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Guido Berlucchi in missione Oltrepò. Il territorio saprà cogliere l’occasione?

Guido Berlucchi in missione Oltrepò. Il territorio saprà cogliere l’occasione?

Una riflessione del giornalista Luciano Ferraro sul recente investimento di Guido Berlucchi in Oltrepò Pavese. La Cantina franciacortina ha infatti acquisito Vigne Olcru e si propone di produrre Metodo Classico da Pinot nero di altissima qualità.

L’investimento agostano dei franciacortini Ziliani della Cantina Guido Berlucchi è una buona notizia. Con una incognita. I tre figli del mitico Franco Ziliani (Arturo, Cristina e Paolo) hanno acquistato, nel comune di Santa Maria La Versa, gli 8 ettari di Vigne Olcru della famiglia Brambilla. E si sono affrettati ad assicurare la loro massima attenzione al Pinot nero, il tesoro dell’Oltrepò eternamente non abbastanza valorizzato. La notizia positiva è che una famiglia di imprenditori ci punta ancora, nonostante le vicissitudini anche giudiziarie del territorio, nonostante la contrapposizione che finora ha impedito la nascita di uno spirito unitario della denominazione.

I precedenti senza successo

Il tentativo precedente, con i trentini di Cavit impegnati fin dal 2017 a riportare agli antichi fasti la cantina La Versa, si è interrotto nel 2020, segno di una difficoltà di integrazione tra i differenti metodi d’azione delle parti in causa. Alla fine le quote di Cavit sono state acquistate da Terre d’Oltrepò; poi La Versa ha siglato un accordo con il gruppo Francoli che si occuperà della distribuzione dei prodotti La Versa in tutta Italia.
Riuscirà la famiglia Ziliani a fare da traino allo sviluppo dell’Oltrepò, portando a termine una missione che non è riuscita a Cavit con La Versa? Di sicuro la vicinanza tra Franciacorta e Oltrepò rappresenta un vantaggio, come l’esistenza in entrambe le denominazioni di una Docg Metodo Classico.

Non è la prima volta di Berlucchi in Oltrepò

Berlucchi era già presente nell’Oltrepò, acquistando uve che venivano lavorate al centro di pressatura di Mairago di Casteggio. Quel Pinot nero serviva per la Cuvée Imperiale di Berlucchi. Nel 2004 Arturo Ziliani annunciò il loro ingresso nel Consorzio dell’Oltrepò, forte dell’esperienza nel centro di raccolta, pressatura e vinificazione nell’azienda agricola Clastidium, un nome che richiama la memoria di Angelo Ballabio, produttore ed enologo che per primo puntò sul Metodo Classico con il Pinot nero d’Oltrepò.

Bollicine di qualità da Pinot nero

Con l’ultima operazione, che sarà formalizzata a novembre, Berlucchi mira a creare una nuova linea, partendo da un Metodo Classico Rosé. Paolo Ziliani ha spiegato così lo scenario prossimo futuro a WineNews: «L’Oltrepò è un territorio che può regalare una qualità altissima, ci sono 3.000 ettari impiantati a Pinot nero, che qui ha la sua zona d’elezione. Vogliamo divertirci e cimentarci nella produzione di bollicine da Pinot nero in Oltrepò. Il tutto con un obiettivo estremamente qualitativo, partendo dal nostro know how e dalla nostra credibilità, attraverso cui pensiamo di poter dare un contributo positivo a tutto il territorio». Staremo a vedere se il territorio accoglierà questa opportunità o vivrà, come è accaduto per altre occasioni in passato, l’arrivo di investitori non autoctoni con il sottile fastidio riservato ai forestieri.

La scommessa del Metodo Classico

Nell’Oltrepò da qualche anno è cresciuto un gruppo di (più o meno giovani) vignaioli che sta concentrando risorse e cuore nel Metodo Classico. Puntano su bottiglie di qualità, con il giusto ricavo. Ma per elevare la denominazione la crescita dovrà essere collettiva, o almeno molto diffusa. Sono i dati a dimostrare la necessità di un passo in avanti. Sui quasi 13 mila ettari di vigneto nell’Oltrepò (la provincia è prima in classifica nella regione Lombardia con viti piantate su 20 mila ettari), i filari destinati al Metodo Classico Docg si fermano a 769 ettari.
Il rapporto è simile per quanto riguarda le bottiglie; dei 12 milioni di bottiglie di spumante prodotte ogni anno, solo 1,5 seguono le regole del Metodo Classico. Ci sono vignaioli che per i loro Metodo Classico di successo rinunciano al marchio Oltrepò, temendo che abbassi la visibilità dei vini. Eppure più di un secolo fa quando Angelo Ballabio, con Mario Odero e Raffaello Sernagiotto produssero il Gran Spumante Svic o quando il duca Antonio Denari fece decollare lo spumante La Versa, sulle bottiglie si poteva leggere la scritta “prodotto con le pregiate uve dell’Oltrepò”.

Foto di apertura: gli 8 ettari di Vigna Olcru sono impiantati in prevalenza a Pinot nero © Vigna Olcru

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© Riproduzione riservata - 17/09/2023

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