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I giovani produttori Cristian e Michele Specogna

11 Ottobre 2016 Jessica Bordoni
«Amo profondamente la mia terra, le sue colline disegnate dai filari, i gradoni e le terrazze vitate che si alternano alle parti boschive…». A fare questa dichiarazione d’amore è il giovane Cristian Specogna, classe 1987, terza generazione alla guida dell’azienda Specogna con il fratello Michele, di sei anni più grande. Siamo a Rocca Bernarda di Corno di Rosazzo, punta di diamante del Colli Orientali del Friuli, che grazie alla conformazione di marne arenarie (la cosiddetta ponka) ed argille calcaree unite ad un particolare microclima, regala etichette di grande eleganza e struttura.

La storia aziendale comincia nel 1963 con nonno Leonardo

«L’azienda appartiene alla mia famiglia dal 1963. Dopo alcuni anni da migrante in Svizzera, mio nonno Leonardo riuscì a tornare in patria e acquistò un piccolo appezzamento», continua Cristian. «All’inizio si trattava di un’azienda agricola a 360 gradi, che spaziava dalla produzione cerealicola e casearia a quella viticola per l’autoconsumo. Con l’ingresso dei miei genitori Graziano e Anna Maria furono migliorate le tecniche di gestione dei vigneti e si decise di specializzarsi in ambito enologico».

Cristian e Michele Specogna a capo delle vendite e della cantina

Oggi al comando ci sono Cristian e Michele, che hanno impresso un importante trend di sviluppo, implementando le vendite all’estero e dando vita a un secondo marchio di famiglia. «Michele è il tecnico di cantina e gestisce anche il nostro progetto più recente, la tenuta Toblar di Ramandolo, sempre nell’area dei Colli Orientali a nord di Udine, fra i comuni di Nimis e Tarcento. Io gestisco la parte agronomica e mi occupo degli aspetti commerciali: cerco, insomma, di tenere alto il nome dei vini friulani in Italia e nel mondo».

La formazione, le associazioni e i premi

I due fratelli sono entrambi diplomati periti agrari all’Istituto tecnico di Cividale del Friuli e poi Cristian si è specializzato in Wine Business Management alla MIB School di Trieste. Entrambi fanno parte del consiglio della Fiera dei Vini di Corno di Rosazzo e Cristian è anche nel direttivo del Ducato dei Vini Friulani. Nel 2010 ha vinto il premio Oscar Green di Coldiretti nella categoria “Esportare il Territorio”, mentre nel 2012 era tra i finalisti di “Next in Wine”, prestigioso appuntamento organizzato dai Preparatori d’Uva Marco Simonit e Pierpaolo Sirch.

L’importanza della sostenibilità ambientale

Oggi l’azienda si estende per 20 ettari, di cui 18 a vigneto. La produzione annua si attesta sulle 120.000 e l’export vale circa il 50% delle quote, per un totale di 20 Paesi di riferimento. Tra i capisaldi aziendali, oltre alla grande sinergia familiare e generazionale, ci sono l’equilibrio fra tradizione e innovazione e la sostenibilità ambientale. «Abbiamo investito nelle fonti di energia rinnovabili attrezzando i tetti della nostra cantina con dei pannelli fotovoltaici che ci consentono di essere totalmente indipendenti nei consumi di energia elettrica e acqua calda. In vigna tutte le operazioni, dalla potatura fino alle vendemmia, vengono fatte a mano seguendo i calendari lunari».

Le pratiche per sostenere la biodiversità

«Per noi la biodiversità è fondamentale e abbiamo iniziato un progetto di conservazione della morfologia dei versanti della nostra collina e dei suoi microclimi, attraverso un piano di tutela degli alberi e delle altre specie di piante tipiche del territorio. Su 20 ettari di proprietà, ben due sono stati lasciati  a bosco. Inoltre abbiamo messo a dimora piante di rosa, ulivi, e ciliegi, i cui apparati radicali aiutano a stabilizzare la tenuta dei pendii collinari della nostra zona».

Bianchi, Rossi, Riserve e Bottiglie da Collezione

La gamma dei vini si divide in Bianchi, Rossi, Riserve e Bottiglie da collezione, queste ultime dipinte a mano da artisti diversi, anno dopo anno. La linea dei bianchi comprende, tra gli altri, il Friulano, la Ribolla, il Pinot grigio, il Verduzzo, il Sauvignon e lo Chardonnay, tutti rigorosamente in purezza. Tra i rossi troviamo i monovitigni Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Refosco. Ma la punta di diamante sono le Riserve, massima espressione della cura e dell’interpretazione del territorio da parte di Cristian e Michele Specogna.

Tre autoctoni per il rosso Oltre

«Tra i vini a cui sono più legato c’è sicuramente Oltre, un Friuli Colli Orientali in edizione limitata che nasce dalla nostra grande passione per i nostri tre vitigni tipici a bacca rossa: il Refosco dal Peduncolo rosso, il Pignolo e lo Schioppettino». La macerazione dura 20 giorni in tini di rovere, la fermentazione viene svolta con lieviti indigeni, mentre l’affinamento prosegue in barrique di rovere. Dopo 26 mesi si passa all’imbottigliamento, senza filtrazioni e con luna calante di gennaio. A seguire, altri 12 mesi in bottiglia prima dell’immissione sul mercato. Il risultato è un vino dal bouquet avvolgente di frutta rossa, cuoio, cacao, caffè e spezie; deciso, strutturato e ben bilanciato.

Pignolo, Duality e Identità

Tra i vini di lungo invecchiamento a bacca rossa va ricordato anche il Pignolo, un’antica varietà attestata nelle sottozone di Rosazzo e in particolare a Rocca Bernarda fin dal 1398. Il top di gamma sul fronte dei bianchi è invece rappresentato da Duality, un Sauvignon che nasce da due vigneti particolarmente vocati, uno esposto a sud-ovest, l’altro ad nord-est. «Identità, invece, è l’incontro di Friulano, Malvasia e Ribolla gialla per un vino potente, strutturato, di buona acidità e un’armonica complessità fruttata e speziata», conclude Cristian Specogna.

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