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I “Futuri possibili” del vino secondo il Gruppo 24 ore

21 Giugno 2012 Civiltà del bere
Il 18 giugno la sede milanese del Sole 24 Ore ha ospitato il convegno “Vino. Futuri possibili” realizzato dal Gruppo editoriale in collaborazione con l'esperta in tendenze alimentari e sociali Marilena Colussi e l’istituto di ricerche Duepuntozero Research - Gruppo Doxa. Durante l’incontro è stato presentato il primo rapporto sulla filiera “Luoghi di produzione, di vendita e di consumo” che mostra i probabili trend enologici degli anni a venire. UNA RICERCA TRA I CONSUMERS E I PROFESSIONISTI DELLA FILIERA - La ricerca ha coinvolto un campione di 500 consumatori (tra i 18 ed i 64 anni) e 507 professionisti del settore. Riportiamo le percentuali più significative emerse dalle risposte degli intervistati: Il 28% dei consumatori beve vino perché "si adatta ad ogni situazione", il 20% perché fa stare bene, il 22% perché esalta i sapori del cibo e della buona tavola o, più in generale, “i sensi” (15%). Il 13% associa l’idea del consumo del vino a un concetto di naturalità, che “appartiene alla storia dell'uomo e alla tradizione italiana”. Grande attenzione anche alla salubrità del prodotto, intesa come “desiderio di sempre maggiori informazioni” circa la provenienza e la composizione. In crescita anche i consumatori green, che richiedono prodotti ecosostenibili. Per il 51% dei professionisti il prezzo è considerato un fattore di successo per il futuro del vino, d'accordo anche il 33% dei consumatori. Il 39% del target professionale punta molto sull’alta qualità, il 33% sulla provenienza-territorialità. CRITICITA' E OBIETTIVI - Alla tavola rotonda "Vino e made in Italy: opportunità e rischi", moderata dal vicedirettore area retail business media del Gruppo 24 Ore Cristina Lazzati, sono intervrnuti il brand manager di Veronafiere Elena Amadini, lo standard development director GS1 Italy Indicod Ecr Massimo Bolchini, il direttore commerciale di Le Macchiole Gianluca Putzolu, Gianfranco Chiarini, corporate e consulant executive chef, Massimo Furlan, direttore food&beverage della Rinascente, Luca Gardini, miglior sommelier del mondo 2010, il direttore vendite Italia del Gruppo Italiano Vini Riccardo Ravasio e Antonio Santini, patron del Ristorante dal Pescatore. Il dibattito ha messo in luce l’estrema frammentazione dell’offerta, che si accompagna alla mancanza di supporti promozionali adeguati. La filiera del vino è in cerca di un nuovo paradigma per affrontare le richieste emergenti del consumatore. La Grande distribuzione organizzata si mostra sempre più evoluta e interessata ad avere aiuti e stimoli da parte della produzione mentre la ristorazione deve afforntare il problema “cantina”, che rischia di diventare la zavorra che affonda molti dei piccoli e medi locali dello Stivale. ATTENZIONE ALL'AMBIENTE E AI NUOVI MEDIA - La tematica green è stata al centro della discussione “La via sostenibile del vino”, che ha visto confrontarsi il giornalista gastronauta Davide Paolini, l’enologo e docente di Viticoltura all’Università della Tuscia Riccardo Cotarella – entrambi favorevoli alla riduzione dei solfiti nel vino – e Emilio Renato Defilippi, enologo e coordinatore Progetto Magis.  Il sommelier e blogger Andrea Gori e il manager Giuliano Prati, infine, hanno trattato l’argomento Vino 2.0 sottolineando come sia ancora ridotto il numero di Cantine che sanno padroneggiare i social network a fini di comunicazione e promozione.  

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