Senza confini Senza confini Anita Franzon

Fatti curiosi da tutto il mondo

Fatti curiosi da tutto il mondo

Concludiamo l’anno con un tocco di leggerezza e qualche notizia divertente. Nel New Jersey un viticoltore terrorizza la popolazione con un potente cannone antigrandine. Nello stato di New York una coppia ha recuperato delle bottiglie di whisky rimaste intatte dall’epoca del proibizionismo. E chi sapeva che negli Anni ’70 la Coca Cola vendeva anche vino?

Da alcune settimane a Mullica Township, tranquilla cittadina del New Jersey, si sono moltiplicate le telefonate ai numeri di emergenza. Misteriosi e forti rumori hanno infatti scosso tutta la comunità, tanto che alcuni abitanti hanno pensato a un bombardamento.

Un misterioso cannone antigrandine

La polizia sta ancora indagando, ma l’origine di questi scoppi potrebbe essere molto più innocua, dato che un uomo avrebbe ammesso di aver azionato un cannone antigrandine autoprodotto per impedire agli uccelli di mangiare l’uva nella sua vigna e per mantenere il cielo sempre limpido sopra la sua proprietà. E, sfortunatamente per i vicini di casa, le forze dell’ordine non possono per chiedergli di smettere di metterlo in funzione, a patto che smetta di usare il cannone prima delle 22, perché “non spara proiettili e non è un’arma da fuoco o un esplosivo”, ha comunicato il comandante della polizia locale Kevin Friel (Food&Wine).

Sepolte in casa

Una coppia che risiede nello Stato di New York ha trovato decine di bottiglie di whisky risalenti all’epoca del proibizionismo nascoste sotto le assi del pavimento della casa appena acquistata, ma che – un tempo – evidentemente fu il nascondiglio di un contrabbandiere. La scoperta è avvenuta durante i lavori di ristrutturazione dell’abitazione. Il whisky ritrovato fu probabilmente spedito negli anni ’20 dalla Scozia al Canada per poi arrivare più a sud tramite il contrabbando. Solo una dozzina di bottiglie delle 78 finora ritrovate sono ancora piene, la coppia ha intenzione di tenerne un paio e di mettere le altre all’asta (Wine Spectator).

Quando la Coca Cola faceva vino

Da decenni Coca-Cola contribuisce in maniera importante allo spirito natalizio, ma sono in pochi a sapere che negli anni ’70 il colosso americano delle bevande analcoliche tentò di fare incursione nell’industria del vino. A raccontare la storia di un business non riuscito è Tim McKirdy su VinePair. Le Taylor Wine Cellars (poi Taylor California Cellars) nacquero nel 1880 nella regione dei Finger Lakes (Stato di New York) – oggi area vinicola tra le più promettenti negli USA -, superarono il proibizionismo, ma non le lotte per la successione tra i fratelli che portarono a difficoltà finanziarie irrecuperabili anche dopo la fusione con Coca-Cola. Quest’ultima, che tentò operazioni ancora oggi rivoluzionarie (come l’introduzione dei bag-in-box o delle lattine di vino), non era però abituata a lavorare nel settore delle bevande alcoliche, meno redditizie di quelle analcoliche; così, nel 1983, annunciò l’uscita dal business del vino.

Foto di apertura di VinePair

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© Riproduzione riservata - 31/12/2020

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