Ho colto qualche fiore all’inferno. I miei 5 preferiti alla giornata dello Champagne

Ho colto qualche fiore all’inferno. I miei 5 preferiti alla giornata dello Champagne

Dici Champagne e gli italiani si eccitano come bambini. Il nostro è un buon mercato, il settimo, per le pregiate bolle d’Oltralpe. Certo, a leggere le statistiche, risulta evidente che la crisi ha dato un bel colpo anche a questo vino così amato a casa nostra. Nel 2013 si sono consumate poco più di 5 milioni di bottiglie, prima della crisi si era toccato il tetto dei 10 milioni. Ma tant’è, lo Champagne tira, e ogni anno aumenta il numero di etichette tra le quali districarsi, tra quelle delle grandi e piccole Maison e quelle dei sempre più amati RM (récoltant manipulant, i piccoli vinificatori di uve proprie).

Così la giornata dello Champagne, quella ufficiale organizzata ieri a Palazzo Borghese in Firenze, dal Bureau Champagne Italia che rappresenta il Comité di Epernay, è stata più che un successo, quasi un girone infernale per chi desidera assaggiare i prodotti e dialogare con i produttori, per imparare qualcosa o per aggiornarsi. Le sale piuttosto anguste del Palazzo contenevano a fatica le frotte di sommelier, ristoratori, enotecari ecc. accorsi ad abbeverarsi in via Ghibellina. Dunque, non è certo la situazione migliore per capire, ed eventualmente consigliare dei vini, ma è ancora un’ottima occasione di Pr.

Quanto all’assortimento, ottime Case, parbleu!, ma tante le defezioni per poterla proprio considerare “la” giornata degli Champagne. Diciamo, una bella giornata.  Infatti, mancavano all’appello importanti Maison. Il gruppo LVMH era presente solo con Moët, Ruinart, Veuve Clicquot, ma senza Krug e Dom Pérignon. Il Club Excellence, che unisce alcuni tra i principali importatori italiani, ha deciso di andare per conto proprio e presenterà i suoi Champagne al Devero Hotel di Cavenago il 20 ottobre (meno poesia, vien da dire, più pragmatismo di ispirazione “brianzola”). Là si assaggeranno Roederer, Jacquesson, Pol Roger, Bollinger, Agrapart, Bruno Paillard, per fare qualche nome.

In ogni modo, quache bel fiore ne colsi… ho assaggiato i vini di 12 Maison su 38, quindi solo 36 Champagne su oltre 100. Ecco i miei 5 preferiti:

1. Delamotte – Blanc de Blancs Collection 2000 (95/100, € 150-170 a scaffale)
2. Bonnaire – Blanc de Blancs Ver Sacrum (93/100, € 50-60 a scaffale)
3. Perrier-Jouët – Belle Epoque 2006 (90/100, € 150-170 a scaffale)
4. Charles Heidsieck – Brut Vintage 2005 (89/100, € 70-80 a scaffale)
5. Laurent Perrier – Cuvée Rose (88/100, € 70-80 a scaffale)

Sono i vini ai quali ho attribuito il punteggio più alto, ma non si tratta esattamente di una classifica. È chiaro che risulta difficile valutare “in assoluto” vini così diversi. Gli Champagne hanno posizionamenti (base, annata, cuvée de prestige ecc.) e storie così differenti che solo un confronto tra vini della medesima categoria avrebbe senso. Ma è uno dei risvolti di questa pazza inebriante occasione della giornata degli Champagne… Prendeteli come i cinque, tra i 36 assaggiati, che comprerò domani.

Queste tutte le Maison che hanno presentato i vini (con l’asterisco quelle che sono riuscito a visitare): Autreau de Champillon*, Bonnaire*, Boulachin Chaput*, Caillez Lemaire*, Charles Heidsieck*, Chassenay d’Arce, Collard-Picard*, Collet*, Comtes de Dampierre, Delamotte*, Deutz, Devaux, De Venoge, Diamant, Drappier, Mumm, Henriot*, Jacquart, Joseph Perrier*, Lanson, Laurent-Perrier*, Leclerc Briant, Lenoble, Louis Barthelemy, Marguerite Guyot, Moët & Chandon, Nicolas Feuillatte, Pannier, Paul Bara, Paul Goerg, Perrier Jouët*, Pertois Moriset, Pierre Legras, Ployez Jacquemart, Pommery, Ruinart, Taittinger, Veuve Clicquot.

 

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© Riproduzione riservata - 08/10/2014

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