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Convegno “terroir” (3). La proposta Fregoni: “In etichetta l’origine, sul retro il vitigno”

17 Giugno 2010 Monica Sommacampagna
Oggi la viticoltura si sta orientando su 200 varietà rispetto alle 10.000 presenti nel mondo. Per tutelare un maggior numero di vitigni di pregio indipendentemente dalla frequenza con cui sono coltivati a livello internazionale, Mario Fregoni, nell’ambito dell’VIII Congresso mondiale sui terroir a Soave, ha proposto stamane di evidenziare il nome di terroir sulle etichette delle bottiglie e di inserire le varietà utilizzate in controetichetta. «Mettendo in primo piano il nome geografico dell’area di provenienza eleviamo il terroir da concetto a valenza geologica a vera e propria matrice identitaria che qualifica un vino. Legando le varietà impiegate alla specifica zona di origine abbiamo soprattutto la possibilità di proteggere i nostri vitigni più vocati», ha affermato il professore ordinario di viticoltura alla facoltà di Agraria dell’Università di Piacenza. Una posizione che si pone controcorrente rispetto alla varietà priva di indicazione geografica ammessa dalla nuova Ocm-vino e che giunge una settimana prima della definizione ufficiale di “terroir” da parte dell’Organisation international de la vigne et du vin. Del resto, l’intero Congresso mondiale di Soave, che prevede circa 500 relazioni su questo tema, dimostra come “terroir” oggi significhi non solo suoli, topografia, clima, ma anche biodiversità e paesaggio, senza dimenticare il valore imprescindibile della componente umana. Un insieme di valenze che, se ben comunicato dai produttori di vino e dagli enti, può influire positivamente sulla percezione della qualità di un vino. Numerose le case-history presentate a Soave, che evidenziano peraltro una crescente consapevolezza dell’importanza di difendere le peculiarità del terroir in una più dinamica relazione con l’ambiente e con il contesto socio-economico e culturale di riferimento. Tra tutte, ci piace segnalare l’esempio di tutela dell’Aoc Côtes du Rhône: il consorzio dal 2002 dispone di un ufficio legale in difesa dei terroir, per reagire alle minacce e prevenire le aggressioni che rischiano di snaturare territori a vocazione viticola. Grazie a un’intensa attività di sensibilizzazione, a indagini pedologiche e a manifestazioni di protesta che hanno portato a un referendum locale, questa realtà è riuscita a far bocciare al comune di Valréas, in Provenza, un progetto presentato nel 2004 che prevedeva la realizzazione di un centro di stoccaggio di rifiuti in un’area a tradizione vitivinicola. Un’attività di difesa certo impegnativa ma che, come è stato sottolineato, oggi andrebbe perseguita con decisione da più realtà, impostando un dialogo costruttivo con le amministrazioni, a fronte di una tendenza sempre più spinta all’urbanizzazione.

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