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Corinto nero, sopravvissuto alla fillossera grazie a un cratere

20 Settembre 2020 Roger Sesto
Corinto nero, sopravvissuto alla fillossera grazie a un cratere

Il Corinto nero è una varietà di origini greche. È un vitigno dalle basse rese, con grappoli spargoli, acini piccoli, buccia sottile, di colore rosso tendente al viola, quasi privo di vinaccioli (il che vuol dire sentori erbacei e asprezze tanniche).

A fine Ottocento, quando imperversava la fillossera, il Corinto nero liparese sopravvisse perché coltivato in un vecchio cratere (Fossa del monte) con un terreno talmente ricco di cenere e di sabbia da non permettere al parassita di attecchire. Un tempo era usato per ottenere l’uva sultanina.
«Oggi viene da noi vinificato», racconta Massimo Lentsch, di Tenuta di Castellaro (Lipari), «sia in purezza, ottenendo il Corinto, Terre Siciliane Rosso Igt, sia in blend per la produzione della Malvasia delle Lipari Doc, conferendole il caratteristico colore ambrato».

mentre

Massimo Lentsch

quindi

Il recupero di Tenuta di Castellaro

L’opera di recupero, intrapresa nel 2005 da Tenuta di Castellaro, è iniziata quando questo vitigno era quasi estinto e le poche piante rimaste erano afflitte da virosi latenti.
«Fu così che organizzammo, con un importante vivaista francese, una selezione massale effettuata su tutti i vigneti più antichi delle Eolie, che ci permise di arrivare alla riproduzione di migliaia di piante integre. Oggi rappresentano la base di partenza per una riproduzione sana ed equilibrata di tutte le nostre viti».

Nettare continentale dal gusto mediterraneo

Tradotto in vino ha una resa bassissima, il che ne esalta le caratteristiche: mineralità e freschezza di un nettare “continentale”, e gustosità di un prodotto mediterraneo. Spiccata acidità, superiore ai 6 g/l, e basso pH, inferiore a 3,5, lo rendono un rosso con alcune caratteristiche da bianco, più simile a un Pinot nero che alle tipiche cultivar siciliane. Infine, il suolo sabbioso-vulcanico delle Lipari contribuisce a rendere il Corinto, proveniente da impianti ad alberello, unico nel suo genere, lontano dai tratti organolettici comuni a molti rossi siculi, ma differente anche da altri vini provenienti da suoli strettamente vulcanici come quelli etnei.

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