In Italia

In Italia

Design vintage e le altre novità delle guide 2024 del Gambero Rosso

15 Giugno 2023 Elena Erlicher
Design vintage e le altre novità delle guide 2024 del Gambero Rosso

Rivisitazione della grafica, old style per un ritorno alle origini, ma anche carta eco-freindly. Un unico formato e attenzione ai giovani e alle realtà emergenti per la collana delle guide del Gambero Rosso. Il nuovo direttore Marco Mensurati ci racconta la trasformazione.

Nei contenuti non cambieranno, rimanendo un punto di riferimento nel mondo della critica nazionale; ma per le edizioni 2024 sarà proposta una nuova veste grafica vintage. Stiamo parlando delle guide del Gambero Rosso, la cui prima edizione risale al 1987 (la pubblicazione dedicata ai Vini d’Italia con il riconoscimento massimo dei Tre bicchieri), che poi negli anni hanno proliferato fino a comprendere oggi: i Ristoranti d’Italia (dal 1990 con le Tre forchette); i Bar (dal 2004 con i Tre chicchi e le Tre tazzine), Pasticceri&pasticcerie e Oli (dal 2011 con le Tre Torte e le Tre Foglie); Street Food e Pizzerie(dal 2013 con i Tre spicchi se al piatto e le Tre rotelle se al taglio); le Gelaterie (dal 2017 con i Tre coni); Pane & panettieri(dal 2019 con i Tre pani) e il Meglio di Milano e Lombardia, Roma e Lazio.

Il neo direttore Marco Mensurati

L’intervista al neo direttore Marco Mensurati

Oltre alla grafica e al marchio, che diventa predominante e riprende e rielabora un segno originale degli esordi del Gambero, sarà utilizzata carta ecofriendly e si uniformeranno i formati. A descrivere il nuovo corso e stile, creato dall’agenzia siciliana TB Design, il neo direttore Marco Mensurati. Lo abbiamo sentito in un’intervista chiedendogli di illustrarci e spiegarci le nuove scelte editoriali. Mensurati ha un curriculum da giornalista d’inchiesta del quotidiano la Repubblica, dove fino a qualche mese fa ricopriva la carica di capo della cronaca di Roma.

Quali sono le novità e i progetti che debutteranno per tutte le guide della collana? 

In questa prima fase ci siamo concentrati principalmente sull’aspetto grafico e di formato. Abbiamo pensato di uniformare tutte le guide, ad eccezione di quella del vino e dei ristoranti, in maniera tale da renderle più agili e consultabili, e allo stesso tempo di poterle presentare in libreria (e non solo) per quello che sono: una collana editoriale, composta da preziosi tasselli, un’opera unica a disposizione del lettore. Abbiamo puntato su un design dall’evidente ispirazione “vintage” per comunicare un ritorno alle origini del Gambero Rosso, che per volontà del fondatore Stefano Bonilli è nato come strumento che permettesse al lettore di fare scelte il più precise e soddisfacenti possibili. 

Nello specifico quali saranno le novità per la guida vini?

Di tutte le guide, quella dei vini è quella che cambierà di meno. È il fiore all’occhiello della collana, riconosciuta a livello nazionale e internazionale come punto di riferimento del settore. Quindi stiamo apportando solamente cambiamenti minimi, sia in termini di grafica che di contenuto. 

Quali elementi verranno abbandonati e perché, per tutte le guide?

Dal punto di vista grafico, soprattutto per quanto riguarda Ristoranti e Vini d’Italia, abbiamo cercato di aumentare la leggibilità dell’impaginato che data la mole e l’accuratezza dei contenuti risultava un po’ troppo sacrificata. Per quanto riguarda i contenuti – e questo riguarda tutte le guide – abbiamo cercato di dare più spazio ai giovani e alle realtà emergenti, mantenendo ovviamente un equilibrio complessivo. 

Ci sono stati cambi nell’organico delle redazioni delle guide?

Un minimo di turnover in una squadra numerosa e complessa come quella che ogni anno crea le guide del Gambero Rosso era inevitabile. Anche qui abbiamo cercato di ringiovanire il più possibile il team che comunque nei suoi elementi fondamentali e nei suoi punti di riferimento è rimasto più o meno lo stesso di sempre.

Foto di apertura: la nuova grafica vintage della collana delle guide del Gambero Rosso, con marchio rivisitato e carta eco-friendly

In Italia

Cantina Terlano: l’evoluzione dei grandi bianchi attraverso le annate

Una verticale che abbraccia oltre trent’anni e le etichette di punta aziendali, […]

Leggi tutto

Barolo Serralunga d’Alba: il 2022 è fuori dai canoni

A Serralunga Day, abbiamo assaggiato Barolo con la menzione geografica comunale che […]

Leggi tutto

Livon e i 40 anni della Donna alata di Erté

Era il 1985 quando Valneo Livon si innamorò di una sinuosa illustrazione […]

Leggi tutto

Rottensteiner presenta Trigon e alza l’asticella del Lagrein

A Milano ha debuttato la nuova etichetta dedicata da Judith e Hannes […]

Leggi tutto

Comitato Conegliano e Valdobbiadene: gli intenti in un Manifesto

Nata un anno fa, l’associazione ha messo per iscritto gli impegni di […]

Leggi tutto

Ricordo di Ampelio Bucci, maestro del Verdicchio dei Castelli di Jesi

Il produttore marchigiano si è spento il 21 agosto all’età di 89 […]

Leggi tutto

Alla Gorgona 10 anni dopo, dove il vino profuma di riscatto

Sull’isola-penitenziario dell’arcipelago Toscano (che è “colonia penale agricola” dal 1869) abbiamo assaggiato […]

Leggi tutto

WOW! The Italian Wine Competition 2025: le 239 medaglie d’oro

Vi sveliamo in anteprima i campioni assoluti dell’ottava edizione del nostro contest […]

Leggi tutto

La prova del tempo della Riserva Lunelli in verticale dal 2004 ad oggi

Lo chef de cave Cyril René Brun e il presidente di Ferrari […]

Leggi tutto
X

Hai dimenticato la Password?

Registrati