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Il Carapace di Arnaldo Pomodoro. La nuova Cantina della famiglia Lunelli a Montefalco, in Umbria

17 Febbraio 2012 Civiltà del bere
Si chiama "Carapace" per la forma che ricorda la tartaruga simbolo di longevità e stabilità oltre che dell'unione tra la terra e il cielo. Questa Cantina nel cuore dell'Umbria, la Tenuta Castelbuono, è stata progettata appositamente per il Sagrantino di Montefalco e ha un padre e una madre, che sono la famiglia Lunelli e il maestro Arnaldo Pomodoro. Da questa unione di intenti e di passioni è nato un capolavoro: la prima grande scultura al mondo nella quale si lavora e si vive. Per raccontarne la genesi la stampa è stata invitata il 17 febbraio alla Triennale di Milano. MARCELLO LUNELLI: PER ME UN SOGNO CHE SI REALIZZA «Ho dedicato a questo progetto gli ultimi sei anni della mia vita e la collaborazione con Arnaldo Pomodoro è qualcosa di preziosissimo che non dimenticherò», ha detto Marcello Lunelli, vicepresidente delle Cantine Ferrari. «Dopo oltre 100 anni di bollicine tra le nostre Dolomiti avevamo voglia di metterci alla prova con nuove sfide. Così dopo Podernovo e il suo Sangiovese sulle colline pisane, ci siamo lasciati attirare dal fascino dell'Umbria, terra di paesaggi, valori artistici e religiosi e soprattutto di un grande autoctono: il Sagrantino di Montefalco. Nel Duemila abbiamo acquistato alcuni dei vigneti più storici di Montefalco e abbiamo cominciato in collaborazione con l'Istituto Agrario di San Michele all'Adige un progetto volto a selezionare il patrimonio genetico del Sagrantino. Oggi possediamo 30 ettari vitati nei comuni di Bevagna e di Montefalco; nel 2003 è venuto alla luce il Montefalco Sagrantino e l'anno successivo il Montefalco Rosso». GINO LUNELLI: IL MAESTRO, AMICO DI UNA VITA Con la sua piacevolissima ironia Gino Lunelli, rappresentante della vecchia guardia delle Cantine Ferrari, ha raccontato del suo incontro con il maestro. «Sono amico di Arnaldo da trent'anni. Quando decidemmo di dar vita a questo progetto Pomodoro mi disse: "Ti costruisco un carapace e ci metto dentro uno ziggurat". Rimasi un po' perplesso, ma non glielo diedi a vedere e decisi di uscire dall'impiccio passando la palla a mio nipote Marcello!». ARNALDO POMODORO: HO FATTO IL MESTIERE DELL'ARCHITETTO «Per me è stata l'occasione di fare per una volta l'architetto. Si è trattato di un incarico che mi ha gratificato immensamente e di un progetto difficile che doveva conciliare l'idea di fare una struttura con un forte impatto visivo e le esigenze funzionali di una cantina di vinificazione, un luogo "organico". Inoltre il paesaggio, che mi ricordava il Montefeltro dove ho passato la mia infanzia, era meraviglioso e non volevo disturbare troppo quella dolcezza con le mie visioni. Per questo ho scelto la forma del carapace e all'interno ho conficcato nel terreno un'enorme scultura che svetta. Volevo una cantina integrata, ma che non avesse la sempre fallace ambizione di mimetizzarsi». IL CARAPACE Con questa commissione, Arnaldo Pomodoro ha dimostrato di essere uno dei pochissimi grandi scultori al mondo ad avere la dimensione dell'architettura. «Pomodoro ha visto in quella terra delle cose che io non ho visto e mai vedrò», ha più volte ripetuto in conferenza stampa Marcello Lunelli. I lavori sono cominciati nel 2006. Il "Carapace" si offre allo sguardo come una grande cupola ricoperta di rame, incisa da crepe che ricordano i solchi della terra che l'abbraccia. E un elemento scultoreo a forma di dardo di colore rosso che si conficca nel terreno.

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