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Gaglioppo al galoppo

22 Aprile 2010 Civiltà del bere
Di grande attualità il vitigno calabrese La vitivinicoltura calabrese si identifica fortemente, per storia e nobili tradizioni che risalgono almeno all’epoca magnogreca, con l’immagine del Cirò Doc. Si pensi che circa l’80% della produzione Doc della Calabria (sono 12 in totale le denominazioni di origine riconosciute) è rappresentata dal Cirò. Il vitigno di riferimento a bacca rossa è il Gaglioppo, coltivato non solo in questa soleggiata e poco piovosa area jonica della Calabria, che ha caratteristiche pedoclimatiche molto particolari, ma in tutta la regione. Il Gaglioppo, nella maggior parte dei casi vinificato in purezza, dà vita al Cirò Rosso Classico Doc, con le sue varianti Superiore e il pregiato Riserva, nonché al Cirò Rosato Doc. Dal Gaglioppo nascono vini robusti, corposi, strutturati, con tannini forti. Le Cantine Librandi di Cirò Marina (Crotone), protagoniste riconosciute di quest’area vitivinicola, hanno lanciato un prodotto inedito e se vogliamo anche inconsueto, coniugando così tradizione e voglia di esplorare frontiere originali: il Rosaneti Brut Rosato, spumante ottenuto da Gaglioppo 100%. Vinificazione con pressatura soffice delle uve a grappolo intero e rifermentazione con metodo classico. Sono state commercializzate, dal dicembre 2009, le prime 5 mila bottiglie di millesimato 2007. Colore rosa antico, sapore elegante, personalità inconfondibile che sa e parla di territorio. Il sistema di allevamento adottato nell’azienda Rosaneti, che si sviluppa nei comuni di Casabona e Rocca di Neto, è a spalliera con densità di 5.000 piante per ettaro (resa dichiarata 80 quintali). Il principe dei vitigni autoctoni calabresi continua a stupire e a regalare sensazioni uniche. Una realtà storica del Cirotano, che con l’avvento delle nuove leve sta aprendo le porte a percorsi innovativi in tecnologie e sperimentazioni, pur nel solco della continuità della tradizione, è Ippolito 1845. Su una strada lastricata di passioni e sentimenti generazionali si innesta la positiva sorpresa presentata a Vinitaly 2010: il 160 Anni, Igt Calabria. Potente richiamo al territorio, e quindi al vitigno Gaglioppo impiegato al 100%, ma anche ispirazione, nella ricerca di una tecnica di produzione che potesse arricchire il consolidato terroir, ai giganti dell’Amarone veronese e del Valpolicella Ripasso. Il 160 Anni, omaggio alla longevità aziendale, nasce da un 10% circa di Gaglioppo passito (i grappoli si avvizziscono su graticci fino a fine novembre) e da un 90% di Gaglioppo ottenuto da uve fresche, ma impreziosito dalla macerazione con vinacce fermentate residuate dalla produzione del passito. Un vino complesso e di notevole struttura, affinato per oltre un anno in rovere. Ma non ci si è fermati qui nell’intraprendere sfide che destano curiosità e assestano duri colpi ai sacrari della conservazione. In Calabria la tradizione più antica e radicata dei vini passiti è legata a due vitigni autoctoni: il Greco di Bianco e il Mantonico. Anche il Gaglioppo, però, può dare origine a vini da meditazione. La Cantina Malaspina di Melito Porto Salvo, la punta estrema della Calabria in provincia di Reggio, sponda jonica, produce il Cannici, un Passito Rosso da Gaglioppo 100%. Una novità, abituati come siamo a guardare al millenario vitigno quale autorevole padre del Cirò Rosso Classico Doc. Cannici è frutto di una vendemmia tardiva, effettuata a mano alla fine di ottobre, seguita da un appassimento dei grappoli su graticci per 2 settimane. La vinificazione prevede la macerazione sulle bucce per 12 giorni. Il bouquet è sorprendente.

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