del Comune di Cortina d’Ampezzo.
Un luogo di confronto
La 13ª edizione (la prima post Covid) ha coinvolto circa 700 persone ed è stata così preservata la dimensione conviviale che caratterizza da sempre l’evento. È stato un nuovo inizio, pur mantenendo invariati lo spirito e l’identità che da sempre contraddistinguono il format. Non una fiera, ma un evento esclusivo (si partecipa su invito della testata) in cui produttori di successo, professionisti di alto livello e stampa specializzata italiana e internazionale s’incontrano con l’obiettivo di scambiarsi idee, visioni e strategie per delineare il futuro del settore vinicolo.
«Dopo tre anni finalmente torna l’evento più iconico di Civiltà del bere», ha commentato il direttore Alessandro Torcoli introducendo il talk-show domenica 10 luglio. «VinoVip Cortina, che ormai ha 25 anni di storia, è un appuntamento molto atteso dal mondo del vino per lo spessore dei contenuti e la qualità delle relazioni interpersonali».
Il talk-show sulle “nuove competenze”
Di particolare attualità e delicatezza il tema del talk-show: le “nuove competenze” e la centralità delle risorse umane nella vita delle imprese. Di esigenze di formazione delle aziende agricole ha parlato Stefano Bianchi di Foragri. Eugenio Sartori dei Vivai Cooperativi Rauscedo si è focalizzato sulle varietà di tendenza e resistenti. Sostenibilità, digitalizzazione e servizi per la tecnologia di cantina sono stati al centro dell’intervento di Andrea Stolfa del Gruppo Della Toffola.
Andrea Degl’Innocenti di Agenzia ICE ha invece presentato nuovi strumenti per l’export, come il progetto blockchain di tracciabilità dei prodotti. Di ultime frontiere degli eventi fieristici ha parlato Gianni Bruno di Vinitaly. Luca Castagnetti di Studio Impresa ha presentato un’approfondita analisi di centinaia di bilanci aziendali 2021. Sono emerse performance molto diverse tra società con asset “light” o “strong” (ovvero con minore o maggiore incidenza delle immobilizzazioni – come la proprietà terriera – sul fatturato). Infine Emanuele Fontana di Crédit Agricole ha spiegato quali sono gli strumenti finanziari più utili ai fini dello sviluppo imprenditoriale.
Il Premio Khail a Chiara Lungarotti
Il talk-show si è chiuso con la consegna del Premio Khail, intitolato al fondatore di Civiltà del bere e destinato a un personaggio che si è distinto nella valorizzazione del vino italiano nel mondo. Dopo nomi del calibro di Piero Antinori, Lucio Tasca d’Almerita e Pio Boffa (per citarne solo alcuni), quest’anno il riconoscimento è andato per la prima volta ad una donna, Chiara Lugarotti, AD dell’omonima azienda umbra. La motivazione ricorda “il suo infaticabile impegno nella promozione del vino italiano di pregio a livello internazionale”.
«Chiara Lungarotti ha conosciuto personalmente Pino Khail. È stata la più giovane produttrice a partecipare alle degustazioni storiche da lui organizzare in tutto il mondo, aprendo strade e mercati negli anni Settanta e Ottanta», ha ricordato il direttore Alessandro Torcoli. «E rappresenta l’Umbria del vino. Una regione un po’ nascosta, ma a cui la famiglia Lungarotti ha saputo dare grande lustro e appeal a livello internazionale».
Il talk-show di benvenuto sul tema delle “nuove competenze”; Alessandro Torcoli, Stefano Bianchi, Eugenio Sartori, Andrea Stolfa, Andrea Degl’Innocenti, Chiara Lungarotti (vincitrice del Premio Khail), Luca Castagnetti, Gianni Bruno; due momenti del Grand Tasting (Antonio Michael Zaccheo di Carpineto)
La cena di benvenuto e la proiezione cinematografica
Dopo il confronto su temi d’attualità, il networking è continuato all’insegna di un clima elegante, ma sportivo e rilassato tipicamente montano. In serata, infatti, gli ospiti si sono ritrovati all’Hotel Bellevue per la scenografica cena di benvenuto in terrazza. Il light dinner, curato dallo chef Maurizio Aluotto, comprendeva piatti della tradizione ampezzana – come i casunziei estivi con erbette selvatiche e finferli e gli spatzli spadellati con speck, porcini e crema di sedano rapa – in abbinamento a una selezione di vini e distillati delle 59 Cantine protagoniste di VinoVip. A seguire, produttori e professionisti si sono spostati all’Alexander Girardi Hall per la proiezione speciale del film Continuavano a chiamarlo Trinità con la coppia comica Bud Spencer e Terence Hill.
VinoVip al cinema con Rocca delle Macìe
La pellicola, di cui si è celebrato il 50° anniversario, è stata introdotta dal direttore Alessandro Torcoli (che ha sostituito all’ultimo minuto Luciano Ferraro, vicedirettore del Corriere della Sera, impossibilitato a partecipare per un’emergenza redazionale) insieme al titolare di Rocca delle Macìe Sergio Zingarelli, che ha ripercorso la storia aziendale e il legame con la celebre saga.
«La nostra Cantina è stata fondata negli anni Settanta da mio padre Italo Zingarelli. Prima di dedicarsi al suo sogno enologico, papà è stato un produttore cinematografico di successo. A 50 anni di distanza, abbiamo deciso di omaggiare la sua figura riproponendo Lo chiamavano Trinità e Continuavano a chiamarlo Trinità; due suoi film campioni di incassi al botteghino nonché tra i più amati della cinematografia italiana di tutti i tempi. Sono nati così una serie di eventi e iniziative celebrative, tra cui la creazione di un piccolo museo e la creazione di due limited edition di Chianti Classico Gran Selezione». Una parentesi cinematografica a dimostrazione della fecondità culturale del mondo del vino.
Passeggiata e brunch ad alta quota
Un’altra novità di questa 13ª edizione è stata la passeggiata mattutina (un vero e proprio trekking sulle dolomiti, alla portata di – quasi – tutti…) organizzata lunedì 11 luglio lungo il sentiero panoramico Dolomieu sul Monte Faloria, accompagnati da una guida alpina locale. Partenza e arrivo ai 2120 metri del Rifugio Faloria, storica location di VinoVip, che a seguire, ha ospitato uno caratteristico brunch a base di prodotti tipici ampezzani. Ad accompagnarlo, una speciale wine list di 59 etichette, selezionate per l’occasione da ciascuna azienda protagonista di VinoVip.
Grand Tasting al Golf Club
Il pomeriggio di lunedì, come da tradizione, è stato consacrato al Grand Tasting, allestito per la prima volta all’interno della Club House del prestigioso Golf Club di Cortina d’Ampezzo. L’esclusivo walk around tasting immerso tra le cime delle Dolomiti ha riunito dalle 15,30 alle 19 circa 500 persone, tra operatori, stampa e appassionati. In degustazione 176 vini e distillati, serviti e raccontati personalmente dai produttori intervenuti alla manifestazione.
Ciascuna Cantina ha presentato tre etichette, tra grandi classici e novità assolute che hanno permesso di cogliere gli ultimi trend e assaggiare le nuove annate di alcune tra le massime espressioni enologiche del nostro Paese. L’elenco è davvero lungo e prestigioso, impossibile citarne uno senza mancare di rispetto a un altro. Chi c’era lo sa bene.
© Riproduzione riservata - 13/07/2022