In Italia In Italia Jessica Bordoni

Emilia Wine: le ultime novità raccontate dal direttore Marco Fasoli

Emilia Wine: le ultime novità raccontate dal direttore Marco Fasoli

Emilia Wine è una realtà cooperativa nata nel 2014, ma le quattro Cantine che la compongono – Casali Viticultori, Cantina di Arceto, Cantina di Correggio e Cantina di Prato di Correggio – hanno alle spalle una lunga e solida storia vinicola. Abbiamo chiesto a Marco Fasoli, direttore commerciale e marketing del gruppo, di raccontarci i motivi che hanno ispirato questa unione, ma anche i successi ottenuti e i progetti presenti e futuri del brand.

«Le quattro storiche Cantine di Emilia Wine avevano in comune molti obiettivi, tra i quali la volontà di portare valore all’intera filiera e al lavoro dei loro soci conferitori», esordisce il direttore Marco Fasoli. «Per far questo, in un’epoca dove fare sistema è essenziale per riuscire ad affrontare le tante sfide del mercato, è stato fondamentale unire le forze, razionalizzando così costi ed energie. A sette anni dalla nostra nascita possiamo affermare di essere riusciti a creare una cooperativa in salute e coesa, che produce circa 2 milioni di bottiglie l’anno e valorizza il lavoro di 730 soci che lavorano 2.000 ettari di vigneti tra il fiume Po e l’Appennino reggiano».

Quali sono i vostri i principali mercati di riferimento?  

«L’export ha avuto un’importante accelerazione nell’ultimo anno e rappresenta un focus al quale dedichiamo grande attenzione. Siamo presenti soprattutto negli Stati Uniti, certamente il mercato più importante e dove possiamo contare su una forte storicità e clienti sempre più fidelizzati. In Europa siamo attivi soprattutto in Germania, Francia, Belgio e Olanda. Guardando ad oriente, invece, stiamo facendo passi in avanti molto interessanti in Cina, Giappone e nel Sud-est asiatico».

La stragrande maggioranza dei vigneti dei soci di Emilia Wine si trova il comprensorio di Reggio Emilia, che custodisce alcuni preziosi vitigni autoctoni. Qual è il vostro impegno nella loro valorizzazione?

 «La biodiversità presente nei vigneti dei nostri soci è certamente un valore che puntiamo a custodire e preservare. La Spergola, ad esempio, è uno dei vitigni più rappresentativi della nostra produzione e ben interpreta la nostra filosofia. Si tratta di un vitigno autoctono reggiano che ha trovato nei nostri vigneti il suo habitat ideale grazie alla presenza di suoli con un’importante componente gessosa, soprattutto nelle aree pedecollinari nei comuni di Vezzano sul Crostolo, Albinea e Scandiano. Entra a far parte di molte linee delle nostre cooperative in differenti tipologie, a partire da quella Metodo Classico, della quale siamo stati pionieri in tempi non sospetti, quando l’attenzione verso le varietà autoctone non era così presente come in questo momento. La valorizziamo con grande senso di appartenenza e convinti che rappresenti un valore imprescindibile per rendere ancora più distintiva la nostra produzione». 

emilia Wine
Il Lambrusco Pra di Bosso “Storico” di Casali Viticultori esce in edizione limitata riservata alla ristorazione

Accanto alla Spergola, va ricordata la lunga esperienza con il Lambrusco.

«Il Lambrusco, o meglio, la famiglia dei Lambruschi, è naturalmente di casa sulle nostre colline. Le differenti varietà hanno caratteristiche distinte, alcune prediligono vigneti di collina, altre si esprimono al meglio in pianura. Grazie alla presenza di vigneti dislocati in più aree con tratti pedoclimatici differenti, riusciamo a trovare i terroir ideali per ognuna di esse e, quindi, a valorizzarle in specifiche linee. Ne è un esempio l’ultimo nato, il Lambrusco Pra di Bosso “Storico” di Casali Viticultori. È un vino in edizione limitata e riservato alla ristorazione, dotato di un’espressività fortemente legata alle peculiarità del nostro territorio. Unisce, infatti, tre storiche varietà, vale a dire Salamino, Maestri e Malbo Gentile. Sono allevate nei migliori vigneti e posizionate sulle colline di Scandiano e dei comuni di collina limitrofi, ricchi di argilla ma al tempo stesso della cosiddetta “vena di gesso”, tipica ad esempio dei comuni di Vezzano sul Crostolo, Albinea e Scandiano. Un fattore, quest’ultimo, fondamentale per dare ai vini freschezza ed eleganza dei profumi. Questo vino ben interpreta la filosofia di Casali Viticultori improntata alla ricerca degli areali migliori e del giusto mix di uve in funzione dei prodotti da realizzare».  

Tra le novità più recenti c’è anche, il Lambrusco Migliolungo, che unisce ben 21 vitigni differenti. Di cosa si tratta esattamente? 

«È un vino che ha pochi eguali, non solo all’interno del mondo del Lambrusco, ma probabilmente anche dell’enologia italiana nel suo complesso. Nasce da una collaborazione che abbiamo avviato con l’Istituto Superiore A. Zanelli di Reggio Emilia già nel 2002. Il desiderio da cui allora prese vita il progetto era quello di valorizzare e salvaguardare una collezione di antichi vitigni che stavano lentamente scomparendo. Proprio qui, nell’azienda agricola adiacente alla scuola, si trovano anche i 21 vitigni che vanno a comporre l’originale blend di uve dalle quali poi nasce il Lambrusco Migliolungo».

Quali sono le uve nello specifico?

«Al suo interno troviamo 10 varietà appartenenti alla grande famiglia dei Lambruschi – Lambrusco a foglia frastagliata, Lambrusco Barghi, Lambrusco di Sorbara, Lambrusco Grasparossa, Lambrusco Maestri, Lambrusco Marani, Lambrusco Montericco, Lambrusco Oliva, Lambrusco Salamino e Lambrusco Viadanese –, altre varietà a bacca nera – Croatina, Fogarina, Fortana, Marzemino, Perla dei Vivi, Sgavetta, Termarina, Uva Tosca e Ancellotta – e, in piccola percentuale, vitigni a bacca bianca come la Durella e la Scarsafoglia. È una sorta di inno alla biodiversità e alla salvaguardia del patrimonio autoctono non solo di Reggio Emilia, ma d’Italia. Anche l’iconica etichetta che abbiamo scelto, che ben rappresenta l’unione delle tante anime che entrano a far parte del Migliolungo. È un aspetto non secondario che ben identifica questo vino e che proprio recentemente è stata premiata all’ultima edizione del Vinitaly Design International Packaging Competition».  

La nuova linea Invernaia che nel nome ricorda la necessità del riposo in cantina durante l’inverno

Sempre in tema di novità di prodotto, avete lanciato anche una nuova linea chiamata Invernaia.

«La nuova linea, prodotta da Casali Viticultori, vuole essere un omaggio a Reggio Emilia e al suo territorio, al quale è fortemente legata da più di un secolo, essendo nata nel 1900. Il nome Invernaia rievoca la maturazione necessaria per ottenere vini di alta qualità e il riposo in cantina durante l’inverno, mentre l’etichetta, attraverso il disegno di una clessidra, esalta il concetto di lenta evoluzione nel tempo e rievoca molti simboli che contraddistinguono il territorio reggiano. Sono tre vini, un bianco, un rosso e un rosato, prodotti in sole 6.000 bottiglie ciascuno, distribuiti esclusivamente nel canale Horeca. Riescono a fondere insieme doti di fragranza e mineralità, freschezza ed equilibrio; tutte qualità ideali per poter essere abbinati ai piatti sia della tradizione locale che a quelli più innovativi della moderna cucina italiana». 

EMILIA WINE
via 11 Settembre 2001, 3, Arceto di Scandiano (Reggio Emilia)
0522.98.91.07
marketing@emiliawine.eu
www.emiliawine.eu
Segui su FacebookInstagram

Realizzato in collaborazione con Emila Wine

Tag: , , , ,

© Riproduzione riservata - 12/09/2021

Leggi anche ...

Vini contemporanei da antichi vitigni. Il seminario a Vinitaly
In Italia
Vini contemporanei da antichi vitigni. Il seminario a Vinitaly

Leggi tutto

Roma Doc, largo ai giovani. I casi Borgo del Cedro e Federici
In Italia
Roma Doc, largo ai giovani. I casi Borgo del Cedro e Federici

Leggi tutto

Derthona Due.Zero, il vino bianco composito, longevo e sempre più ambito
In Italia
Derthona Due.Zero, il vino bianco composito, longevo e sempre più ambito

Leggi tutto