Conflitto Russia-Ucraina: c’è chi boicotta la vodka e chi esclude la Russia dalle competizioni del vino

Conflitto Russia-Ucraina: c’è chi boicotta la vodka e chi esclude la Russia dalle competizioni del vino

L’invasione russa in Ucraina ha provocato in buona parte del mondo una risposta di vicinanza e manifestazioni di solidarietà nei confronti del popolo ucraino. Di contro, cresce sempre di più un sentimento anti-russo. A essere preso di mira è il prodotto che più identifica la Russia fuori dai suoi confini: la vodka. Intanto, così come è avvenuto con i Mondiali di calcio, il prestigioso concorso enologico di Decanter ha annunciato l’esclusione delle Cantine russe.

Per approfondimenti: The drinks business, Forbes, The Spirits Business, Reuters, La Revue du Vin de France, The drinks business, The drinks business, Decanter e Food and Wine

Il boicottaggio di vodka e altri alcolici russi ha inizialmente preso piede negli States. In molte aree del Paese (tra cui Iowa, West Virginia, Pennsylvania, Ohio, Utah e New Hampshire) questi prodotti sono stati sospesi e ritirati dal mercato. Più morbida la linea del Texas, dove il governatore Greg Abbott non ha introdotto divieti, ma ha esplicitamente invitato i rivenditori di alcolici a rimuovere dagli scaffali la merce di produzione russa. Si tratta, però, di un gesto prevalentemente simbolico; sebbene la vodka sia tra i superalcolici più venduti negli States, le importazioni dalla Russia rappresentano solo l’1,3%, dunque una piccola percentuale (The drinks business).

Boicottaggio e confusione in Usa

Anche secondo la rivista Forbes, boicottare la vodka russa avrà un impatto economico minimo sulle aziende produttrici. Inoltre, in molti hanno deciso di non vendere o addirittura versare nel lavandino prodotti che, in realtà, non arrivano dalla Russia, ma da altri Paesi come Lettonia, Polonia o addirittura dagli stessi Usa, come la vodka Smirnoff, brand di origine russe, ma attualmente prodotto altrove, anche in Illinois. Questo boicottaggio rischia così di danneggiare l’immagine di marchi che non hanno niente a che vedere con il conflitto.

L’opposizione giunge a Londra

Molti cocktail bar londinesi si sono aggiunti alle proteste per mostrare sostegno all’Ucraina eliminando gli alcolici di fabbricazione russa dai loro locali. Sarah Willingham, fondatrice del gruppo di locali Nightcap, ha dichiarato: «È difficile restare seduti qui nelle nostre case calde e sicure e non fare nulla. Abbiamo donato soldi, ma dal punto di vista lavorativo volevamo fare qualcosa, qualsiasi cosa per mostrare il nostro sostegno. Quindi abbiamo rimosso tutta la vodka e gli alcolici russi dai nostri bar. È un piccolo gesto, ma più piccole cose facciamo, maggiore sarà l’impatto». Inoltre, i barman di Nightcap hanno creato un cocktail a base di vodka ucraina e i ricavati andranno a sostegno del Paese, si legge sul magazine The Spirits Business.

Il monopolio norvegese fa sentire la sua voce

Anche la Norvegia ha vietato la vendita di alcolici di origine russa: «Questa è una decisione presa a causa dell’invasione dell’Ucraina», ha detto a Reuters senza troppi giri di parole il portavoce del monopolio norvegese. È questa una mossa che segue i divieti imposti dalle vicine Finlandia e Svezia. Ma anche per quanto riguarda il mercato dei Paesi scandinavi, si tratta di una misura simbolica e che riguarda circa lo 0,1% delle importazioni (La Revue du Vin de France).

E c’è già chi promuove alternative alla vodka russa

Per fare maggiore chiarezza, la rivista inglese The drinks business ha raccolto in un articolo 20 alternative alla vodka proveniente dalla Russia includendo brand che potrebbero sembrare russi, ma che in realtà non lo sono; come Stoli, il cui Ceo ha affermato: «Non siamo assolutamente un’azienda russa, siamo un’organizzazione globale con un portfolio di alcolici da tutto il mondo». Molta vodka proviene anche dall’Ucraina (Nemiroff, Dima’s Vodka, Soyuz-Viktan, Khortytsia, Khlibnyi Dar) e grandi brand come Absolut, Belvedere, Grey Goose e SKYY vengono distillati rispettivamente in Svezia, Polonia, Francia e Usa.

Un gesto per sostenere cause sociali e diritti umani

Carmen Bryan, analista per GlobalData, ha spiegato: «Molti governi hanno introdotto sanzioni. Tuttavia è interessante riscontrare mosse simili da parte del grande pubblico e delle imprese indipendenti». Secondo l’indagine condotta da GlobalData, il 41% delle persone in tutto il mondo è infatti disposto a boicottare un marchio non in linea con i propri valori. Allo stesso modo, il 51% dei consumatori rimane fedele alle aziende che sostengono cause sociali e diritti umani. Per questo motivo, i prodotti russi potranno subire pressioni a causa dei boicottaggi anche per lungo tempo (The drinks business).

I Decanter World Wine Awards annunciano l’esclusione delle Cantine russe

Anche se il vino dovrebbe unire le persone e non dividerle, “sentiamo di dover prendere una posizione”, comunicano gli organizzatori dei Decanter World Wine Awards (DWWA), che venerdì 4 marzo hanno annunciato l’esclusione di tutte le aziende vinicole russe iscritte al famoso concorso internazionale: i loro vini non saranno giudicati. “È un gesto di sostegno nei confronti dei partecipanti ucraini”, si legge su Decanter.

Altre forme di solidarietà per l’Ucraina

Ma la solidarietà verso il popolo ucraino si manifesta anche sotto diverse altre forme. Come con l’iniziativa #CookForUkraine lanciata da chef e critici enogastronomici per raccogliere fondi da donare ai bambini e agli sfollati. Dall’inizio della campagna, gli organizzatori hanno già raccolto oltre $88.000. Mentre l’organizzazione no profit World Central Kitchen sta cucinando e distribuendo pasti caldi in Ucraina e al confine con la Polonia (Food and Wine).

Foto di apertura: © N. Powers – Unsplash

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© Riproduzione riservata - 10/03/2022

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