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Tutto sul nuovo disciplinare VinNatur

1 Novembre 2016 Roger Sesto

Lo scorso 15 luglio l’assemblea dei soci dell’Associazione viticoltori naturali ha approvato il Disciplinare di produzione del vino VinNaturAngiolino Maule, viticoltore di Montebello Vicentino, fondatore e presidente dell’associazione, spiega: «Dal 2008 analizziamo a nostre spese i vini dei soci, monitorandone la solforosa e soprattutto verificando che siano liberi da residui di principi attivi dei pesticidi». Chi sgarra per tre anni viene espulso. «Questo nuovo disciplinare – frutto di lungo lavoro – e il piano di controlli che lo completa sono un ulteriore passo per garantire chiarezza e trasparenza a chi sceglie i nostri vini: in esso si definiscono le pratiche vitienologiche ammesse e quelle vietate secondo la nostra visione della viticoltura».

Maggiori controlli nel rispetto del disciplinare VinNatur

«Ora possiamo procedere con la versione definitiva del Piano di controlli, che stiamo elaborando con enti certificatori riconosciuti dal Mipaaf; a esso il compito di far rispettare il disciplinare, in vigore dal 2017. Ogni azienda associata, almeno una volta l’anno, riceverà la visita dell’organo di controllo che ne verificherà l’operato», prosegue Maule. Insomma, occorrerà dimostrare, ancor più di prima, di essere davvero dei “vignaioli naturali”, affrontando i rischi produttivi e gli obblighi morali connessi. Maule tiene a spiegare che questo nuovo disciplinare sarà uno strumento dinamico, aggiornato con l’esperienza; non teso a punire quanto a formare, non un fine ma un mezzo per crescere, aperto ai contributi del mondo scientifico, atto a consentire di praticare con consapevolezza una viticoltura sana e sostenibile per l’ambiente e per l’uomo; il tutto, con il supporto tecnico-scientifico dell’associazione nei confronti dei propri associati.

Viticoltura rispettosa e biodiversità le parole chiave

Chiediamo a Maule cosa comporterà questa nuova regolamentazione: «Dall’inizio VinNatur si è data delle linee guida per una viticoltura rispettosa di ambiente e biodiversità, aiutando i viticoltori ad affrontare le difficoltà e le annate più complicate, e veicolando il concetto che essere agricoltori significa accettare le incertezze legate a meteo e terroir. Secondo noi l’assenza di pesticidi è la conditio sine qua non per essere vignaioli naturali, e il fare davvero quello che si promette significa rispettare colleghi e consumatori. Per questa ragione il Piano dei controlli, legato al nuovo disciplinare VinNatur, sarà un aspetto fondamentale». Entra più nel merito Maule: «Obiettivo dell’associazione è accrescere le conoscenze degli associati, perché possano produrre in maniera sempre più consapevole; allo stesso tempo i nostri saloni, che finanziano le iniziative scientifiche, mirano a consolidare la cultura di chi beve vini naturali.

Confronti e dibattiti necessari per raggiungere l'obiettivo comune

Da tempo sentivamo l’esigenza di fare un salto di qualità, grazie ad anni di collaborazione con università e centri di ricerca, conducendo a nostre spese progetti su fertilità dei suoli, incremento della biodiversità, valore nutrizionale dei vini. Tutto ciò ha portato al varo del nuovo disciplinare, che ha suscitato commenti e critiche già da parte dell’assemblea che lo ha poi approvato a maggioranza dopo acceso dibattito». Quindi non è stato un “parto indolore”? «No e ne siamo felici: il confronto permette di evolversi e molte questioni concrete sollevate saranno oggetto di riflessioni per migliorare questo testo e renderlo più preciso rispetto alle reali pratiche di produzione».

Naturale e bio: sono concetti diversi

Camillo Donati, vignaiolo di Barbiano (Parma), si dice soddisfatto: in questo momento di confusione sul concetto di vino biologico era necessaria chiarezza. «Il Regolamento comunitario del 2012 permette pratiche vietate ai soci VinNatur, quindi i concetti di vino naturale e vino biologico non sono sovrapponibili. Ma i consumatori che garanzie hanno di bere vini naturali? Questo disciplinare è un atto di rispetto verso di loro». Secondo Donati dopo questo primo passo il testo evolverà, ma l’importante è aver cominciato. Cruciali saranno i controlli presso le aziende, credibili poiché affidati a enti esterni. «Per me ogni associazione di produttori naturali dovrebbe dotarsi di strumenti simili. Se poi le diverse regolamentazioni convergessero, avvicinando le variegate realtà del mondo dei vini naturali, sarebbe fantastico!».

Questo articolo è tratto da Civiltà del bere 05/2016. Per continuare a leggere acquista il numero nel nostro store (anche in edizione digitale) o scrivi a store@civiltadelbere.com. Buona lettura!

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