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Cuvée William Deutz 2002. L’anteprima milanese

12 Novembre 2014 Civiltà del bere
La Maison di Champagne Deutz conferma la nomea d'eccellenza che la contraddistingue con la sua ultima creazione: Cuvée William Deutz 2002, recentemente presentata in anteprima a Milano a Palazzo Parigi. Bollicine di classe, adatte all'abbinamento ricercato: dal caviale al foie gras, ai piatti della cucina asiatica, come l'anatra alla pechinese. Complesso ma delicato al naso, in bocca è ricco e dal perlage finissimo, con un finale aromatico e persistente. La Cuvée nasce dall'incontro fra Pinot nero (62%, dai vigneti di Aÿ, Mareuil-sur-Aÿ, Bouzy, Louvois, Ambonnay), Chardonnay (27%, da Avize, Le Mesnil-sur-Oger, in piccola parte anche dalla Montagna di Reims) e Pinot Meunier (11%, da Pierry e Chatillon-sur-Marne). L'esito è decisamente elegante, armonioso, equilibrato.  LA STORIA DI DEUTZ - Era il 1838 quando i due négociant William Deutz e Pierre-Hubert Geldermann decisero di fondare ad Aÿ una grande Maison di Champagne. I figli René Deutz e Alfred Geldermann seppero far conoscere le loro bottiglie anche all'estero, dall'Inghilterra alla Russia. Nel 1882, diventa è fra le Case fondatrici del Syndicat des Grandes Marques. Ma con l'inizio del nuovo secolo l'azienda si trova a fronteggiare nuove difficoltà, tra scontri con i vignaioli e la crisi del '29. La produzione diminuisce, fino a toccare il fondo di 80.000 bottiglie. Ma il riscatto comincia a partire dagli anni Quaranta, con Jean Lallier, pronipote dei fondatori, che nel corso degli anni acquista vigneti in alcune delle migliori zone della Champagne: Le Mesnil-sur-Oger, Bisseuil, Pierry; nel 1972 gli succede il figlio André. Dal 1996 Louis Roederer è principale azionista di Champagne Deutz, con Fabrice Rosset in qualità di presidente. Ora l'obiettivo è «proseguire lo sviluppo della Maison, ma con realismo», spiega Rosset, che punta a raggiungere una produzione di 2,5 milioni di bottiglie nei prossimi cinque anni, mantenendo lo stile e l'eleganza Deutz.

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