Crolla l’import, salgono i prezzi: radiografia del mercato asiatico del vino

Crolla l’import, salgono i prezzi: radiografia del mercato asiatico del vino

In Cina e in Giappone le importazioni crollano del -26% e del -12,4%. Ma resiste la tendenza verso una premiumizzazione dei consumi e il prezzo medio per litro è in significativo aumento. I dati e le analisi sui siti internazionali.

Per approfondimenti: Vitisphere, Tecnovino, Vinetur, Más Producción, Vinetur

In Asia il mercato del vino sta vivendo anni di turbolenza. Dopo l’apparente slancio nell’immediato periodo post-pandemico, l’import non ha mai spiccato il volo, i volumi si contraggono e i prezzi aumentano delineando un apparente paradosso che si spiega con una certa evoluzione nelle preferenze di consumo, lentamente dirette verso una maggiore ricerca della qualità.

Da Pechino import in caduta

In Cina i dati del settore parlano chiaro. Il portale francese Vitisphere riporta quelli dell’Cccfna (China Chamber of Commerce of Import & Export of Foodstuffs) che certificano un calo dell’import a volume di quasi il -30% per i vini imbottigliati e del -18% per quelli sfusi, delineando una contrazione complessiva di quasi il -26%. La percentuale viene confermata anche dall’analisi del Oemv, l’Osservatorio Spagnolo del Mercato del Vino, riportata sul sito Tecnovino. Anche il valore del vino importato nel Paese del Dragone è sceso, del -15,2%, nel 2023 per un equivalente di 8,2 miliardi di yuan (poco più di 1 miliardo di euro). Anche il valore del vino importato nel Paese del Dragone è sceso, del -15,2%, nel 2023 per un equivalente di 8,2 miliardi di yuan (poco più di 1 miliardo di euro).

Record negativo anche per il Giappone

Una bella differenza rispetto ai massimi storici toccati nel 2017, quando il fiume di vino estero rappresentava 751 milioni di litri per un corrispettivo complessivo di 18,85 miliardi di yuan. Sempre in termini di volume, il Cile rappresenta il primo fornitore – con 110,6 milioni di litri importati ma anche una flessione del -17,9% rispetto all’anno precedente – davanti a Francia con 64 milioni (-29,4%), Spagna a 20,8 milioni (- 48,6%) e Italia a 17,9 milioni (-31,5%).
E se la Cina importa molto meno vino lo stesso si può dire del Giappone: il numero è sceso del -12,4% a 232 milioni di litri, il più basso in 12 anni. E anche in questo caso la tabella divisa per Paesi fornitori presenta una pioggia di segni meno: Cile con 61,6 milioni di litri (-10,6% sul 2022), Francia, 55,7 milioni di litri (-11,6%), Spagna, 41,1 milioni di litri (-10,4%) e Italia con 40,4 milioni di litri (-11,1%).

Verso una premiumization dei consumi

Oltre alla significativa contrazione nei volumi, c’è un altro tratto che accomuna il mercato del vino da Pechino a Tokyo. Il sito Vinetur tratteggia più precisamente una sorta di evoluzione dei consumi nei due mercati, dove i consumatori stanno abbastanza repentinamente passando a preferenze verso prodotti di maggiore qualità. Il prezzo medio del vino importato in Cina è aumentato del +14,7%, raggiungendo i 33,01 yuan al litro (4,20 euro).
Il dato segue un trend consolidato che testimonia la maggiore performance dei vini a più alto valore aggiunto (Más Producción): nel 2000, il vino sfuso (incluso il bag-in-box) rappresentava il 93,6% del volume totale importato in Cina, con 32,3 milioni di litri, mentre il vino imbottigliato solo il 5,7%, con 2 milioni. Nel 2023, il vino imbottigliato ha toccato il 61% del totale (152 milioni di litri), molto lontano dallo sfuso e dal BiB, con il 36,5% (91 milioni). Lo spumante è cresciuto a un ritmo superiore alla media negli ultimi 23 anni ed è la categoria che è aumentata di più in termini di prezzo.

Nel Sol Levante cresce il valore del vino estero

Come in Cina, anche in Giappone si registra un significativo aumento del prezzo medio per litro di vino importato (+16,6%) che per la prima volta ha superato la barriera dei 1.000 yen toccando quota 1.078 yen (6,7 euro all’attuale tasso di cambio).
A differenza di quanto avviene però in Cina – dove oltre che in volume le importazioni di vino sono scese anche in valore toccando un -15,2% – in terra nipponica la tendenza verso un consumo premium sembra ancora più netta se è vero che il valore del vino comprato dall’estero ha raggiunto il suo massimo storico, crescendo per il terzo anno consecutivo fino a raggiungere i 250,325 miliardi di yen (circa 1,538 miliardi di euro), con un aumento del 2% rispetto all’anno precedente (Vinetur). Il deprezzamento dello yen, che rende i beni importati più costosi, non sembra dunque aver spento la crescente sete per prodotti di qualità superiore.

Foto d’apertura: © Tom Fisk – Pexels

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© Riproduzione riservata - 14/03/2024

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