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Golden Vines in scena a Firenze tra vini mito e aste benefiche

Golden Vines in scena a Firenze tra vini mito e aste benefiche

Dal 15 al 17 ottobre Firenze e l’Italia sono state al centro del gotha mondiale del vino. Golden Vines ha scelto il capoluogo toscano per la seconda edizione dei suoi awards, sorta di oscar internazionali dei produttori vitivinicoli.

Dopo Londra, e prima di Parigi e New York, sono arrivati in riva d’Arno alcuni dei nomi più prestigiosi dell’enologia. Riuniti intorno alla fondazione di Gerard Basset e al suo impegno per la formazione del vino a disposizione dei più svantaggiati.

Il report e la cerimonia annuale a Firenze

Golden Vines infatti è un’emanazione di Liquid Icons, la fondazione voluta proprio dal Master of wine e Master sommelier francese. Questo istituto ogni anno pubblica un report sul mondo del vino, divenuto indispensabile strumento di lavoro nell’ambiente. È frutto dell’apporto di 943 professionisti del settore ai quali si chiede anche di nominare le Cantine di eccellenza. Queste ricevono appunto gli awards durante una cerimonia ufficiale che a Firenze si è tenuta domenica 16 ottobre nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio, sede del comune gigliato. Il sindaco Dario Nardella ha consegnato il testimone al collega di Parigi e salutato il gotha mondiale del vino, prima di introdurre Massimo Bottura, chef della serata. Gli ospiti, tutti invitati dalla fondazione, pagavano circa 6 mila sterline a testa per essere presenti. Un gettone che serve appunto a finanziare la formazione nel vino per studenti che non avrebbero altrimenti possibilità di accedervi.

Golden Vines
Un momento della cena d gala del 16 ottobre a Palazzo Vecchio © P. D’Aprano – Getty Images

L’asta benefica per l’inclusione nella formazione enologica

A sostegno della fondazione anche un’asta di vino, svoltasi durante tutta la tre giorni fiorentina e un’altra serata di gala che ha preceduto gli awards. Questo primo assaggio di Golden Vines si è tenuto nel suggestivo Tepidarium del Roster, uno dei pochi Liberty fiorentini ed ex serra ottocentesca per le esposizioni floreali. Qui diversi lotti sono stati battuti a sostegno dell’attività filantropica.
Golden Vines, secondo quanto riferito da Lewis Chester, amico di Gerard Basset e cofondatore di Liquid Icons, ha raccolto quest’anno a Firenze oltre 1 milione di sterline a sostegno appunto dell’inclusione nella formazione del vino. Nella prima serata alcuni studenti hanno ricevuto le borse di studio, fino a 50 mila euro; potranno così finanziare i propri studi per diventare Master of Wine o Master Sommelier.

I vini delle Masterclass e delle cene di gala

Il tutto contornato da una serie di eventi collaterali. Durante il pomeriggio di sabato ad esempio l’Enoteca Pinchiorri ha ospitato una masterclass di Dom Perignon, mentre Palazzo Capponi di là d’Arno, di proprietà di Massimo Ferragamo, ha visto lo svolgersi di una masterclass sul Brunello di Montalcino guidata dal Master of wine Gabriele Gorelli. Importanti anche le etichette stappate durante le cene di gala. Da Solaia 2016 ed Emidio Pepe 2004 per l’Italia nella cena del 15 ottobre al Tepidarium, dove a cucinare erano Davide Oldani e Matteo Lorenzini, precedute da fiumi di Krug Grand Cuvée e millesimato 2000 per concludere con un Porto vintage del 1970 di Taylors in magnum; mentre il giorno successivo nel Salone dei Cinquecento sono stati serviti due Dom Perignon, Cheval Blanc 2011 e Chateau d’Yquem in magnum col dolce.
Per i più interessati sul sito di Liquid Icons per il report 2022 della fondazione.

Foto di apertura: una suggestiva coreografia a Palazzo Vecchio durante la premiazione di Golden Vines

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© Riproduzione riservata - 09/11/2022

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