Senza confini Senza confini Anita Franzon

Dalla Giornata Mondiale dello Champagne, i 9 da provare

Dalla Giornata Mondiale dello Champagne, i 9 da provare

È facile restare in apnea per un intero pomeriggio, quando l’immersione è tra le bollicine di Champagne. Il record è stato battuto ieri all’hotel Principe di Savoia di Milano, dove in occasione della Giornata Mondiale dello Champagne 2015, 43 marchi hanno presentato 120 cuvée al pubblico di professionisti del settore. È stato grande l’interesse mostrato per questa edizione che, nonostante la defezione del Club d’Exellence – e quindi l’assenza di alcune importanti Maison come Roederer, Jacquesson e Bollinger – ha segnato ufficialmente l’ingresso della regione Champagne nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità, riconoscimento ottenuto grazie a una votazione unanime di tutto il Comitato Unesco avvenuta lo scorso 4 luglio.

giornata-dello-champagne-collard-picardL’eleganza dei numeri e la precisione dei vini

La giornata è stata anche l’occasione per parlare di numeri e fare il punto della situazione sulla vendemmia 2015 che, partita a fine agosto per concludersi negli ultimi giorni di settembre, può contare su uve in eccellente stato di salute e mosti che presentano parametri equilibrati, ottimo segnale per le future cuvée. L’Italia è attualmente il settimo mercato in termini di volumi: nel 2014 sono state importate dalla regione francese 5,8 milioni di bottiglie (+ 8,1% rispetto al 2013), ma gli italiani si distinguono nel panorama mondiale del consumo di Champagne per l’eleganza identificata dall’alta domanda di bottiglie di pregio, spesso legate ai grandi marchi: 86,4% è infatti la quota di mercato detenuta dalle Maison.

La nostra selezione: 9 Champagne da provare

Nella maggior parte dei casi l’assaggio di uno Champagne non delude, grazie alla precisione e alla raffinatezza controllata dello stile che lo caratterizza. Tra tutti, però, abbiamo scelto 9 Champagne da provare, fra quelli presenti in degustazione. Li segnaliamo rigorosamente in ordine alfabetico:

Autréau, Brut Réserve Grand Cru Millésime 2008
(Chardonnay 50%, Pinot noir 50%)
La storica azienda a conduzione famigliare di Champillon, non distante da Épernay, produce questa bottiglia solo in annate eccezionali, come la 2008. Risultato di un assemblaggio di uve Chardonnay e Pinot noir, rimane 60 mesi in affinamento sui lieviti. È un bicchiere corposo, in cui spicca una frutta matura sostenuta da una freschezza agrumata, seguono florealità e mineralità. 51 euro.

Caillez Lemaire, Cuvée Eclats Brut Nature
(Chardonnay 50%, Pinot noir 25% e Pinot Meunier 25%)
Grande complessità per un “base” come questo, composto da Chardonnay, Pinot noir e Pinot Meunier, affinato per almeno 36 mesi sui lieviti che donano grande carattere e freschezza citrina nello stile di questi vignerons indipendenti, come si definiscono, ma con tutte le carte in regola per concorrere con le più grandi Maison. 63 euro.

Charles Heidsieck, Rosé Vintage 2006
(Pinot noir 63%, Chardonnay 37%)
Questa bottiglia riposa 7 anni sui lieviti e il Pinot noir vinificato in rosso fino al 7% apporta maggiore complessità al vino. Il colore si avvicina a quello del corallo, i profumi nel bicchiere sono caldi e inebrianti, e vanno dal melograno alle fragole, fino alle spezie dolci per finire con una una nota minerale firma della casa. In bocca è elegante e ricco. 90 euro.

Collard-Picard, Cuvée Prestige Essentiel 2008
(Chardonnay 50%, Pinot Meunier 25%, Pinot noir 25%)
Prodotto con uve provenienti da Grand e Premier Cru. I vini della cuvée fermentano e maturano in botte grande per 15 mesi, e dopo l’imbottigliamento riposano 3 anni sui lieviti. È uno champagne importante e complesso, dosaggio zero, in cui tutto è ridotto all’essenziale, come dice il nome, ovvero alla purezza del terroir. La 2008 è stata un’ottima annata, che regala a questo vino equilibrio e longevità. 150 euro.

Delamotte, Blanc de Blancs 2007
(Chardonnay 100%)
Proveniente dalla Côte de Blancs, 60 mesi sui lieviti, niente malolattica e niente legno: il tutto per mantenere la purezza del microterroir. Per lo stesso motivo anche il dosaggio è ridotto al minimo. Il profumo di pompelmo e frutta esotica ben si amalgama con le note dolci e quelle tostate, il perlage è fine e il gusto prolungato. La quinta Maison più antica dello Champagne continua a mantenere dopo secoli un’ottima qualità. 90 euro.

Paul Goerg, Brut Blanc de Blancs Premier Cru
(Chardonnay 100%)
Cinque anni sui lieviti, solo acciaio. Questo champagne colpisce per raffinatezza ed eleganza sia al naso, sia al palato, dove la nota gessosa è sinonimo di Côte de Blancs e traduce al meglio la nobiltà dello chardonnay. Delicato, ma molto persistente. 50 euro.

Penet Chardonnet, Les Fervins 2009
(Pinot noir 70%, Chardonnay 30%)
Piccola azienda di Verzy (50mila bottiglie in tutto) con la filosofia del dosaggio zero. Les Fervins, assemblaggio di Pinot noir e Chardonnay, è il risultato di uve provenienti da una monoparcella di vigne vecchie di 50 anni. Una volta in bottiglia, affina sui lieviti per 48 mesi: ne risulta uno champagne fresco e minerale con una leggera nota ossidativa, ma non forzata che conferisce maggiore eleganza. 134 euro.

Perrier-Jouët, Belle Époque 2007
(Chardonnay 50%, Pinot noir 45%, Pinot Meunier 5%)
Per arricchire questa cuvée vengono usati vin de réserve elevati in legno; segue un affinamento di quasi 7 anni. Il colore oro chiaro e il perlage fine anticipano quella che sarà una conferma al naso e in bocca: il Belle Époque è uno degli champagne di riferimento per chiunque apprezzi questa categoria, grazie alla setosità delle bollicine che evidenziano i profumi e il sapore raffinato e deciso, elegante e persistente. 230 euro.

Piper Heidsieck, Brut Essentiel
(Pinot noir 55%, Chardonnay 35%, Pinot Meunier 10%)
Sei anni di affinamento sui lieviti, basso dosaggio (tra 6 e 8 grammi/litro) portano questa cuvée a costituire un vino essenziale e schietto, che colpisce al palato per un finale che ricorda la mandorla tostata. Ottimo rapporto qualità/prezzo: 25 euro.

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© Riproduzione riservata - 09/10/2015

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