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Il Club dei “Pazzi” dell’Emilia Romagna

27 Maggio 2010 Fabio Bottonelli
Benvenuti fra quei “pazzi” che aprono nuove Cantine. Di questi tempi. In Emilia Romagna non mancano, come non mancano Cantine “storiche” che, si dice, cesseranno presto l’attività. E come al solito, crisi o non crisi, si tratta quasi sempre di professionisti o imprenditori da altri settori. Tra le eccezioni, Torre dei Nanni, a Savignano sul Panaro (Modena), ma per un pelo dentro il comprensorio Colli Bolognesi. Qui il know-how non manca perché il marchio è emanazione di quei Fiorini assai apprezzati per il Lambrusco. La bollicina è bianca, ora, ed è ovviamente quella del Pignoletto, temporaneamente realizzata nella sede di Ganaceto, tra Modena e Carpi. Ancora in progetto è infatti la nuova cantina interrata attorno ai vigneti, in un’azienda collinare recentemente acquisita tra Savignano e Montebudello. In Romagna, dopo il lancio della Tenuta Masselina (orbita Cevico, www.masselina.it), di debutto abbastanza fresco, nel 2009, è anche Casetta dei Frati (www.casettadeifrati.com) con i suoi Frawines. Siamo vicino a Modigliana. Qui si punta anche su un resort orientato alle attività congressuali e culturali, ricavato dall’impegnativo restauro dello storico Borghetto di Brola. Dietro, gli stimatissimi avvocati con studio a Bologna Maria Adele Ubaldi e Renzo Morresi. Freschissima, il 20 maggio, è stata poi la presentazione nel famoso locale bolognese Cantina Bentivoglio della nuova azienda I Campanacci (www.campanacci.com), tra Faenza e Forlì, non lontano dalla vocata valle del Marzeno. È un progetto agricolo e commerciale assai ambizioso dei facoltosi bolognesi Andrea (Master internazionale Oiv) e Marco Campanacci: 11 ettari impiantati di colpo nel 2008, altri vigneti ristrutturati, tappo a vite ed etichette memowine – speciale retro etichetta che, una volta staccata, si trasforma in un vero e proprio biglietto da visita – già all’esordio per il Sangiovese Rovesco e l’Albana Dorada. Si affaccia poi sul mercato con le prime bottiglie il vignaiolo per hobby Giorgio Farini, architetto, con l’azienda Campovecchio (www.campovecchio.it) nei Colli Bolognesi, ma in una zona insolita del comprensorio, la valle del Savena. I primi vini sono fatti per stupire, con dietro la mano più o meno dichiarata del talentuoso “garagista” Federico Aldrovandi, quello di Alto Vanto, e dell’ormai più che affermato enologo toscano Emiliano Falsini. Sauvignon e Incrocio Manzoni per un bianco Igt Emilia battezzato Croix de Bologne, e un rosso mix di sei uve chiamato Anime Salve. In costruzione, presso la sede aziendale, una cantina auto-progettata. Ovviamente molto “architettosa”. Non è finita: da Alberto e Federico Perdisa, discendenti di una famiglia fondamentale nell’agricoltura italiana, ecco l’azienda Palazzona di Maggio (www.palazzonadimaggio.it), che stupisce per il primo e unico vino, una bocca di fuoco, appunto chiamato Dracone, assemblaggio di Cabernet, Merlot e Sangiovese. Agroenologo di grido: Federico Curtaz.

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