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Gli altri spumanti: Alto Adige

22 Giugno 2020 Elena Erlicher
Gli altri spumanti: Alto Adige

Oltre alle zone più rinomate per le bollicine, come Franciacorta e Trentodoc, in Italia ci sono altre aree vocate meno note. Andiamo alla loro scoperta con una serie di articoli partendo dagli spumanti dell’Alto Adige.

L’Italia delle bollicine di qualità, quella nota ai più, ha come zone d’elezione la Franciacorta, il Trentino (con il Trentodoc), l’Alta Langa e Asti, il Conegliano Valdobbiadene con il Prosecco Superiore e i luoghi del Lambrusco (di cui parliamo qui). Ma la nostra Penisola è ricca di territori dove i vitivinicoltori investono nella produzione di spumanti d’alta qualità, sia da metodo classico sia da metodo Charmat (Martinotti). Ve li vogliamo segnalare in una serie di articoli, partendo dal Nord Italia con l’Alto Adige.

Le vigne di Sebastian Stocker, pionere del vino bianco altoatesino longevo

La scuola di Sebastian Stocker

Alla Cantina di Terlano Sebastian Stocker, scomparso due anni e mezzo fa, aveva fatto scuola dal 1955. Aveva cambiato l’approccio enologico al vino bianco altoatesino, rendendolo capace di grandi evoluzioni nel tempo, per poi ritirarsi nel 1993 nel suo maso sopra Terlano e dedicarsi alla sua produzione di Metodo Classico con la Sektkellerei Stocker. Un Brut (dosaggio 6-7 g/l) e le sue Riserve, più un Natùr, senza dosaggio. In vigna solo rame e zolfo, se possibile assenza di lieviti selezionati e niente solforosa alla sboccatura.

Lo storico Kettmeir

Non si può parlare di spumanti in Alto Adige senza citare lo storico marchio Kettmeir di Caldaro, che dagli anni ’80 del secolo scorso è parte del gruppo Santa Margherita. Il debutto avviene oltre 100 anni fa con Giuseppe Kettmeir. E a ricordarcelo c’è l’eccellente Riserva Extra Brut 1919, Metodo Classico da Chardonnay e Pinot noir che anno dopo anno acquista in identità, integrità aromatica e raffinatezza. Una quota dello Chardonnay (circa 20%) fermenta e affina in barrique. Sosta sui lieviti di almeno 60 mesi.

Arunda è la Cantina più alta dell’Alto Adige

In vetta c’è Arunda

Tra i pionieri della spumantistica altoatesina va annoverato Joseph Reiterer di Arunda Sektkellerei, che vanta anche un altro primato, quello di possedere la Cantina più alta della provincia. I 1200 metri di Altitudine del comune di Meltina sono ideali per l’affinamento degli spumanti. Le naturali oscillazioni di temperatura di questa quota permettono un naturale e tranquilla maturazione dei vini, che riposano dai 24 ai 60 mesi acquisendo ricchezza, eleganza e complessità. Fiore all’occhiello la Cuvée Marianna Extra Brut.

Lorenz Martini produce un solo spumante, il Comtissa

Il rigore di Lorenz Martini

Il rapporto tra Lorenz Martini e l’arte spumantistica risale a molti anni fa. Dopo anni di prove e sperimentazioni, sceglie di produrre un solo spumante (Comitissa) che sosta almeno 3 anni sui lieviti, da Chardonnay, Pinot bianco e Pinot nero, con un dosaggio massimo di 4 g/l. 15.000 bottiglie all’anno che nascono da soli 2 ettari allevati nelle zone di Cornaiano, Appiano Monte e Cologna. L’ultima vendemmia in commercio, la 2015, è una Riserva Pas Dosé dal profilo affilato e grintoso e un’espressione intensamente fruttata.

Le vigne di Haderburg sono condotte secondo i principi della viticoltura biodinamica

Il biodinamico Haderburg

Lo spumante Metodo Classico di Alois Ochsenreiter di Haderburg nasce nel 1977 con un’identità precisa. Il centro della produzione è il maso Hausmannhof a Pochi di Salorno, tra i 400 e i 600 metri d’altezza. Altri vigneti si trovano a Termeno, Cortaccia e in Valle Isarco. Tutti sono condotti con viticoltura biodinamica. La Riserva Hausmannhof è un Brut da Chardonnay che sosta un anno in barrique prima della presa di spuma, per poi affinare 9 anni sui lieviti. Dal perlage finissimo, conquista per intensità e aromaticità.

Foto in apertura: le vigne di Kettmeir

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