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Eubea: nel calice potenza e freschezza

9 Settembre 2013 Roger Sesto
Rigorosamente a regime di agricoltura biologica, la bella realtà di Eubea (località di Ripacandida, www.agricolaeubea.com) ha sede in uno scenografico casale dell’Ottocento e punta tutto sulla coltivazione e la vinificazione dell’Aglianico. I suoi terreni calcarei dall’alta capacità drenante consentono di ottimizzare la gestione delle risorse idriche, permettendo così alla cultivar di accantonare una notevole quantità di elementi che sono alla base della sua affascinante complessità. VINI LONGEVI, FIGLI DEL VULCANO - Siamo difronte a un terroir magmoso, ricchissimo di minerali, proprio di un antico vulcano spento: è questa la principale ragione delle grandi concentrazioni antocianiche e polifenoliche dei vini del Vulture, oltre che dei loro monumentali estratti secchi, che garantiscono un’estrema longevità. Viene inevitabilmente da chiedersi come sfruttare questo prezioso patrimonio naturale. «Tesaurizzando un buon numero di bottiglie, in particolare del nostro Ròinos, Aglianico del Vulture Doc, non tanto per la vendita, quanto per poter realizzare importanti verticali, utili a comprendere le diversità delle annate e le diverse sfumature stilistiche conferite dagli andamenti climatici di ciascuna vendemmia», questo il pensiero della viticoltrice Eugenia Sasso (nella foto). LE ANNATE MIGLIORI - Approfondiamo qualche annata di particolare interesse. «Il millesimo più significativo del nostro Ròinos è indubbiamente il 2001, che corrisponde all’anno del suo debutto. Ma altre vendemmie assai interessanti sono seguite, pur nelle loro inevitabili diversità, in linea con il carattere del territorio e del vitigno, ricche di una severa trama tannica, domabile solo con lunghi affinamenti in legno. La 2001 è un compendio di concentrazione, complessità ed eleganza, coniugata a una incredibile freschezza. Colpisce per la sua particolare struttura, vigorosa e profonda, accompagnata da un ricchissimo ventaglio olfattivo. Tutto ciò anche grazie a un vigneto vecchio di 60 anni, che gode di un microclima unico. Un’altra annata che merita di essere menzionata è la 2006: il vino è piacevole, ampio, terroso al naso, avvolgente e carnoso al palato con i suoi tannini fitti e il suo frutto terso. Si distingue inoltre per la sua speziatura e la sua mineralità, ma anche per la liquirizia e i ricordi floreali. Una versione che per ricchezza, complessità e persistenza non si discosta molto dalla 2001».
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