Dopo la fascetta anticontraffazione, l’assemblea dei soci vara altre due misure di crescita e sviluppo. Lo stoccaggio (la detenzione in cantina) regolerà la quantità immessa sul mercato e una minor resa uva/vino, al 75%, aumenterà il pregio del prodotto
ll Consorzio Tutela Vini Emilia, nato nel 1995 e che rappresenta 31 produttori e oltre 5.000 viticoltori, prosegue la strada verso la valorizzazione del Lambrusco Emilia Igt. Dopo l’introduzione della fascetta di Stato anticontraffazione – contrassegno che a partire dal 1° agosto 2025 garantirà più trasparenza e sicurezza ai consumatori – sono state varate altre due importanti misure in difesa del valore e della qualità di una produzione che oggi supera 100 milioni di bottiglie.
La nuova norma sullo stoccaggio
Il primo provvedimento riguarda il cosiddetto “stoccaggio”, cioè la detenzione in cantina, del vino prodotto oltre la soglia dei 250 quintali di uva per ettaro (attualmente la resa da disciplinare è 290 q/ha). «L’assemblea dei soci ha accolto l’applicazione dello stoccaggio per i prodotti a nome Lambrusco fino al 31 dicembre 2026. Questa novità riguarda la gestione dei volumi di prodotto disponibili al fine di stabilizzare il funzionamento del mercato», ha spiegato Davide Frascari, presidente del Consorzio Tutela Vini Emilia. «L’eventuale sblocco del vino accantonato prima del tempo, previsto solo per l’intera denominazione e non per la singola azienda, resterà possibile qualora il vino messo in commercio venga interamente venduto».
Riduzione della resa di trasformazione uva/vino
A questa misura, «dai risvolti strategico-commerciali, perché riduce la quantità di prodotto immesso sul mercato e dunque difende il valore del Lambrusco favorendo il riequilibrio domanda/offerta», si aggiunge un’altra norma tecnica «direttamente intesa a elevare la qualità del prodotto», aggiunge Frascari. Dalla prossima vendemmia cambierà, infatti, la resa di trasformazione uva/vino, che passerà come previsto nel nuovo disciplinare dall’80 a 75%, diventando così la più bassa per un vino Igt in Italia. «In parole povere, fino alla scorsa vendemmia da 100 kg di uva i produttori avevano la facoltà di produrre e vendere 80 litri di Lambrusco Emilia Igt, dalla prossima solamente 75. È evidente che il taglio della resa si tradurrà in una riduzione dei volumi immessi sul mercato».
Un vino versatile e moderno
«Il Lambrusco Emilia Igt aveva bisogno di fare questa scelta di rivalutazione», conclude Frascari, «che serve a dare un’identità più qualificata ai nostri vini, soprattutto all’estero. Oltre alla sua versatilità espressiva, che gli regala una grande facilità di abbinamento coi cibi, questo prodotto ha anche un ridotto contenuto alcolico. Una dote che nei paradigmi di consumo moderni rappresenta una straordinaria opportunità commerciale».