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I vini Folonari cambiano stile. Le novità presentate a Nozzole

6 Novembre 2018 Emanuele Pellucci
Puntare sul frutto e sull'eleganza dei vini delle Tenute del Cabreo come elementi distintivi del nuovo stile produttivo e rendere meno invasivo l’impatto del legno. E in aggiunta, anche un nuovo packaging sobrio ed elegante per i vini Folonari, firmato da Caterina de Renzis Sonnino.
È questa la nuova immagine e la nuova filosofia produttiva che in questo 2018 hanno scelto Ambrogio e Giovanni Folonari per quella che è considerata la gamma top della loro produzione aziendale. Una linea che comprende Cabreo il Borgo Igt Toscana (il vino icona della Tenuta), La Pietra Igt Toscana Chardonnay e Black Igt Toscana, inedita versione da uve Pinot nero interamente prodotte nei vigneti di proprietà sulle colline di Panzano. Di questo e di altri progetti messi in campo dalla famiglia Folonari si è parlato nei giorni scorsi a Nozzole, il quartier generale delle Tenute, in un incontro con la stampa nazionale.

Diciotto anni di storia, ma secoli di tradizione

"Passione Toscana. Un territorio e la sua essenza": questo il tema dell’incontro scelto per ripercorrere i diciotto anni della storia recente di questo ramo della famiglia Folonari. Un percorso che ha toccato storia, tradizione, innovazione e creatività di questa realtà produttiva, con una degustazione di alcuni tra i migliori vini delle Tenute (in abbinamento agli ottimi piatti tipici dello chef Alessio Sedran). «La nostra è un’azienda giovane», ha spiegato Ambrogio Folonari, presidente onorario della società, «anche se ha alle spalle una tradizione secolare nel mondo del vino contrassegnata dai marchi Folonari e Ruffino. Per arrivare all’anno 2000 quando abbiamo creato la nostra "piccola" realtà, basata su alcune tenute nelle più vocate aree della Toscana».    

Le cinque Tenute Folonari: dal Chianti Classico a Bolgheri

Dopo la recente vendita di Tor Calvano (Montepulciano), attualmente le tenute sono cinque: Cabreo e Nozzole (area Chianti Classico), La Fuga (Montalcino), Campo al Mare (Bolgheri) e Vigne a Porrona (Montecucco). La superficie vitata complessiva è di 250 ettari con una produzione annua di circa un milione e 200 mila bottiglie, per il 50% destinate all’export (Stati Uniti, Germania, Svizzero ed Estremo Oriente i mercati principali).

L'obiettivo: produrre vini come opere d'arte

«Premesso che la nostra famiglia ha sempre guardato a ciò che voleva il consumatore», ha detto Giovanni Folonari, presidente della società, «la nostra produzione è da sempre legata al territorio, con l’obiettivo di produrre vini eleganti, di alto livello qualitativo e tipicità utilizzando sia vitigni autoctoni che internazionali. Siamo un’azienda familiare di dimensioni piccole-medie. Lavoriamo quasi solo uve dei nostri vigneti e nelle aree più vocate. Da qui la volontà di usare tutte le armi che questa eccezionale regione ci offre per valorizzare vini prodotti in zone diverse, e quindi con tipologie completamente differenti. Diversità e unicità che rappresentano un asset importante, per cui sono estremamente soddisfatto della strada intrapresa. Cerchiamo di creare vini come opere d’arte».    

Il rilancio del Chianti Classico di Nozzole

Tra i nuovi progetti illustrati spicca quello del rilancio del Chianti Classico della Tenuta di Nozzole, grazie ad una gamma rinnovata nel packaging e nelle note sensoriali, più rispondenti ai gusti del mercato internazionale ma saldamente ancorate alla tipicità del Sangiovese vinificato in purezza. «Si tratta di tre progetti (annata, Riserva, Gran Selezione, ndr)», ha spiegato l’enologo Roberto Potentini durante la degustazione, «idonei a produrre altrettanti stili di Chianti Classico, che corrispondono rispettivamente ad una maggiore fragranza, una maggiore solennità ed eccellenza per complessità e per shelf life».    

Il Sangiovese resta al centro dei vini Folonari

Da sottolineare che nell’autunno 2016 l’azienda aveva lanciato con successo il progetto Baby Super Tuscan (BST), tre vini (Cabernet Sauvignon-Merlot, Sangiovese-Cabernet Sauvignon e Sauvignon), che a differenza dei loro "cugini" Super Tuscan non effettuano affinamento in legno ma solo in acciaio. Vini piacevoli, freschi e di pronta beva, morbidi al gusto. Degli aspetti commerciali ha parlato l’amministratore delegato Bruno Alvisini, che ha ribadito: «Il nostro driver è il Sangiovese 100%, senza cedere a compromessi». Oltre all’aspetto vitivinicolo, la famiglia Folonari, attraverso la figlia Francesca, ha illustrato anche l’attività di ospitalità sul territorio nelle bellissime dimore di lusso situate all’interno delle tenute in Chianti Classico e a Montalcino. Foto in apertura di Angelo Trani

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