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Domenico Adanti: tradizione e rispetto del vitigno

Domenico Adanti: tradizione e rispetto del vitigno

Annate storiche di vini mitici (17): Umbria II parte

La Casa vinicola di Bevagna nasce negli anni Settanta, con l’acquisto della villa secentesca di Arquata e dei terreni circostanti da parte di Domenico Adanti. Nel 1977 entra in azienda lo stilista Alvaro Palini, che diventa l’anima della Cantina. Oggi le vigne, allevate a cordone speronato e Guyot, insistono su 30 ettari, pari a una produzione di 200.000 bottiglie.

Vigneto principe è l’Arquata, posto su un poggio assolato e ventilato a 250 metri sul livello del mare; i terreni compatti argilloso-calcarei, danno vini strutturati e fruttati da giovani. Il Montefalco Sagrantino che ne deriva fermenta con lieviti indigeni, macerazioni oltre i 30 giorni, affinamenti di 36 mesi in tonneau e maturazione in vetro fino a 24 mesi. Armonia, eleganza, bevibilità e longevità rappresentano lo stile Adanti, delineato rispettando il vitigno e grazie al pedoclima. Una longevità che Adanti ha “sfruttato” per costituire in cantina un importante archivio storico di annate di Montefalco Sagrantino, sia per seguirne l’evoluzione, sia per la messa a listino delle annate top.

Fra i millesimi in archivio, da citare il “paradigmatico” 1985, ancora perfetto, dalle suadenti note terziarie, tannini vellutati e retti da una spina acida impressionante; il 1993, una buona annata, per un vino pieno, concentrato, persistente, reso morbido dal tempo, speziato di pepe e vegetale di tabacco, legno di cedro, frutta secca; il 1995, ottima edizione ancora in crescita. Al naso emergono aromi di cassis, pepe nero, balsamo e rabarbaro; profondo, elegante, molto fresco il 1998, importante, un nettare strutturato e complesso, ancora chiuso e tannico, con ricordi di sottobosco, terriccio, grafite, erbe officinali; il 1999, con le note di eucalipto, cuoio, frutti neri e tannini setosi retti da un finale molto fresco, esempio di Sagrantino piacevole, più pronto del precedente. Il 2000, annata calda e asciutta che ha portato a un vino potente, strutturato, dolce di frutto, dai tannini ormai quasi rotondi; il 2001, vendemmia strepitosa per un vino fresco e concentrato, speziato, con ricordi di radici e frutti rossi, lungo, morbido, dal grande potenziale evolutivo; al suo debutto, il Montefalco Sagrantino “il Domenico” 2005 si presenta eccellente in prospettiva, con aromi di macchia mediterranea e piccoli frutti, dagli eleganti e fitti tannini, fresco e persistente.

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© Riproduzione riservata - 27/08/2012

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